(Venezia, 5 novembre 1702 – Venezia, 8 maggio 1785)
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Pietro Antonio Falca, meglio conosciuto come Pietro Longhi, nasce il 5/11/1702 (altre fonti indicano il 15/12/1701) a Venezia presso la parrocchia di Santa Maria.
Già dalla tenera età Pietro mostra grande attitudine per l’attività artistica e suo padre, vedendolo spesso assorto nelle sue caratteristiche creazioni, lo incoraggia alla tecnica disegno.
Per la sua prima formazione artistica, Pietro, ha la fortuna di conoscere il celebre pittore Antonio Balestra che lo tiene con sé per diversi anni, insegnandogli l’arte del dipingere, e in seguito, tramite conoscenze, lo manda a Bologna come assistente del pittore Alessandro Longhi. Qui viene a contatto diretto con la pittura di Gambarini, un raffinato pittore di scene di genere, tipiche del periodo.
La sua prima importante opera documentata risale al 1732: la pala di “San Pellegrino condannato al supplizio”. In questa opera sono evidenti gli influssi di sapore Barocco di Balestra, ma anche di Tiepolo e di Sebastiano Ricci.
Sempre nello stesso anno si unisce in matrimonio con Caterina Maria Rizzi e l’anno dopo nasce Alessandro, il primogenito di undici figli, ma soltanto Alessandro, Antonia-Lucia e Maddalena raggiungeranno la maggiore età.
Dello stesso anno (1733) risulta la pala dell’”Adorazione dei magi” nella Scuola di S. Giovanni Evangelista di Venezia, sparita dalla chiesa di Santa Maria Materdomini.
Nel 1734 porta a compimento gli affreschi (soffitto e pareti) dello scalone di Ca’ Sagresco, (importante è la raffigurazione della “caduta dei giganti” ). Dopo quest’opera Pietro Longhi abbandona per un certo periodo la pittura a sfondo religioso, e gli influssi dello stile bolognese prevalgono nelle sue scene di genere, in raffigurazioni di tematiche agresti ispirate dalla pittura contemporanea fiamminga ed olandese. In seguito porta nelle sue opere scene di salotti inglesi e francesi, non più come in precedenza carichi di forti effetti luminosi e contrasti, ma con un cromatismo che infonde pacatezza ed una composizione ricca di particolari: “Il concertino”, “la lezione di danza”, “la toeletta” e “il sarto”.
La sua pittura è destinata ad altri leggeri influssi provenienti dalle opere della celebre pittrice-pastellista Rosalba Carriera. Questi lo portano ad una stesura cromatica più fine e ad un discreto uso di ombreggiature di vario colore, con tocchi di pennello molto leggeri che lasciano sul supporto macchioline di gradevole luminescenza.
Nel 1745 Longhi termina gli affreschi della chiesa di San Pantalon, nella cappella della Madonna di Loreto, con le raffigurazioni della “Madonna con il Bambino angeli e santi”, l’Apparizione della Madonna, la Madonna di Loreto ed altre Madonne con santi martiri. Le gamme cromatiche, in queste opere, hanno una morbida e delicata gradazione, tanto da far temere, all’osservatore, che una semplice corrente d’aria le porti via: tenui rosa, delicati azzurri, luminosi gialli e arancioni, danno alle opere un senso di serena vitalità.
La sua pittura è destinata a mutare di nuovo dagli inizi degli anni Sessanta e le sue tonalità si fanno brunastre con linee prospettiche poco curate. Si ipotizza una sua scelta consapevole, all’inseguimento del linguaggio rembrandtiano, proprio con la stessa metamorfosi subita dal Nogari, suo contemporaneo, ma in ultima analisi viene alla luce la sua stanchezza che negli ultimi anni non gli dà la capacità di rinnovarsi.
Nel 1763 Pietro Longhi è alla direzione dell’Accademia Pisani del Disegno e dell’Intaglio. Da questo periodo inizia l’attività ritrattistica alla quale partecipa attivamente anche il figlio Alessandro. L’8 maggio del 1785, in seguito ad un breve periodo di malattia, Pietro Longhi muore; dai suoi sintomi si presume sia stato stroncato da un infarto.