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Lo studioso Wincklemann nella sua celebre opera “Gedanken über die Nachahmung der griechischen Werke in Malerei und Bildhauerkunst” ovvero “I Pensieri sull’imitazione delle opere greche e nella Storia dell’arte dell’antichità”, Johann Joachim Winckelmann (Stendal,1717 – Trieste 1768) presenta, come nessuno aveva mai fatto in precedenza, un ampio approfondimento sull’arte antica con un procedimento storico-scientifico.
Winckelmann, uomo appassionato ed ardente, ritiene che il modello della bellezza vive nell’arte greca, poiché «nel contegno delle figure antiche non si vede il piacere manifestarsi col riso, ma esso mostra soltanto la serenità della contentezza interna». «Winckelmann cercava nel marmo la serena fonte della bellezza». L’elisir della bellezza consiste nella linea ondulata con armonia, nella linea ellittica che delinea la forma; le gamme cromatiche sono pura casualità: Winckelmann ha spiegato alla sua epoca come guardare con occhio nuovo non soltanto antichi reperti, ma tutta la storia artistica della civiltà greca.
MENGS E MILIZIA
Il pittore teorico Anton Raphael Mengs (1728 – 79) pubblica l’opera “Riflessioni sulla bellezza e il gusto in pittura” nel 1762: la bellezza è la rappresentazione senza difetti di un’idea, poiché l’arte ha la potenzialità di superare la natura. La cosa più desiderabile nella pittura, consiste nel saper riconoscere le cose belle della natura e depurarle da tutte le carenze. La bellezza la insegnano gli antichi Greci. Raffaello dà lezione sull’espressione, sulla composizione e sul panneggio, il Correggio la dà sul contrasto e sul senso di bellezza e leggiadria, mentre Tiziano la dà sul colore.
Il famoso affresco “Parnaso” di Mengs, realizzato nella residenza del cardinale Alessandro Albani (1761), viene considerato il manifesto delle sue teorie.
Francesco Milizia (1725-1798) sostiene che sia necessario «scegliere le parti più belle della natura; combinarle insieme e formare un tutto perfetto» secondo la razionalità, per dare una raffigurazione attendibile in base al proprio pensiero.
IDEOLOGIA DEL NEOCLASSICISMO
Il Neoclassicismo non è soltanto una tendenza all’antico ed all’eleganza estetica, ma anche un modo di concepire il mondo che ci circonda, oggi come nel passato.
In esso, non sono le espressioni teoriche a indicare un riferimento sempre costante, bensì, viceversa, i bisogni storici e sociali a concepire gli elementi dello stile e del linguaggio tali da delinearsi, nella loro globalità, in maniera consonante.
Il declino delle monarchie assolute in gran parte del continente europeo, porta conseguenze imprevedibili ed incalcolabili nei vari stati, già alle prese con grosse crisi finanziarie e turbamenti sociali che incominciavano profilarsi a partire dagli anni Settanta .
La protesta, in Francia, si fa tanto rovente da rompere ogni argine e scatenarsi nella rivoluzione del 1789. È proprio in questo periodo, che coloro i quali rappresentano il Terzo Stato e un gruppo minoritario progressista della classe aristocratica e del basso clero, si ritirano dagli altri ordini e, nella sala della Pallacorda, fondano le due Assemblee, quella “nazionale” e quella “nazionale costituente”.
In questa congiuntura molto turbolenta, si gettano le basi ideologiche, politiche e sociali del linguaggio neoclassico, che offre l’espressione formale più indicata per trasmettere gli entusiastici ideali politici della rivoluzione. Negli schemi della perfezione morale ed estetica dell’antico, si entra in una fase di continua ricerca del benessere morale. L’arte si addossa la responsabilità educativa: al centro ci sono temi nobili e formativi, colmi di una moralità rigorosa e forte; un’idea di purificata e spartana semplicità del linguaggio.
Frammenti
- Agli inizi degli anni Novanta la pittura di David è soggetta ad una “depurazione”, probabilmente a causa dei suoi i frequenti viaggi verso la nostra capitale: ricorre ad un linguaggio asciutto, rinunciando così agli effetti sensualmente pittorici e non vuole far apparire l’opera come un pura festa per la vista.
- Lo stimolo più forte che porta al più puro Neoclassicismo arriva dagli stati sociali particolarmente attivi della Rivoluzione, certi che le forme classicheggianti, eleganti e semplici, manifestassero chiaramente il loro essere.
- Anche in tempi passati, ci sono stati più volte ritorni al classicheggiante. Ciò che distingue gli artisti neoclassici da altri con uno stile ad essi affine, è la forza sovversiva e rivoluzionaria che i primi infondono nei loro dipinti: una forza che oltre a conferire tale valenza, ne nobilita la tematica.
- Una delle più importanti opere partorite dal Neoclassicismo è “Il Giuramento degli Orazi” di Jacques-Louis David, realizzato nel 1784 (Louvre , Parigi). Questo dipinto conserva tutte insieme le caratteristiche del Neoclassicismo: mancanza assoluta del colore “pastello”, stile rigido e severo, la scena vista frontalmente e nell’insieme “non affollata”, eliminazione del superfluo, rigidezza delle pose, ed infine la tematica stessa, intesa come messaggio morale.
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Dopo la Rivoluzione, e in modo particolare con l’ascesa di Napoleone, la relazione arte-politica si rafforza ulteriormente, tanto da essere riconosciuta – l’arte stessa – come un efficace mezzo di propaganda, fondata sul culto dell’autorità Imperiale.