Biografia di Cosimo Rosselli
L’artista, fratello del miniatore-incisore Francesco (1448 circa – 1513 circa), nacque a Firenze intorno al 1439-40 da Lorenzo di Filippo Rosselli e da Tommasa di Giovanni da Monteficalle (seconda moglie del padre).
La sua formazione artistico Cosimo la svolse, tra il 1453 e il 1456, presso la bottega di Neri di Bicci (1418 – 1492) e, più tardi, a seguito del Baldovinetti.
La sua prima opera totalmente autografa, attualmente dispersa, fu una pala commissionata nel 1459 per la chiesa di Santa Trinita a Firenze.
Alcuni studiosi ipotizzano che l’artista abbia poi partecipato ad alcuni lavori con Benozzo Gozzoli, con il quale si evidenziano analogie stilistiche, e – in circostanze diverse – con il cugino Bernardo di Stefano Rosselli (Firenze 1450-1526).
Artista molto creativo e ricettivo, Cosimo fu anche sensibile allo stile dei fratelli Antonio e Piero del Pollaiolo, del Verrocchio, nonché dello stesso Baldovinetti. Risultano infatti delle evidenti affinità in varie opere del Rosselli, tra cui si ricordano: gli affreschi eseguiti tra il 1462 e il 1465 nella cappella Salutati per il Duomo di Fiesole. La Sacra Conversazione, realizzata nel 1468 per la chiesa San Pier Scheraggio e attualmente custodita nella Galleria degli Uffizi. I Santi Barbara, Giovanni Battista e Matteo (tavola), per la cappella di Santa Barbara nella chiesa della Santissima Annunziata, portata a compimento nel 1469 e oggi custodita nella Galleria dell’Accademia; la tavola con Sant’Anna Metterza e quattro santi, datata 1471, conservata a Berlino.
In quel periodo l’artista collaborava a Fiesole – in modo indipendente – con Mino da Fiesole (Poppi, 1429 – Firenze, 1484), col quale partecipò a vari lavori, tra cui quelli nelle chiese di Santa Maria in Campo e Sant’Ambrogio.
Nella chiesa di Santa Maria a Lungotuono a Castelfiorentino si conserva una pala d’altare, datata 1471 e totalmente autografa del Rosselli, raffigurante la Madonna col Bambino in trono tra i santi Antonio abate, Francesco, Chiara e Verdiana. La tavola è in cattivo stato di conservazione [Nicoletta Pons in Anna Padoa Rizzo, ed. 1997, rif. A pag. 281].
Esistono documentazioni (registri della Compagnia di San Luca) dalle quali si ricava che l’artista nel 1472 stava lavorando nella chiesa di Santa Maria «in Champo».
Datata 1473 è l’Annunciazione e quattro santi (attualmente conservata nel Musée du Petit Palais ad Avignone), una pala d’altare ove si evidenziano modi di Benozzo Gozzoli, Domenico Veneziano e Neri di Bicci.
Intorno al biennio 1475-1476, nel Chiostrino dei Voti della Santissima Annunziata, il pittore eseguì l’affrescò raffigurante la Vocazione di san Filippo Benizi.
Riferita intorno al 1480 è la Madonna col Bambino e angeli del Metropolitan Museum di New York, dalla quale emergono elementi stilistici del Verrocchio.
Nella primavera del 1481 il Rosselli fu chiamato a Roma da papa Sisto IV (1414 – 1484, eletto nel 1471) per gli affreschi nella Cappella Sistina insieme a Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino, Sandro Botticelli e collaboratori a loro seguito. Per la grande decorazione gli artisti dovevano accordarsi per non rendere discontinuo il lavoro generale attenendosi, quindi, alle comuni convenzioni rappresentative: un’omogenea struttura ritmica, una comune rappresentazione architettonica e paesaggistica, un comune andamento delle gradazioni cromatiche, nonché l’impiego di elementi di rifinitura come l’oro per dare risalto e splendore alle parti colpite dai bagliori delle varie fonti luminose. A proposito di ciò, dalle Vite del Vasari si ricava che fu proprio il Rosselli ad impiegare i «finissimi azzurri oltramarini e d’altri vivaci colori» e a enfatizzare con l’oro le lumeggiature: «perciocché que’ colori, siccome si era Cosimo imaginato, a un tratto così abbagliarono gli occhi del papa, che non molto si intendeva di simili cose, ancoraché se ne dilettasse assai, che giudicò Cosimo avere molto meglio che tutti gli altri operato. E così fattogli dare il premio, comandò agli altri che tutti coprissero le loro pitture dei migliori azzurri che si trovassero e le toccassino d’oro, acciocché fussero simili a quelle di Cosimo nel colorito e nell’esser ricche. Laonde i poveri pittori, disperati d’avere a soddisfare alla poca intelligenza del Padre Santo, si diedero a guastare quanto avevano fatto di buono». Cosimo Rosselli eseguì tre narrazioni “Discesa dal monte Sinai” con l’iscrizione “PROMULGATIO LEGIS SCRIPTE PER MOISEM”, il “Discorso della montagna e guarigione del lebbroso” e l’”Ultima cena”. Nel primo riquadro appare, nella zona alta, un Mosè inginocchiato mentre riceve le tavole: in primo piano un Mosè che, irato nel vedere gran parte del suo popolo in adorazione del vitello d’oro, rompe le Tavole della Legge; in secondo piano, sulla sinistra, un Mosè che riceve le nuove tavole. Il secondo affresco, ispirato dal Vangelo secondo Matteo (5,1-7,28) raffigura un sermone di Gesù ai suoi discepoli e ad una grande folla. Infine l’affresco con l’Ultima Cena ove, al di là delle tre finestre sul fondo, vengono narrati episodi della Passione: Orazione nell’orto, la Cattura e la Crocifissione. Un’altra opera che potrebbe essere assegnata – con dubbi – è quella del riquadro con il Passaggio del Mar Rosso.
Nel 1482 l’artista, al suo rientro a Firenze, eseguì una tavola intitolata a San Tommaso per la cappella Corbinelli in Santo Spirito.
Al periodo fiorentino vengono riferite anche alcune tavole a sfondo religioso, per varie del chiese del capoluogo toscano, e l’affresco del Miracolo dell’Eucaristia (1485-1486) della cappella del Miracolo del Sacramento nella chiesa di Sant’Ambrogio, ricordato nelle Vite del Vasari come il suo capolavoro a Firenze.
Riferita al 1490 circa è la Pala del Nocentino, attualmente a Berlino, commissionata dalla Compagnia degli Innocenti per la basilica di Santa Maria Novella.
Nell’ultimo periodo della sua carriera artistica, in seguito alle novità del Savonarola del quale fu seguace, la pittura del Rosselli si fece via via sempre più devozionale, fino a raggiungere il colmo nel patetismo.
Nel 1495 trasferì la sua bottega in un casamento dei Chellini presso piazza Duomo, ove ebbe allievi di grande portata come Fra Bartolomeo, Piero di Cosimo, Mariotto Albertinelli, Andrea di Cosimo Feltrini (Firenze, 1477 – Firenze, 1548). Di quest’ultimo periodo sono la Madonna in trono col bambino e i santi Jacopo, Pietro e Giovannino (oggi nella Galleria dell’Accademia di Firenze), realizzata per la Cappella Salviati in Santa Maria Maddalena dei Pazzi (allora chiesa del cestello) e l’”Incoronazione della Vergine e santi” (riferita al 1505) nella stessa chiesa.
Cosimo Rosselli morì il 7 gennaio 1507 a Firenze e fu sepolto in Santa Croce.
Bibliografia
Giorgio Vasari, Le Vite de Più Eccellenti Pittori, Scultori e Architettori,, Giunti, edizione del 1568, Firenze.
Filippo Baldinucci, seconda edizione delle “Notizie de’ professori del disegno da Cimabue in qua”, , Stecchi e Pagani, 1768-1774, Firenze.
A. Lorenzoni, Cosimo Rosselli, Libreria Internazionale Editrice anno 1921, Firenze.
Anna Padoa Rizzo, Arte e committenza in Valdelsa e in Valdera, anno1997, Octavo, Firenze, riferimenti alle pagine 27 – 28.
Arthur R. Blumenthal + A.A.V.V., Cosimo Rosselli Painter of the Sistine Chapel (Cosimo Rosselli Pittore della Cappella Sistina), Cornell Fine Arts Museum, Winter Park FL 2001.
Edith Gabrielli, Cosimo Rosselli catalogo ragionato, Umberto Allemandi & C., anno 2007, Torino.
Dal catalogo della mostra a cura di Serena Nocentini e Anna Padoa Rizzo, Maschietto Editore, anno 2011, Firenze: Benozzo Gozzoli e Cosimo Rosselli nelle terre di Castelfiorentino. Pittura devozionale in Valdelsa.