Nella foto: Esterno della Basilica di San Vitale a Ravenna
Ritorna all’elenco delle chiese nel presente sito web
Sulla chiesa in esame: La “Basilica di San Vitale”, iniziata sotto il vescovo Ecclesio, si trova a Ravenna, fu costruita nel VI secolo ed è di arte “Paleocristiana e Bizantina”. La basilica di San Vitale è uno dei monumenti religiosi più significativi di Ravenna.
Storia della chiesa
Fu costruita a Ravenna negli anni immediatamente successivi al 525 – anno in cui il vescovo Ecclesio ne decise la costruzione – grazie ai finanziamenti del banchiere Giuliano Argentario e fu consacrata nel 548 dall’arcivescovo Massimiano, durante la dominazione bizantina.
Fu dedicata al martire San Vitale, marito di Santa Valeria e padre dei santi Protasio e Gervasio, ucciso a Ravenna durante le persecuzioni, per il suo comportamento dichiaratamente cristiano.
Esterno
L’edificio è a pianta centrale e di forma ottagonale, si ispira alle costruzioni del mondo orientale e si differenzia da tutte le costruzioni precedenti eseguite nel ravennate. Si tratta, in poche parole, di un ottagono inscritto in un ottagono di dimensioni maggiori.
La costruzione centrale raggiunge un’altezza superiore rispetto all’altra ed è chiusa da una cupola nascosta dal tiburio ottagonale che esternamente non si vede. Oltre al tiburio, la basilica presenta dei contrafforti, il nartece , l’abside di forma poligonale all’esterno e internamente semicircolare, e nelle facce compaiono le paraste (pilastri inglobati nella pareti).
Nel passato la basilica aveva un quadriportico ma oggi, di esso, rimane solo il nartece, tangente ad uno spigolo della pianta ottagonale. Le superfici esterne sono realizzate in mattoni (laterizio).
Interno
L’interno della basilica è diviso in: deambulatorio (sviluppato su due piani), zona centrale e zona comprendente le esedre. Il deambulatorio è un corridoio che corre lungo tutto l’edificio e si interrompe nel presbiterio.
Nel suo interno la basilica ha otto pilastri che sostengono la cupola e tra un pilastro e il suo successivo si aprono sette esedre e il presbiterio.
Le esedre, divise in un doppio ordine di archetti sopraelevati su colonne, facenti parte di archi di maggiore dimensione e poggiati sui pilastri, hanno una funzione prettamente estetica e non strutturale.
Sulle colonnine delle esedre compaiono pulvini e capitelli finemente scolpiti, che tendono a sollevare l’arco e nell’insieme tutta la struttura non sembra appesantita, anzi appare molto leggera e protesa verso l’alto.
L’interno è assai ricco di marmi pregiati e mosaici, presenti soprattutto nell’abside e nel presbiterio. L’arco trionfale mostra due angeli che tengono in mano la croce, mentre nel catino absidale è possibile vedere il Redentore, seduto su un globo azzurro, in mezzo a due arcangeli, con San Vitale ed il vescovo Ecclesio.
Ai lati dell’altare ci sono due pannelli che rappresentano, il primo l’Imperatore Giustiniano con la sua corte e l’altro, la moglie Teodora con le sue dame.
Nella lunetta della parete sinistra del presbiterio sono dipinte “le storie di Abramo”, due momenti significativi della vita del Patriarca: la visita di tre personaggi che annunciano la maternità di Sara e il sacrificio di Isacco, interrotto dall’intervento della mano di Dio.
Nella lunetta a destra invece, compare “Il sacrificio di Abele e Melchisedec” e nei pennacchi Mosè e Geremia. Gli Evangelisti sono rappresentati, per mezzo dei loro simboli, sulle pareti del presbiterio e sempre qui, si possono ammirare quindici medaglioni che raffigurano il Cristo, i santi Gervasio e Protasio – figli di San Vitale – e gli apostoli.
La volta, divisa in quattro settori e decorata con festoni, foglie, frutta, uccelli e fiori, ha nel suo centro un medaglione raffigurante l’Agnello sacrificale sorretto da quattro angeli.
Serena