Pagine correlate alla Biografia di Raffaello Sanzio: Le opere di Raffaello – La Pittura di Raffaello pag. 2 pag. 3 pag. 4 – La Scuola di Raffaello – Il periodo artistico – La critica Raffaello dalle Vite di Vasari (pdf).
(Urbino, 28 marzo 1483 – Roma, 6 aprile 1520)
Raffaello è l’artista che conquista la vetta più alta della bellezza nel campo della pittura.
Nasce ad Urbino il 28 marzo 1483. Non ha i turbamenti e il nervosismo di Leonardo da Vinci e neanche le turbolenti agitazioni di Michelangelo Buonarroti: la grande pacatezza e una celestiale ispirazione sono le principali doti che lo guidano nella realizzazione di opere eterne.
La produzione pittorica di Raffaello può essere riepilogata in tre periodi: Il periodo di Perugia, di Firenze e di Roma.
Periodo di Perugia.
Dopo aver appreso le prime conoscenze da Giovanni Santi e Timoteo Viti (gradevole artista della Scuola del Francia, nato ad Urbino nel 1469 e ivi morto nel 1523), Raffaello nel 1499 incomincia a frequentare lo studio del Perugino e dopo una breve esperienza, hanno origine i suoi primi importanti passi della sua fugace e gloriosa esistenza.
I capolavori che Raffaello realizza in questo periodo, riflettono in modo abbastanza evidente l’arte del suo maestro, ma si manifestano con un maggior vigore d’ispirazione e di naturalezza che affascina chiunque: egli dipinge con un’eleganza ineguagliabile, con un impulso vivace e brioso la bellezza giovanile. Le sue opere hanno un cromatismo ricco di armonia e di luminosità. In questo periodo Raffaello realizza le seguenti opere:
“La Madonna” della raccolta Solly, “la Madonna del Libro” custodita nel Museo dell’Eremitaggio a Pietroburgo, “l’Incoronazione della Vergine” nei musei del Vaticano e “lo Sposalizio” a Brera.
Nel periodo di transizione (Siena ed Urbino), poco prima di spostarsi a Firenze dipinge “Le tre Grazie“, il “S. Giorgio”, il “S. Michele” e il “Sogno del cavaliere ” attualmente custodito nel Museo nazionale di Londra.
Periodo fiorentino
Questo suo periodo artistico ha inizio nel 1504. Proprio in questo anno Raffaello incomincia a manifestare tutta la sua genialità.
Da un accurato studio sui capolavori dei più celebri maestri di Firenze, Raffaello ricava nuove e vigorose capacità creative. Studia le opere di Giotto, di Masaccio al Carmine, di Filippino e di Botticelli. Da Leonardo impara le tecniche dei suoi meravigliosi chiaro-scuri, dei colori e le nuove regole della prospettiva. Da Fra’ Bartolomeo impara il linguaggio e l’armonia della composizione.
I soggetti più frequentemente realizzati da Raffaello sono le Madonne e le Sacre Famiglie in cui egli riversa tutta la sua più limpida e fresca vena artistica. I quadri realizzati in questo periodo sono prevalentemente opere da cavalletto e pale d’altare. Nel 1505 realizza un affresco in S. Severo a Perugia. Altre sue opere sono: le Madonne del Granduca e quella del Baldacchino (Palazzo Pitti), la Madonna del Prado a Vienna e la Madonna del cardellino agli Uffizi. A questo periodo appartengono anche il suo Autoritratto, i ritratti di Maddalena Doni, Agnolo Doni e la Deposizione. Quest’ultima è considerata la sua prima opera a carattere drammatico.
Periodo romano
Dal 1508 ha inizio il suo soggiorno a Roma che gli apre, con la maestosità dei suoi monumenti e la bellezza classica dei suoi grandissimi capolavori, mete più vaste ed elevati ideali.
In questo periodo e fino alla sua prematura morte, Raffaello si manifesta prepotentemente in tutto il suo fascino con deciso e vigoroso ingegno.
A questi 12 anni che costituiscono il periodo romano, appartengono difatti le sue opere più grandiose. Tra queste opere eccellenti si ricordano soprattutto le decorazioni delle Stanze e delle Logge, che sono senza ombra di dubbio le sue creazioni più belle. La Scuola d’Atene e la Disputa del Sacramento, entrambe nella Stanza della Segnatura, sono tra le più esemplari pitture che l’uomo abbia mai realizzato.
Nella Stanza di Eliodoro sono rappresentati la “Messa di Bolsena“, la “Cacciata di Eliodoro“, “l’incontro di San Leone ed Attila”, la “Liberazione di San Pietro”, ed altro. Nella terza Stanza che Leone X gli ordina di decorare, Raffaello realizza il meraviglioso affresco dell’Incendio di Borgo e parte della Battaglia di Ostia. Proprio da queste ampie rappresentazioni viene fuori, nel modo più evidente, l’influsso michelangiolesco della Sistina. La grande mole di lavoro non permette a Raffaello di decorare personalmente e per intero le Logge, dipinte in gran parte dai suoi allievi, naturalmente sotto la competente guida del Maestro.
Oltre i famosi cartoni realizzati per gli arazzi della Sistina ed altre famose Madonne, (Madonna di Foligno custodita in Vaticano, Madonna del Pesce a Madrid e la Madonna del Diadema a Louvre), Raffaello dipinge, meravigliosi ritratti, tra i quali spiccano quello di Giulio II (agli Uffizi di Firenze) e di Leone X (a Palazzo Pitti, Firenze). Nel campo della pittura mitologica egli crea la Storia di Galateo (alla Farnesina). Gli ultimi suoi immortali capolavori sono la “Santa Cecilia” (1516) nella Pinacoteca di Bologna, la “Madonna della Seggiola” (Palazzo Pitti), la “Madonna di San Sisto” (a Dresda) e la “Trasfigurazione” (in Vaticano), ultima sua opera, meravigliosa creazione che ben imprime un timbro al grandioso ciclo dei suoi immortali capolavori.