Correggio: La notte (Dresda)
Sull’opera: “La notte” è un dipinto autografo del Correggio realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1529 – 1530, misura 256,5 x 188 cm. ed è custodito a Dresda, Gemäldegalerie.
L’opera in esame tratta il tema dell’adorazione dei pastori al presepe, la cui denominazione di “Notte” doveva essere più che scontata. Esiste documentazione datata 14 ottobre 1522 che indica il committente del dipinto nella persona di Alberto Pratonieri da Reggio Emilia. Questi la richiese per la cappella gentilizia in San Prospero della stessa città. Per l’opera fu pattuita la somma di quarantasette e mezzo ducati d’oro, come riporta la seguente scritta della detta documentazione: “Per questa Notte, di man mia, io Alberto Pratonero faccio fede a ciascuno, come io prometto di dare a Maestro Antonio da Correggio pittore libre duecento otto di moneta vecchia reggiana e questo per pagamento d’una tavola che mi promette di fare in tutta excellentia, dove sia depinto la Natività de! Signore Nostro, con le figure attinenti, secondo le misure e grandezza che cappeno nel disegno che mi ha puorto esso maestro Antonio, di man sua. In Reggio alii XIIII di ottobre MDXXII. Al predetto giorno gli contai per parte di pagamento libre quaranta di moneta vecchia”. l’Allegri sottoscrive in proposito: “Et io Antonio Lieto da Correggia mi chiamo haver receputo al dì et millesimo soprascritto, quanto è sopra scritto, et in segno di ciò questo ho scritto di mia mano” [Archivio di Stato di Modena, ].
Molto probabilmente Il dipinto fu portato a termine nel 1530 o poco prima, come testimonia la data scritta in incisione su una colonna della cappella, quando avvenne l’inaugurazione della stessa. In una lettera di F. Rangoni indirizzata al segretario di Alfonso II d’Este, si legge che la famiglia degli Estensi era interessata all’acquisto dell’opera si dal 1587.
A proposito di quanto detto sopra, si ha la certezza che nel maggio 1640 il duca Francesco I d’Este trasferì l’opera a Modena, dove rimase per oltre un secolo fin quando Francesco III, nel 1746, la cedette ad Augusto III di Sassonia il quale la portò a Dresda senza la sua bellissima cornice originale.
Per quanto riguarda la cronologia, le ipotesi degli studiosi convergono tutte intorno 1530. Solo Popham [1957] riferisce di un disegno datato il 1522 custodito a Cambridge (proprietà, Clarke) che rispecchia l’impianto commissionato da Alberto Pratoneri, assegnando evidentemente alla “Notte” una cronologia antecedente a tale data; questa ipotesi non ha fondamenti in quanto gli elementi stilistici dell’opera non hanno nessi collegabili a tale data, quindi si tratta di uno studio per un’altro dipinto (come riportato dal Ricci) o per un’altra Notte.
L’opera in esame mostra un’interessante articolazione luministica, dove la luce non proviene da una sola fonte: la leggera, morbida e soffusa luce del tramonto, e quella ideologica – potente e calda – sprigionata dal bambino che illumina in pieno la Madonna e gli altri personaggi in primo piano, a seconda del grado della loro importanza divina.