Jean-Auguste-Dominique Ingres: Giove implorato da Teti
Sull’opera: “Giove implorato da Teti” è un dipinto autografo di Ingres realizzato con tecnica a olio su tela nel 1811, misura 327 x 260 cm. ed è custodito nel Musée Granet a Aix en Provence.
A destra, sul gradino basso, reca la scritta “Ingres. Rome”.
L’artista ha tratto il tema della presente composizione dal primo canto dell’Iliade, dove Teti chiede e ottiene da Giove di ostacolare i greci per far sì che Achille torni a combattere.
Ingres già diversi anni prima aveva incominciato a pensare al tema di questo dipinto come risulta da una missiva inviata a Forestier, datata 25 dicembre 1906.
Alcuni studiosi accostano l’aspetto iconografico del dio della presente tela a quello di un Giove raffigurato in Vaticano (con molte probabilità il “Giove d’Otricoli”), mentre altri indicano un Giove inciso da Clarac (fonte: Musée, 1820).
L’opera, che costituisce l’ultima “spedizione” da Roma (“envoi de Rome”), eseguita durante il soggiorno a villa Medici, non viene giudicata positivamente nei registri (anno 1812) dell’ “Academie” di Parigi, per la vistosa forzatura della posa di Teti (allo scopo di spiegare l’eccessiva altezza del collo di Teti si addussero addirittura disfunzioni alla tiroide) (fonti: Lalgnel-Lavastine, “Aesculape”, anno 1929). Secondo la testimonianza di un disegno a Montauban risulta che per Giove posò un contadino soprannominato Boyer d’Agen.
Ingres non riuscì a vendere la composizione che rimase nel suo studio fino al 1834, anno in cui pervenne, tramite acquisto, al governo francese. Questi la inviò ad Aix en Provence, sotto richiesta di Granet.
Nel secolo scorso il dipinto subì un importante restauro che restituì il pregiato splendore cromatico steso, nel 1811, dal pittore, tuttora interamente godibile.