Introduzione al Gotico religioso in Maremma (Prof. Ettore Zolesi)
L’architettura Gotica religiosa in provincia di Grosseto
Introduzione
“Dal promontorio di Populonia alla foce del torrente Chiarone, sì estende per ben centodieci e miglia una vasta provincia, cui da una banda serrano le coste frastagliate del mar Tirreno, dall’altra gli ultimi contrafforti della montagna di Siena e dell’Amiata.
Essa ha nome di Maremma senese e presenta allo sguardo estese ma spolte pianure, spesso solcate da fiumi, torrenti, collinette vestite a boscaglia ovvero coltivate a viti ed olivo; qua e là, lungo la spiaggia, acque putride e stagnanti che ricoprono assai spazio di terreno. I ruderi dell’Ansidonia e delle mura di Sovana, le vestigia di Roselle, le terme di Petricolo, urne cinerarie, frammenti d’iscrizioni, di colonne, tracce di acquedotti e di strade ricordano al pensiero la civiltà di due illustri popoli che abitarono la Maremma, l’etrusco e il romano, mentre rocche e castella per vetustà malconce, torri dai merli in ruina richiamano alla mente il medio evo con i suoi grandi caratteri, colle sue forti passioni, con le sue leggende, improntate ora a un’indomita fierezza, ora a mestizia profonda, ma sempre poetiche e belle.” F. E. Bandini Piccolomini: “Note e discorsi intorno a Sallustio Bandini e il suo discorso sopra la Maremma di Siena (Siena 1880).
Fierissima contrada ai tempi degli Etruschi, con città importantissime, quali Saturnia, Suana, Statonia, Marsiliana, Cosa, Telamon, Rusellae, Vetulonia, Populonia, la Maremma mantenne il suo splendore anche durante la dominazione romana.
Nell’ultimo secolo della Repubblica la zona si avvia ad una decadenza sempre maggiore, causata soprattutto dalle lotte civili dei Romani, che qui ebbero un teatro d’azione, e dalla malaria che in questo tempo vi era diffusa.
In tutto il periodo delle lotte comunali essa fu completamente spopolata; un Vescovo, Giovanni, che alla fine del secolo IX si era recato a visitare la Maremma, descriveva le chiese in rovina e definiva la Maremma come terra pestilenziale. Le fazioni guelfe e ghibelline non mancarono di avere degli scontri in questa contrada, spingendo a sanguinose rappresaglie i suoi signorotti, specialmente gli Aldobrandeschi, i Pannocchieschi, i Da Cappncciano, mentre anche le Repubbliche di Pisa e di Siena, per un motivo o per l’altro, non le arrecarono che devastazioni.
Nel 1251 morì Guglielmo Aldobrandeschi e la Repubblica di Siena, per una pace fatta con Firenze, rimasta libera da ogni preoccupazione, si diede all’invasione della Maremma, portandone a termine la rovina, dopo le devastazioni dei Romani e dei Longobardi.
L’architettura gotica in Italia ha inizio per opera dei frati cistercensi, i quali intendevano nelle chiese e costruite da loro uno stile severo, disadorno uniforme. Tali nudità e serietà di forma furono più gradite e confacenti al gusto e alla tradizione dell’Architettura italiana. (indice pagine: appendice n° 1)
I primi esempi dl questa architettura in Italia sono rappresentati delle chiese di Fossanova (12085 di S. Martino al Cimino, ambedue nel Lazio, e di S. Galgano (1227), nel senese.
S.Galgano, per quanto in rovina, è possibile rintracciare i lineamenti di un’architettura limpida e cristallina, tanto da vedervi l’esemplare più puro del gotico in Italia (ved. citazione n° 1, rif. S. Galgano).
Tuttavia è da notare che l’architettura romanica lombarda era tanto vitale che molti elementi di essa rimasero nella Toscana, come loggette, archetti pensili, sostegni alternati di foggia diversa.
I Toscani, in special modo i Senesi, più che gli abitanti di qualsiasi altra regione italiana, seppero avvalersi delle forme gotiche come di elementi che vanno originalmente elaborati, come di mezzi espressivi che, assunti nel linguaggio architettonico, vengono piegati al loro gusto, alle loro esigenze, acquistano intonazioni del tutto diverse e nuove da quelle che avevano in origine, ma non certo meno colorite e significative. Nell’architettura gotica senese, in definitiva, noi riscontriamo pochi nuclei energetici, rivelatici quasi in singoli monumenti: il Duomo di Siena, le facciate del Duomo di Orvieto, il S.Giovnnni e Siena, il Duomo di Grosseto e poco altro.
Scopo precipuo di questo lavoro è quello di studiare l’architettura gotica senese che si offre nella Maremma; architettura che vediamo pura nelle sue manifestazioni in Grosseto; in Massa Marittima fusa con il romanico del mondo pisano-lucchese, e che vediamo nella facciata del Duomo di Orbetello, dove questa arte sente maggiormente l’influsso del Duomo di Orvieto.
I testi sono del Prof. Ettore Zolesi