Citazioni relative a Modigliani: (1884 1920) – la critica fino al 1927
(citazioni tratte dai “Classici dell’Arte”, Rizzoli Editore)
Pagine correlate: La biografia – Le opere – prima serie – seconda serie – Citazioni 2 – Citazioni 3 – Citazioni 4 – Bibliografia
Le presenti citazioni sono di autorevoli voci della Storia dell’arte: F Carco in l’Eventail, G. Coquiot in Les Indipendants, A Salomon in L’Art vivant, G. Scheiwiller in “Amedeo Modigliani”.
Alcuni nudi, vari ritratti … Non vedremo mai, penso, Modigliani affrontare altri temi.
Ma i ritratti, così come i nudi, che ha buttato giù d’acchito, su. drappi scelti a caso, bastano a nobilitare la sua arte. Se questa vi colpisce per il cinismo e l’impiego di una tavolozza che egli concentra in due o tre toni trattati alla cieca; se deforma, tutto preso dal desiderio di conseguire la grazia; se sacrifica per creare e se nulla lo interessa tranne la scelta del colore, dopo il ritmo o questa segreta architettura del movimento ” che subordina le linee”, non restate colpiti dalia vostra lentezza nel cogliere i sottili rapporti fra la sensibilità del pittore e l’oggetto stesso della sua attrazione? Non è in causa il realismo, secondo l’accezione normale in pittura, quantunque non mi risulti che si sia mai raggiunta, prima di Modigliani, altrettanta intensità in un viso femminile … Ho visto Modigliani disegnare. Il suo senso così acuto della sfumatura lo porta a modellare l’attacco di un braccio, la curva purissima di un giovane seno; concentra strutture complesse in una, appena percettibile, sostiene il lieve incurvarsi di un ventre, estende un movimento fino al vivo dell’anima, lo lascia vivere … Vorrei esprimere la mia ammirazione per i disegni di Modigliani; ogni grazia vi si attua in stile, ed è lo stile stesso che ora ritroviamo nei dipinti allorché il pittore fissa sulla tela il proprio sentimento delle cose, la peculiare visione del mondo, dei ritmi e dei colori … Pittore, non scorda la necessità delle arti di rispettare le convenzioni su cui si basano e che le accomunano. Così, il senso plastico delle forme, da lui determinato tramite valori equilibrati per forza di piani più che di colore, si manifesta in Modigliani già al primo approccio con l’opera sua, e con una forza tale per cui gli è stato possibile mutare i modi espressivi senza turbare in nulla il carattere della propria pittura. Se un tempo strappava il rilievo tormentato di un viso da fondi bituminosi e densi di volumi; se codesto viso non era, per parte sua, che un oggetto di second’ordine del quale coordinava i tratti essenziali, bisogna riconoscere quanto siano evolute in tal senso le idee di Modigliani. I fondi si rischiarano; prendono ad animarsi; vengono alimentati da una miriade di sfumature, mentre la loro nobiltà senza artifici partecipa alla vita della composizione. La figura stessa rivela un’anima nuova. La luce, infine, che il nostro pittore voleva uguale pressoché ovunque, fa esplodere la linea,-la rende più sensibile e, pur nel rispetto dell’arabesco, l’apre a sottigliezze più rare. Si è potuto sostenere di Modigliani che le sue deformazioni non urtavano più il senso che si aveva della figura umana; non significa affatto che egli abbia rinunziato alle tendenze stesse della propria arte. Semplicemente ha approfondito le risorse che un pittore può ricavare dalla tavolozza e le ha realizzate. Da qui, l’evidente rivoluzione suscitata nella sua pittura; direi, addirittura, l’elevazione di essa. (F. CARCO, “Modigliani” ‘L’Eventail”, 15 luglio 1919).
Figura straordinaria, rapinosa, quella di Modigliani! Nel corso di un’esistenza delle più disordinate, questo pìttore-scultore, questo scultore-pittore riuscì a esprimere nudi meravigliosi e ritratti non meno eletti. Certo, si ripeté sovente; ma, nel complesso, quale assoluta originalità! Per ciò stesso le sue opere conquistano sempre. E che disegno, abile, sottile, d’una maestria folle, d’una qualità unica. Servendosi di un tratto sicuro, senza pentimenti, raffigurò nudi, visi, nei quali seppe imprimere ogni accento, senza pesantezze, — che dico! — con una delicatezza assolutamente aracnea. Soltanto certi disegni di Lautrec possono star alla pari con questa maestria così esclusiva, così superbamente sfacciata. Eppoi, Modigliani appare più sintetico, più raffinato, più prezioso. Assomma in sé tutte le qualità della sua Italia, nervosa fine esaltata … Senza dubbio, parecchi dei suoi nudi sono troppo uniformemente di quel color albicocca che è stato di moda, e che trasformò tanti visi di ragazze in frutti così caldi e nostalgici; ma non preferite forse questo tono di Estremo Oriente — o patina dell’oppio — al rosa eczematoso che ci propinano tanti pittori? Del resto, Modigliani ha dipinto anche voi, visi esangui, impalliditi da mali fisiologici o dagli eccessi. E ha rappresentato voi pure, vergini dolenti, dal capo reclino sul lunghissimo collo, fragile come uno stelo … Mirabile pittore del dolori. Ma, anche, Modigliani si gettava di colpo nella vita, la vita ardente forte rubizza. Sono molte le tele di questo genere : ragazzi traboccanti di salute, dai visi rossi, le zampe rosse; servette dai capelli neri o gialli, che si incollano come impomatati su fronti da criminali. (G. COQUIOT, “Les Independants”, 1920).
Fra i moderni non si trova che un solo ‘pittore della donna’ in senso naturale (e ciò toglie di mezzo Van Dongen) : l’italiano Modigliani; un pittore di nudo che sarebbe stato accettato anche meno di Renoir. Da oltre dieci anni Modigliani, che aveva esordito nel gusto borghese, espone con i fauves e i cubisti. Ma se, dopo quello di Renoir, è il caso di proferire un altro nome, direi che, pur fedele alla lezione di Cézanne, egli non si lascia incasellare tanto facilmente. Modigliani è il nostro solo pittore di nudo … Un giorno un commissario di polizia, o ispettore che fosse delle Belle Arti, fece togliere di mezzo le opere inviate da Modigliani a non so più quale Salon. Eppure, quanta spiritualità si sprigiona da una materia così ricca e bella, pastosa ma raffinata dallo scatto meditato con cui l’artista va in cerca di recondite preziosità; lui, che talvolta mostra di ammirare il candore e le risorse dei pittori-artigiani d’Italia … (A. SALMON, “L’art vivant”, 1920).
II carattere irrequieto del Modigliani, il suo ardore contenuto, si rivelano tutti nei suoi quadri. La sua natura si sfoga dipingendo e cerca attraverso linee contorte e tormentate, pennellate radiose e vibranti, la sua via. Temperamento focoso, fa pittura focosa. Anima sensibilissima, subisce 1″ ambiente che lo circonda pur restando fedele profondamente a sé stesso. L’arte del Modigliani non poteva svilupparsi che nell’atmosfera parigina … Giacché un quadro di Modigliani non può che piacere o urtare. La personalità dell’artista, spiccatamente aggressiva e autoritaria, non ammette accomodamenti. Per comprenderlo è indispensabile che lo spettatore sia dotato di quelle qualità visive e sensitive che faccian riscontro alla potenza emissiva dell’artista. In caso contrario, l’incomprensione è inevitabile … Mirabili soprattutto nell’opera del Modigliani sono i nudi. Essi vanno distinti in due categorie. Nella prima vanno posti quelli in cui si. sente come Modigliani avesse davanti a splendide modelle emozioni non solo spirituali ed artistiche, ma appassionate e carnali. … Nella seconda categoria van posti quelli, dirò così, più musicali e che anche riprodotti non possono in verun modo turbare i sonni del buon borghese. Non conosco ‘nudi’ di pittori moderni che mi diano la sensazione potente dell’intimità spirituale vissuta fra il pittore e la sua creatura, come quelli del Modigliani. Non si tratta qui. soltanto della solita bellezza dosata di un certo sensualismo animale: l’artista ha trasfuso in essi il suo godimento estetico, e come un mistico prega davanti all’ignoto, così egli adora la donna e attraverso il suo disegno prezioso, la sua pennellata raffinatissima, ne fa rivivere tutta la dolorosa fragilità. Sicché da taluni suoi nudi (come ad esempio quello dal titolo Nudo rosa) emana un senso assai più religioso ed estatico che da molti celebratissimi Budda di Angkor, di Ceylon, di Giava… (G. SCHEIWILLER, “Amedeo Modiglioni” (1925), 1927).