Breve biografia di Antonello da Messina
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(Messina 1430 c. – 1479)
Antonello da Messina nasce intorno al 1430, come riportato in una biografia dal Vasari.
Della sua formazione artistica si conosce ben poco ma, sempre secondo il Vasari, risulta che Antonello l’abbia acquisita nei suoi soggiorni giovanili di Roma e Napoli e, in età matura, nelle Fiandre a contatto diretto con Van Eyck.
Influenza della pittura fiamminga
Le sue opere, influenzate dal linguaggio e dalla tecnica fiamminga, risultano luminose, ricche di gamme cromatiche e di particolari.
La città di Napoli in questo periodo è un centro nevralgico per la pittura dove arriva costantemente nuova linfa vitale dai fiamminghi, dagli spagnoli e dai provenzali, voluta fortemente da Renato d’Angiò e da Alfonso d’Aragona.
Si danno per scontati, quindi, gli influssi sui dipinti realizzati da Antonello nel periodo napoletano, durante il quale lavora incessantemente nella bottega dell’allora celebre artista Colantonio.
Le prime opere di Antonello da Messina
Dopo alcuni brevi viaggi Antonello ritorna a Messina dove apre la sua personale bottega d’arte aiutato da Paolo di Ciacio. È qui che nel 1457 firma la sua prima opera: un gonfalone andato poi perduto per S. Michele dei Gerbini di R. Calabria effettuato sul modello precedente, dipinto su committenza della confraternita di S. Michele di Messina, anche quest’ultimo andato perduto.
Dopo altri brevi soggiorni in varie località italiane, fra le quali sicuramente Venezia e Milano, Antonello ritorna a Messina e vi si stabilirà – salvo un misterioso viaggio nelle Fiandre – fino alla morte.
La fama crescente di Antonello e le committenze
La sua fama diventa sempre più grande e ad Antonello arrivano committenze sempre più importanti: nel decennio Sessanta-Settanta gli vengono commissionate delle opere per le chiese di Sant’Elia dei Disciplinanti e di San Nicolò della Montagna.
Gli ultimi anni del decennio sono bui e nulla si sa di Antonello e delle opere realizzate in quel periodo. Esiste la possibilità che sia ritornato nelle Fiandre perché nelle opere compiute dopo questo viaggio si nota uno spiccato influsso di quella pittura.
Il periodo di Noto, le ultime composizioni, la malattia e la morte
Nel periodo 71 – 72 Antonello è attivo a Noto, un importantissimo centro culturale, per la realizzazione di un altro gonfalone su committenza della chiesa di S. Spirito, che andrà anch’esso perduto. L’importanza di Noto è dovuta principalmente alla politica influenzata dalla potente famiglia Speciale, i cui rappresentanti ricoprono alte cariche istituzionali nei vari centri del sud, compresa quella di viceré della Sicilia.
Sempre a Noto, Antonello incontra di nuovo il pittore Francesco Laurana con il quale scambia idee, linguaggio pittorico e tecnica, tanto da influenzarsi profondamente a vicenda, alla luce delle informazioni che abbiamo sulla pittura di Piero della Francesca (1412/1420-1492) le cui opere, Laurana prende spesso come modello.
In altri lavori di Antonello da Messina, come ad esempio “I tre Angeli e S. Girolamo” (custodita nel Museo di R. Calabria), “La crocifissione” (custodito in Romania nel Museo di Sibiu) e “S. Girolamo nello studio” (National Gallery di Londra), si riscontrano le influenze fiamminghe molto vicine alla pittura di Van Eyck. Nel 1478 Antonello si ammala e muore di tubercolosi il 14/02/1479.
Viene sepolto, come da lui richiesto, vestito con il saio dell’ordine dei frati minori di S. Francesco nel cimitero antistante il convento di Santa Maria del Gesù.
Antonello lascia un grande vuoto nella storia dell’arte rinascimentale. Nel 1863 una grande alluvione devasta il cimitero del convento “Il Ritiro” (precedentemente chiamato “Santa Maria del Gesù”) dove riposa Antonello da Messina e con esso vengono perdute anche le sue spoglie.
bravi ho cercato su altri siti e dicevano la stessa cosa ma solo che in 5 facciate di OpenOffice questa è da una, bravi e complimenti ancora tornero per fare altre ricerche grazie e arrivederci