Il Botticelli: L’adorazione dei magi (Uffizi)
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Sull’opera: “L’adorazione dei magi” è un dipinto autografo di Alessandro Filipepi detto il Botticelli, realizzato con tecnica a tempera su tavola nel 1475, misura 111 x 134 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
L’opera viene largamente descritta nelle “Vite” del Vasari (1568), citata dall’Albertini (1510), dal Billi (negli scritti del 1515 e del 1516) e dall’Anonimo Gaddiano (1542 e 1548), come opera autografa del Botticelli.
Fu commissionata da Giovanni Zanobi del Lama (o Gaspare Zanobi del Lami, personaggio molto influente nel mondo della finanza e dell’arte, e frequentatore della famiglia de’ Medici) per il suo altare in Santa Maria Novella (lo riportano le stesse fonti di cui sopra, con il pieno accordo del Borghini ed il Baldinucci).
La concessione dell’altare passò più tardi alla famiglia Pedini, quindi fu ceduta Fabio Mandragoni, celebre mercante d’arte, il quale, su disegno dello stesso Vasari fece rinnovare completamente le cornici.
Il padronato dell’altare passò infine a Bernardo Vecchietti che sostituì l’opera del Botticelli con un altro dipinto. Nel 1796, dalla villa di Poggio Imperiale, in cui era stata trasferita dopo la rimozione dall’altare, passò agli Uffizi.
Nella pala sono stati inseriti certamente numerosi personaggi della famiglia de’ Medici e dell’alta società che frequentavano il “palazzo”, quindi, molti studiosi hanno proposto diverse ipotesi di identificazione che non stiamo ad elencarle tutte, salvo le più correnti: (A), con forti dubbi, il committente Giovanni Lami; (B) Lorenzo il Magnifico; (C) il Poliziano; (D) Pico della Mirandola (il committente, secondo il Gamba); (E) Cosimo il Vecchio; (F) Piero il Gottoso; (G) Giovanni de’ Medici; (H) Giuliano de’ Medici; (I) Giovanni Lami – il committente – (secondo Bode) (Filippo Strozzi secondo Ulmann); (L) Probabilmente Giovanni Argiropulo; (M) probabilmente Lorenzo Tornabuoni; (N) lo stesso Sandro Botticelli.
Per quanto riguarda la cronologia, c’è praticamente una rosa di ipotesi fra gli studiosi di storia dell’arte che si aggira tra il 1475 ed il 1478 (1475, Bode e Gamba; 1476, van Marle e Salvini; 1477 Horne Adolfo Venturi, Mesnil, Chastel; 1478 Ulmann e Schmarsow. Yashiro e Bettini, rimanendo isolati, gli assegnano un periodo più tardo.
Il dipinto subì gravi danneggiamenti e fu sottoposto a consistenti restauri, soprattutto nelle figure di re Gaspare, della Madonna e di san Giuseppe.
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