Domenico Ghirlandaio: Adorazione dei Magi (Spedale degli Innocenti)
Sull’opera: “Adorazione dei Magi degli Innocenti” è un dipinto di Domenico Ghirlandaio realizzato con tecnica a tempera su tavola intorno al 1485-88, misura 285 x 243 cm. ed è custodito nella Galleria dello Spedale degli Innocenti a Firenze.
Da documentazioni certe si ricava che Il 28 ottobre 1485 il priore di un orfanotrofio fiorentino (Spedale degli Innocenti), Francesco di Giovanni Tesori, stipulò col Ghirlandaio un dettagliato contratto per la realizzazione di una pala d’altare per la chiesa di Santa Maria degli Innocenti, contigua allo stesso orfanotrofio
La composizione, come da contratto, doveva avere per tema l’Adorazione dei Magi, un soggetto assai tradizionale nell’arte degli ambienti fiorentini quattrocenteschi, ed essere eseguita dalla mano dello stesso maestro, impiegando colori di pregio e limitando al massimo l’intervento degli aiuti di bottega.
Inoltre nel contratto, firmato dopo che l’artista presentasse il suo bozzetto alla committenza, era prevista la fedeltà al disegno sottoposto all’approvazione. La pala doveva essere portata a compimento in due anni e mezzo per un corrispettivo di 115 fiorini grandi, da retribuire solo se il committente fosse stato pienamente soddisfatto, cosa che avvenne con effettiva puntualità [Quermann, cit., pag. 117].
La tavola è rimasta per sempre come patrimonio dell’orfanatrofio, probabilmente perché considerata indissolubilmente collegata ad esso. Essa è stata mantenuta integra ed originale in tutto, tranne che nella cornice, realizzata da Antonio di Francesco di Bartolo su disegno di Giuliano da Sangallo, distrutta nel 1786 durante la restaurazione interna della chiesa.
Nel 1917 fu trasferita nella nuova galleria sita al secondo piano dello stesso edificio e, dal 1971, gli fu reintegrata la predella (opera di Bartolomeo di Giovanni), che era stata smembrata nel 1615, quando venne sostituito l’altare maggiore [Micheletti, cit., pag. 172].
Nella composizione si avvertono gli influssi di Sandro Botticelli e di Leonardo da Vinci.
Quelli del primo si colgono soprattutto nella strutturazione frontale dell’Adorazione, mentre gli altri si manifestano nel turbine di figure che “avvolgono” la Sacra Famiglia come fossero contenute in cerchi concentrici.
L’impianto globale, seppur semplificato, segue comunque quello tipico del Ghirlandaio.