Filippo Lippi: I santi Antonio Abate e Michele Arcangelo
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Sull’opera: “I santi Antonio Abate e Michele Arcangelo” sono due dipinti di Filippo Lippi realizzati con tecnica a tempera su tavola intorno al 1456-58, misurano 81,3 x 29,8 cm. (ciascuno) e sono custoditi nel Cleveland Museum of Art a Cleveland.
In origine le due tavole facevano parte del trittico, andato perduto, commissionato da Cosimo il Vecchio (Firenze, 1389 – 1464) nel 1456 per farne dono al re di Napoli, Alfonso d’Aragona (Napoli, 1448 – Messina, 1495), che lo ricevette nel 1458.
Del complesso pittorico si parla una missiva dell’artista, datata 20 luglio 1457 ed indirizzata allo stesso Cosimo il Vecchio, nella quale compare anche un piccolo schizzo che descrive sommariamente l’opera. Il Trittico fu molto apprezzato dal re, tanto che al Lippi aumentarono notevolmente le credenziali presso i Medici.
In quel periodo l’artista stava realizzando delle opere d’affresco nel Duomo di Prato, e le presenti tavole, insieme al perduto riquadro centrale, furono una delle tante cause (si vedano, per l’appunto, le “Storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista“) del rallentamento e dei vari intoppi nei lavori alla cattedrale, iniziati nel 1452 e portati a compimento soltanto dieci anni più tardi.
Nel 1871 le due ante, ormai smembrate, si trovavano sul mercato antiquario di Roma, dove furono acquistate da un certo Frederick Cook (Wikipedia, ma è doveroso fare presente che in quell’anno Frederick, quello famoso, aveva appena sei anni).