Max Ernst (Brühl, 2 aprile 1891 – Parigi, 1º aprile 1976)
L’opera raffigurata è a bassa risoluzione ed è stata inserita al solo scopo didattico
Cenni biografici
Ernst Max è stato uno dei principali esponenti del Surrealismo.
Riuscì a bene integrare la parola del linguaggio poetico alla forma dell’immagine: dalle sue ricerche sulla ‘scrittura automatica’ – effettuate con André Breton (Tinchebray, 1896 – Parigi, 1966), Francis Picabia (Parigi, 1879 – Parigi, 1953), René Crevel (Parigi, 1900 – Parigi, 1935), Éluard (Saint-Denis, 1895 – Charenton-le-Pont, 1952), François Picabia (Parigi, 1879 – Parigi, 1953) e altri – nacquero i suoi celebri collages e, quindi, i romanzi-collage (“La femme 100 têtes”, anno 1929; “Reve d’une petite fille qui voulut entrer au Carmel”, 1930; “Une semaine de bonté, 1934”), considerati tra le opere più legate alle teorie del movimento surrealista. Ernst realizzò composizioni fantastiche, a sfondo paesaggistico e di vario genere.
L’artista fu anche un ottimo scultore (Capricorne, 1948) e Objects trouvés).
Dal 1909 al 1914 studiò filosofia a Bonn frequentando anche dei corsi di psicologia [Eugenia Dossi, Le Garzantine – Arte, Garzanti, 2002, p. 373.] e di arte degli alienati. Ben presto si accorse che la via da percorrere fosse quella dell’arte e non quella intrapresa: si formò nell’ambito delle avanguardie tedesche.
Nel 1918 fondò a Colonia, insieme a Johannes Theodor Baargeld (Stettino, 9 ottobre 1892 – Chamonix, 18 agosto 1927) e Hans Jean Arp (Strasburgo, 16 settembre 1887 – Basilea, 7 giugno 1966), il gruppo dadaista. Più tardi, nel 1922, aderì al movimento surrealista, di cui ne divenne un importantissimo esponente.
Collaborò con Paul Éluard (Saint-Denis, 1895 – Charenton-le-Pont, 1952), illustrando i suoi poemi, e con Paul Éluard (Saint-Denis, – Charenton-le-Pont, 1952) a Littérature.
Nel biennio 1938-39 realizzò la decorazione della sua abitazione a Saint-Martin d’Ardèche (Avignone).
Nel 1939 fu catturato ed deportato in un campo di concentramento.
Dal 1941 al 1953 visse negli Stati Uniti, ove ebbe contatti con i surrealisti ivi rifugiati.
Ritornato a Parigi Max sviluppò la sua sensibilità verso la materia, con composizioni dove il fattore surrealistico-intellettuale si associa e dissocia seguendo un fortissimo senso poetico.
Nel 1954 partecipò alla Biennale di Venezia vincendo il primo premio per la pittura.
Alcune delle opere più significative dell’artista
Piccola macchina costruita da minimax dadamax in persona (anni 1919-1920).
Aquis sommerso (anno 1919).
L’éléphant Célèbes (anno 1921)
Oedipus Rex (anno 1922).
Ubu imperator (anno 1923).
Storia naturale (anno 1925).
La Vergine picchia Gesù davanti a tre testimoni (anno 1926).
La grande foresta (anno 1927).
Il bacio con la lingua (anno 1927).
Foresta e colomba (anno 1927).
Foresta imbalsamata (anno 1933).
L’Europa dopo la pioggia II (anni 1940-1942).
La Vestizione della Sposa (anno 1940).
L’antipapa (anni 1941-42).
Napoleone nel deserto (anno 1941).
Il re che gioca con la regina (anno 1944).
Immortel (anno 1966).