Simone Martini: Le Vetrate di Assisi
Sull’opera “Vetrate di Assisi”: Trattasi di una serie di dipinti attribuiti a Simone Martini, la cui superficie totale è 570 x 400. L’opera è custodita nella Chiesa Inferiore di San Francesco, Cappella di San Luigi ad Assisi.
I dipinti attribuiti al Maestro decorano le vetrate della cappella dedicata, in origine, a San Ludovico (per altri studiosi, San Luigi di Francia).
Oggi la stessa cappella è dedicata a Santo Stefano, ubicata di fronte a quella di San Martino.
La quadrifora (570 x 400 cm.) che li contiene presenta un grandissimo rosone di coronamento (in alto al centro), ornato da motivi geometrici come pure i due gruppi sottostanti, formati entrambi da quattro lobi.
Nove triangoli curvilinei completano la strutturazione alta dell’intera opera: nei quattro triangoli inferiori sono raffigurati gli Angeli, in quelli laterali in alto, basilischi con testa umana: in ciascuno dei due piccoli tondi a lato del rosone (compresi tra i triangoli laterali), è raffigurato un busto di Profeta.
Nelle zone ogivali delle vetrate sono rappresentati – a partire da sinistra e dall’alto – i simboli degli Evangelisti; sotto, le immagini di San Ludovico da Tolosa, del Cristo benedicente, della Madonna e di San Luigi di Francia. Sotto a questi, quattro busti di Angeli. Ancora sotto, le immagini di San Luigi di Francia genuflesso in preghiera, San Francesco, Sant’Antonio da Padova e quella del cardinale Gentile Partino da Montefiore. Negli sfondi a tono azzurro che circondano i santi Ludovico da Tolosa e Luigi di Francia, viene rappresentato anche l’emblema araldico del giglio dorato, come pure negli sfondi di diverso motivo del San Luigi genuflesso e del cardinale Gentile Partino.
La stretta relazione tra la presente cappella, decorata con gli affreschi Dono Doni (Assisi, 1505 – 1575) e quella situata frontalmente, non riguarda soltanto la semplice memoria del committente (in questa, venne sepolto il cardinale Gentile Partino) ma anche il programma celebrativo congiunto della famiglia d’Angiò e dell’ordine dei frati francescani, avviato nel sottarco e nelle vetrate della cappella di San Martino.
In base all’identità del committente ed allo stile figurativo ‘senese’ delle vetrate hanno preso forza le varie supposizioni, difficilmente dimostrabili, che almeno il tratto appartenesse a Simone Martini.
A dare maggior peso a queste supposizioni – ma sempre scarsamente verificabili – è l’ipotesi suffragata da molti studiosi che l’artista avesse avuto una parte attiva negli affreschi delle pareti.