Signora ritta alla spinetta di Jan Vermeer
Sull’opera: “Signora ritta al virginale”, conosciuta anche come “Signora alla spinetta”, è un dipinto autografo di Jan Vermeer, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1670, misura 51,7 x 45,2 cm. ed è custodito nella National Gallery di Londra.
La firma dell’artista compare sullo strumento musicale. Il quadro esposto sulla parete frontale a sinistra, viene generalmente indicato come una pittura vicina alle maniere dei pittori tedeschi Allart van Everdingen (1621 – 1675) e Jan Wynants (1630-1684). Il quadro a destra, raffigurante un Cupido, viene riportato anche nel “Gentiluomo e ragazza con musica”.
Il dipinto in esame viene considerato da molti critici come il pendant delle “Signora seduta al virginale”, e, il Thoré-Bürger lo identifica con il lotto n. 37 battuto nel 1696 all’asta di Amsterdam, con il titolo di “Una giovane che suona il clavicembalo”, ceduto per 42 fiorini e 10 stuyvers. Probabilmente il lotto comprendeva anche il quadro gemello.
Lo stesso Thoré-Bürger identificò il dipinto con quello ugualmente designato, che apparve in due vendite ad Amsterdam: del 1714 (55 fiorini) e del 1797 (49 fiorini). Più tardi, a Londra, passando attraverso un’asta di Christie (1845), pervenne alla collezione del berlinese Solly il quale – due anni dopo – lo cedeva alla raccolta parigina di Lacroix. Da qui pervenne allo stesso Thoré-Bürger, alla cui dispersione – svoltasi nel 1892 a Parigi – approdò alla National Gallery di Londra per 2400 sterline.
Per quanto riguarda la cronologia, l’opera viene generalmente riferita al biennio 1670-’71.
A proposito dell’opera, e del “fare ghiacciato” dell’artista, il Descargues scriveva: d’una stesura, cioè, in cui le zone in luce furono dipinte tutte con lo stesso valore, e soltanto alla fine vennero ‘rialzate’ con accenti più risentiti sul viso e sulle vesti; analogamente, le parti in ombra: delle quali il braccio retrostante si riduce a una superficie piatta, e cosi sarebbe del fianco del virginale, se da ultimo non fosse intervenuto l’effetto di falso marmo”.