Breve biografia di Gustave Courbet: (Ornans, 10 giugno 1819 – La Tour-de-Peilz, 31 dicembre 1877).
Pagine correlate all’artista: Opere di Courbet – Realismo, Honoré Daumier – Realismo italiano – Neoclassicismo – Romanticismo.
Un sunto sulla vita artistica di Gustave Courbet
Le concezioni di Courbet sulla pittura ed il distacco dal realismo estremo
Il catalogo pubblicato da Gustave Courbet (1819 – 77) nel periodo della vernissage al Pavillon du Réalisme del 1855 comprende il famoso Manifesto del Realismo, contenente tutte le concezioni dell’artista, che si evolve diventando il maestro del Realismo dell’Ottocento.
In Courbet si cancellano lentamente i rimpianti del passato, di una perduta forma di artigianato medioevale come quello sognato dai pittori preraffaelliti. Infatti cambia nettamente quel realismo, che era portato all’estremo (soprattutto quello sconvolto e illusorio dei Pompier). Rimuove inoltre quell’affanno per la compenetrazione nell’universo di Rousseau, l’intensità sentimentale e contemplativa di Millet nonché il leggendario romanticismo di Daumier.
A tal proposito dai suoi scritti si rileva: «Ho cinquant’anni ed ho sempre vissuto libero; lasciatemi finire libero la mia vita; quando sarò morto voglio che questo si dica di me: Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l’unica cosa a cui è appartenuto è stata la libertà.[Courbet, Gustave: Letters of Gustave Courbet, 1992, University of Chicago Press]»Il suo linguaggio artistico diventa concreto, quasi palpabile sin dai primi tocchi di spatola sulla tela, dove il pigmento viene steso anche con il pennello, per innalzare l’opera ad «un linguaggio interamente fisico».
L’importanza che l’artista dà alla pittura regionalista
Nel Funerale a Ornans (1849-50) sono raffigurati i personaggi della famiglia in dimensioni reali: la pittura regionalista viene elevata alla stessa importanza della pittura a tema storico e raffigura fatti di vita attuale. Quello del “Funerale” è un dipinto laico e antieroico che dà inizio a una serie di opere destinate a diventare famosissime, suscitate da fatti e tradizioni agresti della nativa Franca Contea.
Nel suo dipinto “Gli Spaccapietre” (1849), l’artista disconosce i sistemi conformi alla tradizione nella rappresentazione ideale del corpo umano e non manifesta nemmeno l’idealizzazione tipica delle “Spigolatrici” di Millet, che oltrepassano la realtà.
Courbet pittore figurativo e paesaggistico
Considerato dagli studiosi come il massimo esponente del Realismo, Gustave rimane principalmente un pittore di opere a tema figurativo e paesaggistico.
Le sue rappresentazioni si riferiscono anche alle problematiche sociali, nelle quali mette in evidenza le difficili condizioni lavorative della gente comune, soprattutto dei poveri, e la dura vita dei contadini.
Le sue tendenze stilistiche ed espressive, che a prima vista potrebbero – ma non è così – considerarsi prossime al Romanticismo ed al Neoclassicismo, non rispecchiano neanche i linguaggi dominanti dell’epoca.
Gustave è invece convinto che la sua missione sia la ricerca della realtà, l’unica via da percorrere per mitigare contraddizioni e discriminazioni sociali [dalle Lettere di Courbet].
L’importanza della coloristica
Secondo l’artista, quello che conta in un’opera pittorica è la coloristica, che deve essere fluida e spontanea, non la rappresentazione della perfezione del tratto e della forma. È l’artista che, grazie all’attenta osservazione della natura, deve trarre le irregolarità in essa profondamente radicate, molto spesso nascoste, sfidando così il tipico accademismo della sua epoca. Infatti l’accusa principale a Courbet è quella di essersi orientato – in un certo modo – verso il “culto della bruttezza”.
bello. ben fatto. grazie