Pagine correlate agli artisti: Le opere del Tura – Le opere del Cossa – Le opere del de’ Roberti – La critica al Tura – La critica al Cossa – La critica al de’ Roberti – Il periodo artistico dei tre pittori – bibliografia – Pittori ferraresi e il Ciclo dei “Mesi” a Palazzo Schifanoia.
Le biografie di tre grandi artisti del Quattrocento ferrarese
Biografia di Cosmè Tura
Cosmè Tura, o anche Cosimo Tura, nasce a Ferrara intorno al 1430 (probabilmente 1433) da Domenico, un calzolaio.
La sua prima formazione, secondo Vasari, avviene sotto la guida di Galasso Ferrarese. È il pittore ufficiale della famiglia degli Estensi e può essere accreditato come il principale fondatore della Scuola di Ferrara, della quale è sicuramente uno dei maggiori esponenti.
Cosmè Tura non è soltanto attivo nel campo della pittura generica e della decorazione nelle chiese, ma è anche un abilissimo scenografo nelle feste e manifestazioni popolari, che spesso vengono organizzate dai duchi.
Nella seconda metà del Quattrocento, precisamente tra il 1450 ed il 1470, le zone del ferrarese sono teatro di uno sviluppo espressivo di notevole entità, che non trova riscontro in nessun periodo della Storia dell’arte figurativa italiana e, forse europea. In questo periodo, che coincide con quello che vede al governo Borso d’Este, assistiamo alla nascita ed allo sviluppo di un linguaggio pittorico molto raffinato ed eccentrico che renderà famosa l’arte ferrarese di questa seconda metà del Quattrocento. Dal 1467 al 1472 Cosmè Tura dipinge diversi affreschi: realizza la decorazione della cappella di Francesco Sacrati in S. Domenico e, poco più tardi, nella chiesa di Belriguardo, su richiesta di Borso, le Storie della Vergine, due grandi capolavori andati purtroppo perduti. Di questa serie, arrivano a noi soltanto le ante d’organo della Cattedrale dove vengono raffigurati l’Annunciazione e San Giorgio che lotta contro il drago per liberare la principessa.
Affresca le sale della biblioteca di Pico della Mirandola e progetta la decorazione del Palazzo Schifanoia. Cosmè Tura morirà nell’aprile del 1495 e sarà sepolto nella chiesa di San Giorgio fuori le Mura.
La sua pittura giovanile risente degli influssi di Mantegna, mentre quella dell’età matura è del tutto originale, con composizioni ricche di fastosità e di solido plasticismo delle figure, in un superficiale realismo che oscilla tra realtà e fantasia, fondato principalmente sulla stesura delle gamme cromatiche, in una scrupolosa ricerca del nuovo.
Biografia di Francesco del Cossa
Su Francesco del Cossa ci sono poche testimonianze che possano documentarne l’attività artistica. Nasce nel 1435(6) e muore, all’età di soli 42 anni, nel 1478.
La data di morte è documentata da uno scambio epistolare avvenuto nel 1478 tra Sebastiano Aldrovandi e Michele Salimbeni, nel quale si parla appunto della sua prematura morte a 42 anni avvenuta in quei giorni.
La prima documentazione, relativa alla sua attività artistica, è una ricevuta di pagamento per la realizzazione di un lavoro raffigurante una deposizione con tre immagini su un finto supporto marmoreo, per l’altare nella Cattedrale di Ferrara. L’opera è andata distrutta in seguito alla ricostruzione dell’abside intorno alla fine del secolo.
Nel 1460 Francesco è già un pittore affermato e conosciuto, ma ancora legato all’attività del padre. Questi è un esperto muratore che realizza importanti lavori per edifici pubblici dove spesso necessitano, al suo interno, finimenti decorativi. Nel dicembre del 1462, già completamente affrancato dal padre, si trova a Bologna come testimone del battesimo di un componente della Famiglia Garganelli (documentazione importante in quanto attesta la frequentazione di Bologna e della Famiglia Garganelli, per la quale realizzerà i famosi affreschi in San Pietro).
Intorno al 1470 Francesco, povero e mal ridotto, si trova nuovamente a Ferrara per richiedere al duca Borso d’Este il pagamento di una sua prestazione artistica: con una lettera reclama dignitosamente un più consono e decoroso trattamento economico per gli affreschi nella sala dei Mesi di Schifanoia, opera da lui ritenuta migliore di quelle realizzate nelle altre pareti da altri artisti. Da qui si vede costretto a ritornare a Bologna dove inizierà una intensa stagione di realizzazioni artistiche, contrassegnata da committenze molto prestigiose.
Nel 1472 realizza la famosa Madonna del Baraccano, un’opera votiva di grande rilievo commissionata dalla famiglia Bentivoglio. Nell’anno seguente è attivo nella basilica di San Petronio, dove prepara i cartoni che raffigurano i santi Petronio e Agostino per due tarsie, ed insieme al de’ Roberti, dipinge la maestosa “macchina pittorica” nella cappella di Floriano Griffoni. Nel 1474 porta a termine la Pala dei Mercanti commissionata da Domenico Amorini ed Alberto de Cattani. Nel 1478, proprio nel periodo dei lavori di decorazione nella chiesa di San Pietro di Bologna, viene stroncato, in brevissimo tempo, dalla peste. L’opera viene portata a termine da Ercole de’ Roberti.
Biografia di Ercole de’ Roberti
Ercole de’ Roberti, o semplicemente Ercole da Ferrara, nasce nell’omonima città nel 1450(1) e muore intorno al 1496. La sua formazione artistica si forgia sotto la guida di Francesco Cossa e di Cosmè Tura.
Con Cossa collabora attivamente alla decorazione del palazzo Schifanoia e, in seguito, alla Pala di San Lazzaro e al Polittico Griffoni.
Anche Ercole lavora presso la corte degli Estensi a Ferrara. Nella sua città intorno al 1479, insieme al fratello Polidoro e ad un orafo piacentino, apre una bottega. In breve tempo è già un pittore affermato, quindi si sposta per la realizzazione di opere importanti, in altre città della regione e fuori (Roma e Venezia), spingendosi perfino in Ungheria come pittore di corte.
Nonostante la sua ricca produzione artistica, Ercole de’ Roberti non sarà mai soddisfatto per la mancanza di un giusto rientro economico. La sua celebrità inizierà subito dopo la sua morte.