Paul Gauguin: Visione dopo il sermone
Sull’opera: “Visione dopo il sermone“ è un dipinto autografo di Paul Gauguin realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1888, misura 73 x 92 cm. ed è custodito ad Edimburgo nella National Gallery of Scotland.
Il dipinto è firmato nella zona bassa a sinistra con la scritta “P. Gauguin 1888”.
Questa è considerata la composizione “capitale” nello svolgimento di Gauguin che la realizzò in seguito ad un colloquio con Emile Bernard ed alla visione delle sue “Donne bretoni nella prateria”.
Quando lo stesso Bernard vide l’opera di Gauguin precisò attraverso il Souvenirs inédits del 1943: “Nella Visione dopo il sermone (riferito a Gauguin) aveva semplicemente messo in atto non la teoria colorata di cui gli avevo parlato, ma lo stile precipuo delle mie Bretoni in una prateria verde, dopo aver stabilito un fondo del tutto rosso in luogo del mio giallo-verde. In primo piano mise le mie stesse grandi figure dalle cuffie monumentali di castellane”.
Con questo Bernard accusò Gauguin d’essersi fatte proprie le sue teorie e di essersene impropriamente promosso precursore. La stessa accusa venne ripetuta più tardi da Madalein Bernard. La cosa non tornava a Gauguin perché era più che sicuro di aver aggiunto delle importanti novità.
Conferma questa certezza la lettera che l’artista scrisse a Van Gogh nel settembre 1888: “Credo di aver raggiunto nelle figure una grande semplicità rustica e superstiziosa. Il tutto molto severo. Per me in questo dipinto il paesaggio e la lotta esistono solo nell’immaginazione delle persone in preghiera, a seguito del sermone. Perciò vi è contrasto fra le persone naturali e la lotta …, non naturale e sproporzionata”.
In un’altra lettera a Schuffenecker scriveva: “Ho sacrificato tutto, l’esecuzione, il colore, per lo stile, volendomi imporre altra cosa da ciò che so fare. È, credo, una trasformazione che non ha portato i suoi frutti, ma che li porterà”
Nella composizione in esame risulta chiaro, infatti, l’abbandono della dottrine impressionistiche e divisionistiche, e un orientamento verso esperienze del tutto nuove, soprattutto nel senso tecnico: appaiono i contorni marcati ed un impiego più sostanzioso del blu di Prussia.
Pissarro, che fu suo stimato maestro, gli rimproverava di aver scopiazzato dalla pittura bizantina e dalle stampe giapponesi; in una lettera al figlio Lucien del 20 aprile 1891, scriveva: “Non rimprovero a Gauguin d’aver fatto un fondo vermiglio, ne due guerrieri in lotta e i contadini bretoni in primo piano; gli rimprovero d’aver rubacchiato ciò ai giapponesi e ai pittori bizantini e ad altri; gli rimprovero di non aver applicato la sua sintesi alla nostra filosofia moderna che è assolutamente sociale, antiautoritaria e antimistica …”.
Gauguin realizzò la “Visione dopo il sermone” per donarla ad una chiesa; nella stagione estiva del 1888 si recò accompagnato dallo stesso Bernard a Nizon, un villaggio nelle zone limitrofe di Pont-Aven, per offrirlo alla parrocchia. Il parroco, stizzito, rifiutò il regalo, e l’artista dovette ritornare indietro con grande sconforto. Il dipinto percorse quindi altre strade: fu portato a Parigi presso Théo van Gogh, e più tardi partecipò alla sesta mostra dei ‘XX’ a Bruxelles allestita nel 1889. Due anni dopo, nel 1891, Aurier, a proposito dell’opera scriveva un lungo articolo sul “Mercure de France”, promovendo Gauguin come inventore di un inedito stile “visionario sublime”, “grande decoratore”, “artista di genio”.
L’opera fu acquistata da Henry Meilheurat des Pruraux nel 1891 per 900 franchi alla “Vendita Gauguin”; si trova National Gallery of Scotland di Edimburgo dal 1925.