Pagine correlate alla biografia di Amedeo Modigliani: Le opere di Modigliani prima serie – Le opere dell’artista seconda serie – Le citazioni e la critica (1) – La critica (2) – La critica (3) – La critica (4) – Bibliografia.
Biografia e vita artistica di Modigliani
Amedeo Modigliani nacque il 12 luglio 1884 a Livorno e morì il 24 gennaio 1920 a Parigi. Fu considerato lo specchio della “Bohème”. La sua esistenza, breve e travagliata, la visse fra alcool, insopportabili ristrettezze e droghe.
Amedeo Clemente, noto anche con i nomignoli di Modì e Dedo, oltre che pittore è stato un valente scultore.
I suoi dipinti sono caratterizzati da colli lunghi ed affusolati e volti stilizzati. È sepolto nel cimitero Père Lachaise a Parigi.
L’artista discende da una famiglia ebrea d’origine sefardita, il padre è Flaminio e la madre Eugenia Garsin.
La sua infanzia, tempestata da un insieme di importanti malattie polmonari che culmineranno più tardi in una pericolosa tubercolosi, si svolge in un ambiente con personalità di grande rilevanza: la madre in primo luogo, una donna molto emancipata e con una vasta apertura mentale, estremamente sensibile alle esigenze e agli stimoli artistici di Amedeo, ed il nonno materno Isaac Garsin, un poliglotta amante di storia e filosofia. Questi si prende cura di Dedo facendo le veci del padre naturale, spesso assente, accompagnandolo alle manifestazioni artistiche e nei musei, sollecitando in tal modo la sua già grande creatività. Si instaura così tra nonno e nipote un profondo rapporto affettivo, nonché un forte “feeling” intellettuale.
Il ragazzo, non potendo e non volendo continuare a frequentare i regolari corsi scolastici a causa dei frequenti alti e bassi della sua malattia (ripetute febbri, tifo, polmonite ed infine la tubercolosi), inizialmente forgia la propria formazione nella sua città presso lo studio artistico di Guglielmo Micheli (Livorno, 1866 – Livorno, 1926), un pittore già allievo di Giovanni Fattori (Livorno, 1825 – Firenze, 1908).
Dopo un periodo di convalescenza trascorso nel sud della nostra penisola (soprattutto a Capri) nell’inverno del 1900, che rimarrà come un vero e proprio “Grand Tour” da cui egli estrarrà il massimo dai suoi stimoli artistici, Modigliani decide di ritornare in Toscana e sviluppare il proprio bagaglio culturale a Firenze.
Qui nel maggio del 1901 s’iscrive alla Scuola Libera di Nudo. Nel 1903 l’artista si reca a Venezia per frequentare l’Istituto di Belle Arti ma poco più tardi, convinto di non aver più bisogno di ulteriori apprendimenti in territorio italiano, decide di continuare per la sua strada, smarcandosi dalle regole accademiche.
Cresce così in lui il bisogno di trasferirsi in ambienti maggiormente rappresentativi alla realizzazione di aspirazioni mirate verso una più libera creatività, dove la sua arte sarebbe finalmente sfociata in quel caratteristico linguaggio che da sempre gli appartiene: quello parigino. Ed anche in questa occasione è l’intervento amoroso della madre che, mettendogli a disposizione alcuni suoi risparmi, gli permette di soddisfare il grande sogno. Amedeo parte per la capitale francese nel gennaio 1906.
Qui però cresce l’esigenza di seguire un classico percorso didattico e decide di iscriversi all’Académie Colarossi. La sua vita artistica diventa assai movimentata: visita musei, chiese e gallerie cercando di inserirsi in ambienti artistici e, quindi, in breve tempo, è in grado di lasciare gli abiti borghesi per indossare quelli del “Pittore”, seguendo un’evoluzione di identificazione che rimarrà esemplare nel tempo.
Alla locanda “Lapin Agile” del quartiere di Montmartre conosce Utrillo con il quale stringe una sincera amicizia. Al Bateau-Lavoir, edificio storico e centro del Cubismo, sito al numero 13 di place Émile-Goudeau (sempre a Montmartre), incontra Picasso ed altri artisti come de Vlaminck, Derain, Henri Laurens, Van Dongen, Jacob, Salmon, Picabia, Apollinaire. È qui che Modigliani capisce finalmente di aver trovato ciò che effettivamente cercava: un nuovo linguaggio che possa integrare il suo stile, già del tutto personale, principalmente diretto alla rappresentazione della figura umana.
Inizia così a mettere in pratica le sue nuove conquiste ma, non riuscendo a trovare acquirenti, rimane in breve tempo a corto di risorse economiche sentendosi costretto, proprio in questo stesso periodo, ad iniziare una disperata e mai placata ricerca di denaro.
Intanto gli artisti del Bateau-Lavoir, tra i quali anche Pablo Picasso, scoprono la “Scultura Negra” (“Arte oceanica”, “Arte extraeuropea”), che non poco influenzerà il giovane artista italiano che nell’ottobre del 1907 riesce ad inserirsi tra gli artisti partecipanti all’esposizione del Salon d’Automne. Qui ha la possibilità di confrontarsi con i dipinti di grandi artisti e soprattutto con quelli di Cézanne, il cui cromatismo lo affascina e stimola.
Prendendo però coscienza della propria diversità a fronte dei rigorosi schieramenti (soprattutto tra gli aderenti al Cubismo ed al Fauvismo) delle Avanguardie – certamente fonte di forte destabilizzazione, e quindi di insicurezza – incominciano a nascere in lui ansie, dubbi ed incertezze che lo portano a fare uso di alcool e droghe, abusi che in poco tempo aggraveranno il suo già fragile stato di salute.
Nel novembre dello stesso anno conosce il Dottor Paul Alexandre che diventa suo protettore, anche se con diverse interruzioni, per un periodo di sette anni. Tramite esso inizia a frequentare la colonia che questi fondò con il fratello Jean in Rue du Delta a beneficio degli artisti di proprio gradimento.
Nel 1908 Amedeo partecipa alla mostra del Salon des Indépendants (sei opere tra le quali l’ “Ebrea”) e a quella del loro Salon, ma non riscuotendo apprezzamenti per le sue opere, decide di passare alla scultura. È questo il periodo in cui l’artista realizza opere fuori dall’ordinario, con elementi stilizzati e misteriosi, desunti soprattutto dall’arte più arcaica e primitiva.
Nel 1909, in coincidenza con la fondazione del nuovo polo attorno a La Ruche ed ai caffè del “Dôme” e de “La Rotonde”, passa dal quartiere di Montmartre a quello di Montparnasse.
Poco dopo aver conosciuto lo scultore rumeno Constantin Brancusi Modigliani dà un nuovo impulso alla sua attività plastica. Infatti nella primavera dell’anno successivo Modigliani si presenta al XXVI Salon des Indépendants con sei opere ma anche qui, come in precedenza, non riceve alcuna attenzione, né da parte della critica, né da parte della stampa. Inoltre le sue creazioni, ritenute dagli operatori del mercato estremamente “individuali”, e perciò di difficile vendita, non vengono neanche considerate. Inizia così – e si protrarrà per ben cinque anni – il periodo più brutto e meno produttivo di tutta la sua attività artistica.
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