Millet

Jean-François Millet (Gréville-Hague, 9 ottobre 1814 – Barbizon, 20 gennaio 1875)

Millet l'angelus
L’Angelus

François Millet (1814-75) è l’artista della vita quotidiana agreste.

Egli è il primo a rappresentare scene di contadini al lavoro, una tematica sempre presente nelle sue opere, anche nelle tele di ampie dimensioni.

Ripartisce gli agricoltori su grandi spazi ed in più raggruppamenti indipendenti nei primi piani. Sono figure temperanti che si riempiono vigorosamente di una forza tragica prima ancora di scoprire le espressione dei volti.

I contadini di Millet, a differenza di quelli di Courbet, sono miti e raffigurati in una profonda apprensione nella luce di un tramonto, chiusi nei propri movimenti, che li portano ad una triste contemplazione introspettiva.

Millet: La lattaia normanna
La lattaia normanna

I volumi nei grandi spazi vengono notevolmente semplificati, eseguiti con pochi e grossi tocchi di pennello e con gradazioni cromatiche armoniose: l’uomo di campagna non fa più parte di una ben identificata regione, ma circoscrive l’espressione più vasta, cioè lega l’uomo affezionato e devoto alla sua terra. Il linguaggio realistico di Millet, intriso di intenti sociali e soprattutto benefici, è configurato su una caratteristica intensamente romantica e religiosa, che affonda le sue radici nell’artista sin dai suoi primi anni di vita passati in un piccolo villaggio della Normandia, in un’atmosfera austera e rigorosa, tra gli addottrinamenti di un prete di campagna che legge, oltre che la Bibbia, anche le Egloghe di Virgilio. La via maestra da seguire viene però suggerita a Millet dai maestri della Scuola di Barbizon, dopo un tirocinio a Parigi nell’atelier di Paul Delaroche, dove egli aveva iniziato con quadri a tematica mitologica di ispirazione romantica.

Alcune opere di Millet

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