I restauri della facciata del Duomo di Orbetello
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Restauri della facciata
(Prof. Ettore Zolesi)
A conclusione della mia indagine non mi resta ormai altro da dire che parlare sui progetti che ho trovato nella Biblioteca Comunale di Orbetello, per il completamento della facciata, in ragione degli ampliamenti fatti dagli Spagnoli.
Il primo progetto è del 1894, mentre il secondo è del 1902, firmato da G.B. Milani.
Il primo progetto aggiunge, come del resto il secondo, due parti laterali, sullo stesso piano della Cattedrale, divisa da questa da due pilastri poco sporgenti. Lasciando immutato il fregio inferiore a racemi, lo prolunga ininterrottamente nelle due facciatelle, nelle quali aggiunge due portali in tutto simili a quello centrale. Lascia poi immutate le mensole rette dai leoni e dagli orsi, togliendo quella laterale del pilastro destro ed aggiungendone due ai pilastri estremi, da costruire. Mentre, pressoché, rimarrebbe immutata la parte inferiore della facciata, col portale e le due fascie di cui anche quella a formelle quadrilobi dovrebbe proseguire fino al termine delle due facciatelle, molto cambiata verrebbe la parte superiore. Infatti il rosone con la nicchia di S. Benedetto dovrebbe essere spostato in alto per far posto ad un loggiato che, grosso modo, dovrebbe essere simile a quello del Duomo di Orvieto, ed una altra fascia di formelle e due altri rosoncini con identiche nicchie dovrebbero essere posti nelle due facciatelle laterali.
Il timpano dovrebbe essere decorato con archetti pensili che prenderebbero il motivo degli archetti del loggiato, con sovrapposta una fascia di rosette da riprendere il motivo delle formelle. Quattro semplici pinnacoli cavi con archetti e con sferette sulla punta dovrebbero coronare i pilastri laterali, staccandosi però di poco dal muro della facciata. Infine un angelo crocifero dovrebbe essere posto sulla cima della cuspide.
Il secondo progetto vorrebbe lasciare immutata la parte originaria, con alcuni adattamenti e restauri, e aggiungere le due parti laterali, simili in tutto a questa.
Restauri vorrebbe fare nelle mensole sopra la prima fascia a racemi, e completare la parte il fianco col pilastro sinistro, rimasta incompiuta. I pilastri laterali dovrebbero trovarsi sullo stesso piano del fregio a viti del portale, come, in effetti, è adesso, e come la facciata centrale, mentre le due facciatelle laterali dovrebbero essere notevolmente arretrate, con un evidente effetto prospettico. Sopra le mensole restaurate e sopra altre cinque mensole il progetto prevede di mettere altrettante statue, con un bell’effetto decorativo.
Di notevole e di assolutamente originale è il coronamento della facciata, fatto con un loggiato obliquo terminante con una cornice di piccoli archetti acuti.
Sulla cima il solito angelo crocifero, verrebbe modificata, allargandola, la scalinata, la quale dovrebbe dare un effetto maestoso e monumentale all’insieme di tutta la costruzione.
Che dire di questi due progetti?
A parte il fatto che è bene lasciare cosi come si trova tutta la facciata, per le notissime ragioni di ordine estetico architettonico ed archeologico, il voler risolvere, come hanno fatto i due progettisti, la facciata aggiungendovi le altre due laterali, per cercare di fare un tutto omogeneo, mi sembra che ottenga invece l’effetto opposto. I due progettisti hanno tentato di risolvere, ognuno in una delle due maniere possibili, il progetto del completamento della facciata. Infatti o non si tiene conto di quello che si trova di antico (nella sistemazione attuale, s’intende), oppure ci si attiene scrupolosamente.
Nel primo progetto si tiene conto del primo fattore e vediamo l’inserimento di un loggiato sopra il fascione a formelle, e lo spostamento del rosone più alto, per permettere di innalzare ulteriormente lo slancio della facciata. Questa soluzione sarebbe abbastanza buona se non avesse le due appendici laterali, le quali non servono ad altro che ad opprimere lo slancio di quella centrale e a dare un senso di freddo, opprimente orizzontalismo a tutto l’insieme. Pertanto, già che aveva iniziato sulla strada del “tutto nuovo”, il progettista avrebbe dovuto rendere più omogenea l’architettura, alzando ancora di più la parte centrale per poter fare in modo di innalzare quelle laterali; avrebbe dovuto rendere più possenti i pilastri estremi, scandire di più i timpani e tenerli sopra il piano dei rosoni e delle nicchie.
Nel secondo progetto vediamo lo sforzo dell’architetto di non toccare il vecchio e di voler adattare le parti laterali, ripetendo il motivo di quello centrale.
E qui vediamo che viene falsato tutto lo spirito della vecchia costruzione, che, fatta nel 1376, per una piccola chiesa, adesso verrebbe slargata e oppressa talmente da acquistare un senso forte di goffaggine, non per nulla mitigato dall’intento spaziale del progetto.
E allora?
Come tutte le opere d’arte che rivelano lo spirito creativo del loro artista, e soprattutto come tutte le opere di architettura che sono state create per un loro preciso pratico scopo, la facciata del Duomo di Orbetello ha un suo carattere particolare, tutto proprio, che lo individua e che si rivela solo come esso adesso si trova.
Il voler adattare questo monumento, modificandolo più o meno radicalmente, alle aggiunte posteriori, vuoi dire falsarne completamente la sua particolare fisionomia.
Certo, adesso la facciata nulla perde della sua Bellezza architettonica, perché le aggiunte posteriori l’hanno lasciata vergine da ogni rifacimento : tutto verrebbe invece a perdere se da queste aggiunte venissero incorporate ad esse, con una fredda e non sentita sistemazione stilistica.
Pertanto, la soluzione che mi pare migliore è quella di lasciare ogni cosa come si trova, senza alcuna modificazione ed aggiunta.
Prof. Ettore Zolesi