Jan Vermeer: La lettera d’amore
Sull’opera: “La lettera d’amore”, o “Fantesca e signora con lettera”, o “Amoroso”, è un dipinto autografo di Jan Vermeer, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1667, misura 44 x 38,5 cm. ed è custodito nel Rijksmuseum ad Amsterdam.
Firmato sulla sinistra, nella zona sopra il cesto della biancheria.
Il terzo titolo, riferito all’ “Amoroso”, è quello tramandato dalla tradizione e viene – naturalmente – collegato al gusto interpretativo di gran parte dell’opera vermeeriana, ma tuttavia ben distinto da quello di altre raffigurazioni dell’artista dove compaiono altre scene epistolari: distinzione dovuta soprattutto dall’eccezionalità della struttura compositiva che tanto assomiglia ad un trittico, con la scena principale collocata al centro, ripresa attraverso l’apertura di un non ben definito uscio, parzialmente coperta in alto da una tenda che scende sullo ‘scomparto’ di destra, proseguendo dietro un seggiolone sul cui sedile poggiano moltissimi spartiti musicali. Nell’ala di sinistra, su una parete, ripresa in scorcio, è appesa una grande carta geografica.
Al centro, ben evidenziati in primo piano su contrastanti pianelle, appare lo spazzolone insieme ad altri elementi per le pulizie, mentre in secondo piano si svolge la scena principale con la signora e la fantesca. La prima, con una scintillante veste gialla e toletta d’ermellino, ha una citara ed indossa molti gioielli; la seconda, un vestito con forme e colori più volte impiegato dal pittore . Dietro alla fantesca, in alto, pende una veduta paesaggistica (secondo il Bloch si tratta di “nella maniera di Wijnants”) e un paesaggio marino non identificato. Più sotto, dietro le due donne, un pannello di cuoio con ornamenti dorati (come nella “Fede”). A destra, attraverso la cornice e la colonna, s’indovina un caminetto.
L’opera in esame faceva parte della collezione di J. F. van Lennep di Amsterdam, quindi passò, nel 1892, per la “vendita Messchert van Vollenhoven” della stessa città, dove venne acquistata per 41.000 fiorini. Infine nel 1893 pervenne al Museo.
Per quanto riguarda la cronologia, la tela viene generalmente riferita agli anni 1665-70, con tendenza — da parte degli studiosi del Novecento — verso il termine più tardo.