Fra’ Bartolomeo: Madonna col Bambino fra i Santi Giovanni Battista e Stefano
Sull’opera: la “Madonna col Bambino fra i Santi Giovanni Battista e Stefano” è un dipinto di Fra’ Bartolomeo realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1509, misura 165 x 152 cm. ed è custodito nel Duomo di Lucca.
Iscrizioni: “FRIS. BARTHOL’. FLORENTINI. OPUS. 1509 OR’S. PREDICATO”.
Cataloghi, trattati, inventari, pubblicazioni e manoscritti: BMLF, San Marco 903, “Ricordanze” B. (1516), pagine. 127-129 (n° 7); ASF, 103:55, “Libro di Debitori e Creditori di San Marco segnato” C (1509), c. 96; Serena Padovani in “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” pag. 91, Marsilio Editori, 1996 (fonte delle presenti informazioni).
La composizione in esame è la prima della lunga serie di pale ove vengono raffigurate le Sacre Conversazioni di Fra’ Bartolomeo. Questo dipinto reca un’iscrizione con data e firma del frate pittore: “FRIS. BARTHOL’. FLORENTINI. OPUS. 1509 OR’S. PREDICATO”.
Da documentazioni certe, concernente le ricevute di pagamento, si ricava che la tavola fu commissionata non dalla dirigenza ma dagli “Operai” del Duomo di Lucca (fonte: Borgo, 1976, pagine 526 e 527) e che verso i primi di ottobre del 1509 venne portata termine e quindi trasferita a Lucca per la consegna. Tale documentato trasferimento (dal Libro debitori e creditori del convento vi è riportata la frase: “si portò [a Lucca] la tavola”) ci dà la certezza che la pala non fu realizzata sul posto ma nella bottega a Firenze.
Un’altra ipotesi, un po’ più debole, potrebbe essere quella di una committenza relativa ad una risoluzione, datata 19 febbraio 1504, ove i consiglieri dell’Opera si prefiggevano di far realizzare un ciclo di nuove pale da ubicare nelle varie zone delle navate laterali del duomo. Tale programma si inceppò nel marzo del 1506 con la morte dell’operaio Domenico Bertini e rimase fermo per molti anni fino a che, soltanto negli anni Novanta, fu portato a conclusione col rinnovamento vasariano (fonte: Ridolfi, 1882, pagine 186 -187,191, 192, 397, 398.
Nel 1509, anno anno della realizzazione della presente opera, era ancora viva la collaborazione – si parla del “terzo periodo” di scambi integrativi – tra l’Albertinelli ed il frate, tanto che i proventi risultano ugualmente divisi fra i due colleghi, ma questo dipinto, come si evince dalla firma dell’artista e dalla lista redatta da padre Cavalcanti, dovette essere stato totalmente realizzato da Fra’ Bartolomeo. Infatti il delicato cromatismo, soprattutto nella definizione delle luminosità e del chiaroscuro che conferiscono volumetria e plasticità ai personaggi, è tipico del Frate. Inoltre tutti disegni preparatori, attualmente conosciuti tali, sono di sua mano.