Pinturicchio: La Libreria Piccolomini
Descrizione e storia dell’opera
La Libreria Piccolomini è uno spazio monumentale all’interno della cattedrale di Siena, ubicato lungo la navata di sinistra, prima incontrare il transetto.
Venne fatto edificare nel 1492 dal cardinale Francesco Piccolomini Todeschini (futuro papa Pio III), a quel tempo arcivescovo di Siena, per la conservazione del consistente patrimonio librario, mai pervenuto, di suo zio, papa Pio II.
Tra il 1502 e il 1507 circa, su richiesta dello stesso cardinale, fu decorata in tutto il suo complesso da Pinturicchio e aiuti, di bottega ed esterni, tra i quali Raffaello Sanzio ed il bolognese Amico Aspertini (Bologna, 1474 circa – Bologna, 1552) [Acidini, cit., pag. 217].
Il contratto
Il contratto è datato 29 giugno 1502 e la prima fase dei lavori, con la volta e la griglia architettonica alle pareti, doveva essere completata entro il 1503.
In tale anno il committente svolse il suo brevissimo pontificato come Pio III (elezione, 22 settembre – insediamento, 8 settembre – morte, 18 ottobre) e in quelle decorazioni appare il suo stemma con ancora il cappello da cardinale.
Nel contratto si richiedeva anche la decorazione di due grandi vetrate. La prematura morte del papa bloccò di fatto i lavori del Pinturicchio che dovette dedicarsi a soddisfare altre committenze, sempre relative all’ambiente senese, nell’attesa di uno sviluppo futuro della situazione.
Soltanto intorno al 1505 – alcuni studiosi parlano di un nuovo contratto di cui, però, non esiste traccia – i lavori alla Libreria furono ripresi e portati a termine in circa due anni. Lo testimonierebbe il fatto che nel 1507 Pinturicchio incominciò ad accettare altri incarichi provenienti dalle sue terre pur soggiornando a Siena, segno evidente di un’imminente consegna del grandioso ciclo di affreschi.
La collaborazione
Tra i numerosi aiuti impiegati nella decorazione si pensa al giovane Raffaello e Amico Aspertini (Bologna, 1474 circa – Bologna, 1552, due grandi pittori che testimoniano la rilevanza dell’impresa. Anche nel disegno il maestro si avvalse, secondo il Vasari, dell’aiuto di un giovane “della scola di Pietro [Perugino]”: evidente il riferimento a Raffaello Sanzio.
La decorazione della Libreria è considerata dalla critica come uno dei massimi capolavori rinascimentali della nostra penisola agli albori del Cinquecento [Acidini, cit., pag. 217].
Gli affreschi della Libreria
Enea Silvio, vescovo di Siena, presenta Eleonora d’Aragona all’imperatore Federico III, dettaglio con veduta della città di Siena.