Scapigliatura
La Scapigliatura (dal termine francese “bohème” = vita da zingari) fu un movimento artistico-letterario, nacque nelle regioni settentrionali italiane intorno al 1850-60 ed ebbe come epicentro gli ambienti milanesi. Il movimento si sviluppò in breve tempo in tutta la nostra penisola.
Il globale significato del termine, che si riferiva all’anticonformismo ed alla vita disordinata degli intellettuali parigini, viene ampiamente descritto nel romanzo “Scènes de la vie de bohème” (1847-1849) di Henri Murger.
Gli aderenti al movimento della Scapigliatura rifiutavano la cultura tradizionale ed i normali criteri del comportamento borghese. Una tra le principali mete degli scapigliati era quella di moderare la cultura ufficiale italiana, scagliandosi verso i dettami romantici, che consideravano languidi ed esteriori, ma si opponevano con grande animosità anche all’ormai consolidato provincialismo della cultura risorgimentale.
Guardavano la realtà cercando in ogni modo di scoprirne il collegamento con il profondo dell’anima. Questo portò inevitabilmente nella loro poetica anche la malattia, che talvolta si ripercuoteva tragicamente sul loro stile di vita, accorciandogliela, proprio come ai bohémiens francesi.
La Scapigliatura – che nonostante i consolidati sviluppi non fu una scuola o un movimento pianificato con un comune dettame, né rappresentata in manifesti o scritti teorici – riuscì di far emergere in Italia i primi conflitti tra persone d’intelletto e società, che si riscontrano nel Romanticismo europeo.
Il termine “scapigliatura” venne coniato da Carlo Righetti (meglio conosciuto come Cletto Arrighi) nel romanzo (1862) La Scapigliatura e il 6 febbraio.
Altri intellettuali (letterati, artisti e musicisti) aderenti al movimento sono: Vittorio Imbriani, Iginio Ugo Tarchetti, Giovanni Camerana, Arrigo Boito ed Emilio Praga, Carlo Dossi, lo scultore Giuseppe Grandi e i pittori Mosè Bianchi, Daniele Ranzoni, Tranquillo Cremona, Arrigo Boito (compositore e librettista), Alfredo Catalani, Franco Faccio e Amilcare Ponchielli.
Anche Giacomo Puccini, almeno nei primi momenti del suo esordio, apprezzava il mondo della Scapigliatura.