Pagine correlate al periodo di Pont-Aven e Nabis: Il Post-Impressionismo – Il Simbolismo – I Pittori simbolisti.
Il periodo dei pittori simbolisti
La pittura in piena libertà
Maurice Denis (1870-1947) afferma che «ciò che Manet era stato per la generazione del 1870, lo fu Gauguin per quella del 1890» e lo espone generalizzando e riferendosi alla maniera di insegnare. Intendesi insegnamenti in totale libertà di schema e linguaggio. Il comportamento del maestro nei confronti degli allievi, è diretto ad incoraggiarli ad ispirarsi alle fonti del figurativo, anche di tradizioni artistiche straniere.
Gauguin a Pont-Aven e la raffigurazione dell’idea
Tra il 1886 ed il 1888, a Pont-Aven, Paul Gauguin riesce a raccogliere intorno a sé molti giovani artisti, tra i quali Louis Anquetin ed Emile Bernard, precursori di un linguaggio sulla scia del cloisonnisme. Quest’ultimo è una tecnica che consiste nel comporre figure e campiture cromatiche in un limite netto con contorno abbastanza scuro, come le vetrate medievali smaltate con il cloisonné. Il cloisonné è uno stile che è frutto di un inedito atteggiamento nei confronti della natura.
Una natura che non viene più raffigurata facendo riferimento al mondo reale ma alla memoria, perciò limitata all’essenza dell’idea.
La valenza espressiva della variazione coloristica
La nuova ricerca sulla valenza espressiva della modulazione coloristica, non si basa più sulla mimesi della visione naturale e si caratterizza del resto con pratiche più radicali. In quegli anni infatti anche Van Gogh, in piena autonomia, fa uso del colore puro.
I Nabis
Paul Sérusier (Parigi, 9/11/1864 – Morlaix, 7/10/1927), nei pressi di Pont-Aven, dipinge un paesaggio che in seguito verrà definito “Talismano” per la sua caratteristica assolutamente emblematica. Più tardi ritorna all’Accademia Juilian di Parigi, dove riesce a persuadere diversi suoi compagni di studio – Denis, Bonnard, Ranson, Ibsel – ad intraprendere un’accurata ricerca pittorica. Uno studio che si basa sulle radici essenzialmente pure dell’arte coloristica.
La ricerca ha i suoi sviluppi, ed al gruppo si aggiungono Félix Vallotton (1865-1925) e Édouard Vuillard (1868-1940), dando vita ad una confraternita che prenderà il nome di Nabis (dalla lingua ebraica “Profeti”). Il gruppo vede gli “iniziati” ognuno con uno specifico ruolo e caratteristica. L’associazione di artisti si riunisce sistematicamente presso il “Tempio” (nome dell’atelier di Paul Ranson), dove espletano rituali di puro esoterismo o altre formule scaramantiche. Queste servono soprattutto a scostarsi nettamente dalla volgarità della vita tradizionale e dare forma ad un ambiente più raffinato e colmo di soprasensi.
Il netto rifiuto del Naturalismo
Un componente del gruppo dipinge tematiche di vita parigina, un altro dipinge soggetti mitologici o fantastici, altri scene tradizionali, ma tutti ostentano, con le loro pitture, la denigrazione verso il naturalismo. Inoltre tendono a tradurre sentimenti ed emozioni trasfigurandoli, con la loro pittura di “pura superficie”, in forme compositive abbastanza sintetiche. Le gamme cromatiche degradano con armonia e regolarità sugli schemi della grafica giapponese e degli smalti medioevali.
Tutto questo, che succede a cavallo di due secoli (Ottocento – Novecento), in un periodo di grande voglia di cambiamento, contribuisce a diminuire l’abisso tra la grande pittura e tutto il genere decorativo, aprendo la strada al Modernismo.
I nomi dei componenti
Tra i componenti del gruppo – oltre a nomi di scultori, poeti e letterati – compaiono: Pierre Bonnard (1867-1947), Henri Cazalis (1840-1909), Maurice Denis (1870-1943), Meyer de Haan (1852-1895), Georges Lacombe (1868-1916), Paul-Élie Ranson (1864-1909), Étienne Terrus (1857-1922), Paul Sérusier (1864-1927), Félix Vallotton (1865-1925), Jan Verkade (1868-1946), Édouard Vuillard (1868-1940), Henri-Gabriel Ibels (1867-1936), József Rippl-Rónai (1861-1927) e Mogens Ballin (1872-1914).