Michelangelo Buonarroti: La Punizione di Aman nella Cappella Sistina
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La punizione di Aman
Sull’opera: La Punizione di Aman è un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato intorno al 1511-1512 e fa parte della decorazione del soffitto della Cappella Sistina in Vaticano. La composizione, che misura 585 × 985 cm., venne commissionata da papa Giulio II.
Il Vasari nelle sue Vite avvicinò questa raffigurazione al testo biblico (Ester, III): Ester, nipote di Mardocheo era una schiava ebrea che andò in sposa al re Assuero.
In occasione d’un contrastante dissidio fra lo zio di Ester ed il visir Aman, quest’ultimo accusato di promuovere una congiura, essa ottenne l’abrogazione di un decreto di carneficina contro la popolazione ebraica, emanante dal visir, e la condanna dello stesso.
Storia
Nel dipingere il soffitto della Cappella Sistina, l’artista iniziò dalle campate in corrispondenza dell’ingresso, la cui porta veniva aperta per le solenni cerimonie presiedute dal pontefice. Durante la settimana santa una processione, con la presenza del papa e del suo seguito si spingeva fino alle campate sopra l’altare. La Punizione di Aman (Ester 7,1-10), che si trova nel pennacchio in corrispondenza dell’altare (a destra), fu una delle ultime composizioni a essere eseguite sulla volta.
L’affresco, che mostrava una zona da cui era caduto l’intonaco, fu restaurato nel 1570 dal Carnevali e poi dal Mazzuoli (1710-1712). La parte, restaurata ed integrata, si riconosce facilmente nelle tre figure sulla sinistra. Infatti i restauratori le realizzarono in riferimento ad un cromatismo già annerito nel tempo dai fumi ed altri agenti presenti nell’ambiente. L’ultimo restauro ha evidenziato le differenze con i colori originali.
Descrizione
La scena della Punizione di Aman è raffigurata in uno dei quattro pennacchi agli angoli della volta. Si trova a destra dell’altare (osservatore con le spalle rivolte verso la porta d’ingresso in cappella). I quattro affreschi narrano altrettante storie del Vecchio Testamento, tutte collegate ad una generale tematica: la protezione del popolo israelita da parte di Dio.
Nella presente composizione, Aman appare in tre scene (a destra, a sinistra e al centro del pennacchio).
Nella zona di destra Assuero, re di Persia, invia Aman a prendere gli abiti regali per Mardocheo, raffigurato seduto su uno scalino.
A sinistra Ester rivela la congiura di Aman al sovrano.
Infine la scena del centro mostra la punizione di Aman, che appare nudo su una specie di croce in preda alla disperazione. Il testo biblico (Ester 7,1-10) la narra invece con il supplizio dell’impiccagione.
Le tre figure del personaggio in oggetto sono sempre facilmente riconoscibili per la stessa veste gialla, che nella scena del martirio appare come un panno ormai volato via dal suo corpo.
In questa raffigurazione, come altre dei riquadri adiacenti, Michelangelo persistette soprattutto sugli scorci. In tal modo le realizzò tenendo conto al generale punto di osservazione del fruitore dell’intera opera, che sarebbe stato lungo l’asse centrale avendo le spalle rivolte all’ingresso.
L’artista portò a compimento il pennacchio in esame in ventuno giornate ma, soltanto per il personaggio Aman, ne furono necessarie tre.
Il disegno fu eseguito sul cartone e poi trasferito con incisione diretta sull’intonaco all’angolo della volta. Proprio in considerazione della forma di questo terminale spazio, Michelangelo dovette svolgere il lavoro con estrema cura.
Due fogli a sanguigna, che richiamano le figure di Aman, sono custoditi, uno al Museo Teylers di Haarlem (Paesi Bassi) e l’altro al British Museum di Londra.
Le storie raffigurate negli altri tre pennacchi sono: David e Golia, Giuditta e Oloferne e il Serpente di bronzo