Sandro Botticelli: Prove di Mosé nella Cappella Sistina
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Sull’opera: “Prove di Mosè” è un dipinto di Alessandro Filipepi detto il Botticelli, realizzato (con aiuti) nel 1481-82, impiegando la tecnica ad affresco nella Cappella Sistina in Vaticano, le cui misure sono 348,5 x 558 cm.
Dal confronto tra il Vecchio ed il Nuovo Testamento che impronta per intero il ciclo delle ‘storie’ botticelliane della Cappella Sistina, l’affresco in esame si riferisce alle “Prove di Cristo” (pagina successiva).
Qui sotto è riportata la foto con la numerazione che identifica episodi e personaggi, di cui tutti gli studiosi sono concordi, tranne Steinmann, Bode, Gamba e Mesnil per quanto riguarda il ritorno di “Mosè con la famiglia” in Egitto (n° 8), che lo interpretano come l’esodo degli ebrei dallo stesso Egitto. L’ordine cronologico viene così descritto:
Mosè (1), nonostante non sapesse ancora di appartenere alla stirpe ebrea, sta uccidendo un egizio che aveva fatto del male ad un israelita, che, come raffigura l’episodio sulla sinistra (2), viene soccorso ed assistito da una donna.
Mosè, con indosso lo stesso vestito, fugge (3) con l’intento di raggiungere il paese di Madian dove manda via pastori che impedivano alla figlia del sacerdote Jetro di prendere l’acqua per abbeverare il gregge (4). Più sotto, sulla sinistra, Mosè sta aiutando le due donne (5) e quindi, ormai conquistata la fiducia del sacerdote, viene assunto come guardiano delle proprietà.
Sopra (6), lo stesso personaggio si toglie i calzari per percorrere il roveto ardente che lo porta da Jehova (7) con il quale ha un colloquio. La prova termina positivamente e Mosè (8) ritorna in Egitto con la famiglia.