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Il Pointillisme (termine italiano: Puntinismo)
Il pointillisme (da noi chiamato puntinismo) è un movimento puramente pittorico, la cui caratteristica è quella della composizione dei colori sulla retina dell’occhio e non sulla tela, tantomento sulla tavolozza. I piccoli punti che compongono il dipinto vengono generalmente riportati sul supporto pittorico allo stato puro, affiancati l’uno all’altro come microscopiche ed irregolari piastrelle di un mosaico.
Il movimento, il cui nominativo viene dato dal giornalista e critico d’arte Félix Fénéon (Torino, 1861 – Châtenay-Malabry, 1944), si sviluppa in Francia intorno al 1885.
Avvicinandosi molto ad un dipinto realizzato da un pittore puntinista si può constatare sulla tela l’inesistenza del colore che appare all’occhio del fruitore alle regolari distanze d’osservazione: ciascun punto, rappresentante un ben definito e marcato colore, viene contagiato da altri che lo circondano, che a loro volta si influenzano a vicenda. l colori complementari, largamente impiegati in questa tecnica, creano miriadi di contrasti simultanei creando delle delicate – ma efficacissime – vibrazioni.
Il termine “pointillisme” deriva chiaramente dal fatto che i colori per raggiungere gli effetti desiderati dall’artista vengono applicati sul supporto sotto forma di piccoli punti. Generalmente le tematiche di questa corrente artistica trattano scene di vita comune e vedute paesaggistiche.
Tra i maggiori interpreti di questo movimento spiccano Georges Seurat, padre del pointillisme (ma anche del divisionismo che, a prescindere dalla forma delle pennellate, contempla, oltre ai punti, l’affiancamento di piccole strisce di colore di varie forme) e Paul Signac. Quest’ultimo riprende la tecnica di Seurat avvicinandosi al divisionismo con pennellate più ampie, contenute in zone geometriche ben definite (generalmente a forma rettangolare).
I due artisti collaborano per un certo periodo (fino alla prematura scomparsa di Seurat, avvenuta a soli trentadue anni) avendo come obiettivo lo sviluppo della pittura impressionista, e cioè conservare i contenuti tematici, riproponendoli in termini scientifici. Si pensi che già la “tecnica” impressionista aveva lo stesso scopo impiegando piccole macchie di colore accuratamente accostate l’una all’altra (anziché punti isolati ove si vede anche, in piccola parte, il colore del supporto), ponendo l’esigenza di un diretto rapporto fra scienza e pittura.
Fra gli artisti italiani si distinguono Segantini, Gaetano Previati ed Andrea D’Agostino, che a differenza dei pittori d’Oltralpe proponevano tematiche assai prossime al tardo-romanticismo.
È davvero impressionante come mettere i colori accanto all’altro, dà un tocco più dinamico, percepisci più la luminosità e la luce del colore, sebbene la maggioranza sa di pointillismo ma figurativo, ho visto le opere di Gabino Amaya Cacho , che ha fondato la propria tecnica chiamata astrattismo astratto, che consiste nel fare punti di colori senza alcuna figurazione, che mette in evidenza i colori ancora di più.