“Impegno sociale” ed il divisionismo italiano
Negli ultimi due decenni dell’Ottocento assistiamo, in tutto il continente europeo, ad un certo recupero da parte degli artisti, di temi inerenti all’impegno sociale, che già avevano fatto la loro larga apparizione nel 1848 nelle opere di Courbet, Daumier e Millet.
La spiegazione di questo rinnovato interessamento è da ricercare nella divulgazione di concetti anarchici e socialisti, nella piena fiducia nella classe lavoratrice in via di emancipazione, ma anche nel senso di malcontento relativo ai temi veristi di “maniera” diventati obsoleti nell’aneddotico rendimento cronachistico: ne consegue il bisogno di una ricerca di contenuti più complessi nella pittura, tanto da esprimere con forza concetti progressisti.
Il Nord Italia, che ha sentito maggiormente gli effetti dello sviluppo industriale, già influenzato dal realismo della pittura di stampo courbettiano del Faruffini (Federico, Sesto S. Giovanni, 1831 – Perugia, 1869) e del Pagliani (Eleuterio, 1826-1903), diventa fertile terreno alla manifestazione di queste nuove sollecitazioni, che nel 1891, a Milano, in occasione della prima Triennale di Brera, si esprimono attraverso sculture ed opere pittoriche.
Per questa occasione vengono proposte opere come: “Parlatorio Pio Albergo Trivulzio” (un olio su tela dalle dimensioni di cm. 60×45) di Angelo Morbelli (Alessandria, 1854 – Milano, 1919) che avvia la rappresentazione dei drammatici aspetti della condizione di isolamento degli anziani, e l’”Oratore dello sciopero” di Emilio Longoni (Seveso, 1859 – Milano, 1932), per mezzo della quale l’artista denuncia il grosso problema dell’occupazione.
Intanto l’Esposizione Triennale di Brera segna anche l’esordio di una nuova tecnica di pittura, elaborata in modo del tutto autonomo da alcuni pittori che si trovano raggruppati sotto la comune classificazione di “divisionisti”.
Il Divisionismo
Il Divisionismo ha origine in Italia intorno agli ultimi anni dell’Ottocento, si sviluppa in un periodo abbastanza lungo, e secondo alcuni critici d’arte, il movimento raggiunge la sua massima espressione con Pellizza da Volpedo, mentre secondo altri, con Segantini.
Le direttive del divisionismo, che nascono nei territori ligure e lombardo, sono codificate da principi base delineati e sviluppati da Gaetano Previati.
La nuova tecnica nasce dalla ricerca nella rappresentazione del reale e degli effetti di luminosità, con accostamenti di colore puro come già avvenuto in Francia con il puntinismo (pointillisme).
La differenza sostanziale tra i due movimenti riguarda principalmente gli aspetti tecnico-scientifici e le caratteristiche artistiche e simboliche. Infatti nell’esperienza divisionista confluiscono le inquietudini estetiche, le sollecitazioni sociali ed uno spiccato confronto con i principi delineati dalla crescente ricerca scientifica.
Nel divisionismo non sfuggono le ripercussioni avute dal Neoimpressionismo francese, nonostante il distacco dall’idea di “arte-ricerca” e l’indirizzarsi verso un’arte a carattere simbolico.
Altra differenza va ricercata nei precedenti pittorici dei due movimenti, cioè l’impressionismo in Francia e la Scapigliatura–Decadentismo in Italia. Ambedue le tecniche seguono il principio della mescolanza del colore che avviene nella retina dell’osservatore.
Il riconoscimento ufficiale del Divisionismo avviene nel 1891, in occasione della Prima Triennale di Brera. Lo sviluppo puramente tecnico sta nel fatto che i puntini di colore stesi sulla tela si fanno sempre più lunghi e frastagliati, fino a diventare veri e propri filamenti, spesso neanche accostati tra loro ma sovrapposti: questo profondo cambiamento porterà, in seguito, al dinamismo dei futuristi.
Della pittura degli scapigliati lombardi dei decenni precedenti, vengono mutati gli interessi contro le forme classiche, contro il contenuto a tema mitologico e storico dettati dalla tradizione, sostenendo invece la figura carica di introspezione psichica ed affettiva che non mancano al Realismo.
Dal lato puramente tecnico, la Scapigliatura viene avvicinata all’Impressionismo per i forti contrasti di luce-ombra e per gli accostamenti di colore carichi di effetti spumosi, ma si differenzia per l’accentuata sensibilità e per la profondità interiorità dell’interpretazione.
I più importanti esponenti del movimento divisionista sono Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Filippo Carcano, Alessio di Lernia e Plinio Nomellini.
Di alto interesse sono la scuola lombarda, quella piemontese e, in modo particolare, quella ligure con esponenti come Cornelio Geranzani, Rubaldo Merello, Eso Pelluzzi e Giuseppe Cominetti.