Luca Signorelli: Salita al Paradiso e chiamata all’Inferno
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Sull’opera: “Salita al Paradiso e chiamata all’Inferno” è un affresco realizzato intorno al 1499-1502 da Luca Signorelli e suoi aiuti, appartenente al ciclo delle “Storie degli ultimi giorni” nella Cappella di San Brizio (Cappella Nova) del Duomo di Orvieto.
Il ciclo di affreschi prosegue, con la presente composizione, sulla lunetta dell’altare in cui, sotto il maestoso “Cristo Giudice”, raffigurato nella volta, i dannati vengono separati dai beati per essere rispettivamente accompagnati verso il luogo della pena o della premiazione.
La lunetta è suddivisa in due zone da una grande finestra centrale. Concorrono alla delimitazione delle due raffigurazioni anche due piccole finestre sotto quella più grande al centro.
Nella parte a sinistra viene descritta la Salita degli eletti al Paradiso, accompagnati da angeli musicanti. Nella zona a destra, invece, sotto le vigili figure degli Arcangeli, appare l’entrata dell’Inferno (antinferno), tratto dalla Divina Commedia. Alcuni ignavi, infatti, seguono un demone che sventola uno stendardo bianco, mentre nella zona centrale appare Caronte che dovrà traghettare i dannati, destinati al cospetto di Minosse per essere giudicati (zona più in basso). Quest’ultimo è ripreso nell’atto in cui condanna un dannato tenuto da un diavolo per i capelli mentre lo avvolge con con la propria coda per un numero di volte corrispondente a quello del girone in cui dovrà recarsi.
Più avanti, sul “proscenio”, si vede un demone dal carnato tendente all’azzurrino-scuro nell’atto di colpire un dannato che tiene stretto per i capelli: la crudezza di questa particolare scena piacque a Michelangelo, che infatti la riprodusse.
Le raffigurazioni dei Beati e dei dannati proseguono con le confinanti rispettive lunette.