Pagine correlate alle opere di Leonardo: Biografia e vita artistica di Leonardo – La sua pittura pag. 2 pag. 3 – La critica – Leonardo dalle Vite di Vasari (pdf) – Bibliografia – Elenco dettagliato delle opere.
Le opere dell’artista
Elenco delle opere di Leonardo presenti in queste pagine: Il battesimo di Cristo (è custodito nella Galleria degli Uffizi di Firenze), La Madonna del garofano (Alte Pinakothek Monaco), l’Annunciazione (conservata agli Uffizi di Firenze), L’Annunciazione del Louvre di Parigi, Ritratto di donna ovvero di Ginevra Benci (custodito al Washington, National Gallery) …….
L’Adorazione dei magi (conservata agli Uffizi di Firenze), Il battesimo di Cristo (Uffizi di Firenze), San Gerolamo nella Pinacoteca Vaticana (Roma), Madonna delle rocce del Louvre, Salvator mundi, Madonna delle rocce custodita a Londra nella National Gallery, Ritratto di donna con ermellino (custodito a Cracovia, Czartryski Muzeum), Ritratto di Isabella d’Este (Parigi museo del Louvre), Il cenacolo ovvero l’Ultima cena (si può ammirare nel Convento di S. Maria delle Grazie Milano), La Gioconda (custodita al Louvre a Parigi), S. Anna la Madonna il bambino e S. Giovannino (National Gallery Londra), San Giovanni Battista (Parigi Louvre), S. Anna la Madonna e il Bambino con l’agnello (National Gallery Londra), La belle ferronnière (Parigi Louvre), Ritratto di musicista (Milano, Pinacoteca Ambrosiana), Ritratto di donna (Milano, Pinacoteca Ambrosiana), Bacco (Louvre Parigi). Sotto sono descritte le opere di Leonardo con link che mandano agli approfondimenti.
Alcune opere di Leonardo da Vinci
Particolare del Battesimo di Cristo
Particolare del “Battesimo di Cristo“, eseguita nel periodo 1472-1475 (l’assieme è 177 x 151 cm.), si trova nella galleria degli Uffizi a Firenze.
L’intera opera, con la raffigurazione di san Giovanni che battezza Gesù Cristo sotto lo sguardo di due angeli, fu realizzato da più artisti per la chiesa di San Salvi a Firenze. La tavola è attualmente custodita agli Uffizi.
L’opera fu verosimilmente commissionata alla bottega di Andrea del Verrocchio, maestro di Leonardo, ma è risaputo che venne in gran parte eseguita dai suoi eccellenti allievi.
Fin dai decenni del primi del Cinquecento gli studiosi di storia dell’arte ci informano che l’angelo sulla sinistra è del giovane Leonardo. Più recente è invece l’attribuzione del fondo paesaggistico allo steso artista.
Si pensa che sull’intera composizione ci siano stati interventi di altri allievi del Verrocchio, tra cui Sandro Botticelli Domenico di Michelino, e Francesco Botticini. Vai agli approfondimenti sull’opera
Madonna del Garofano
La Madonna del garofano, realizzata nel periodo 1478-80, le cui dimensioni sono 62 x 47 cm, si trova nella Alte Pinakothek a Monaco.
La Madonna in esame, raffigurata in un ambiente interno con un fondo paesaggistico montuoso visibile attraverso due aperture bifore. La Vergine sta offrendo un garofano al Bambino.
Il dipinto è una delle molte composizioni con Madonne eseguite dall’artista nel periodo giovanile. In quella in esame si evidenzia ancora l’influsso del Verrocchio, al quale venne in passato attribuita la paternità. Qui Leonardo si riferisce alla Dama col mazzolino (una scultura del suo maestro), oggi custodita al Bargello. La paesaggistica, tipica nelle opere di Leonardo, la troviamo anche sullo sfondo della Gioconda. Approfondimenti sull’opera
Annunciazione degli Uffizi
L’Annunciazione, realizzata nel periodo 1472-1475, misura 104 x 217 cm. ed è custodita nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
La tavola pervenne alla Galleria fiorentina nel 1867 dal convento di San Bartolomeo a Monte Oliveto. La composizione, che in precedenza era attribuita a Domenico Ghirlandaio, è da catalogare con le opere di Leonardo del periodo giovanile.
L’insolito formato per una pala d’altare, con sviluppo orizzontale, pare piuttosto adatto a composizioni su predelle e bassorilievi.
Nello sfondo appare un edificio fiorentino (sulla parte destra) e un bellissimo paesaggio in cui l’artista coglie con naturalezza la vegetazione, conferendogli il senso atmosferico delle lontananze.
Come meglio riportato negli approfondimenti (link sopra, ma anche nella pagina della Pittura di Leonardo), si evidenziano inesattezze spaziali, tra cui la configurazione del braccio destro della Vergine. Approfondimenti sull’opera
L’annunciazione del Louvre
L’annunciazione, realizzata nel 1478, misura 14 x 59 cm. ed è conservata nel Museo del Louvre a Parigi.
La tavoletta, elemento di predella di una pala, pervenne nel 1861 al Louvre insieme alla collezione Campana, come dipinto assegnato al Ghirlandaio.
Nel 1893, quando ancora alcuni studiosi di storia dell’arte sostenevano la paternità del Ghirlandaio (altri invece indicavano il Verrocchio con Lorenzo Credi), il Morelli l’attribuiva a Leonardo.
La nuova tesi fu subito suffragata all’unanimità dalla critica ufficiale. Unica voce che si distingueva dal coro fu quella di Goldscheider (1952). Infatti nella sua celebre monografia il critico sosteneva che nell’Annunciazione ci fosse la mano di Lorenzo Credi (si veda la sua Annunciazione ). Tuttavia lo stesso studioso ipotizzava, con molta riserva, una partecipazione di Leonardo. Vai agli approfondimenti sull’opera
Ritratto di donna
Ritratto di donna, eseguita tra il 1474 ed il 1476, misura 42 x 37 cm. e si trova a Washington nella National Gallery.
La piccola tavola era di proprietà dei principi di Liechtenstein e si trovava, insieme ad altre importanti opere, a Vienna nel loro palazzo.
Il celebre ritratto rimase senza una certa attribuzione fino a quando lo studioso Waagen lanciò, nel 1866, l’ipotesi che il dipinto con l’anonima adolescente fosse opera di Leonardo, o – con meno probabilità – di Boltraffio, uno fra i suoi più attivi seguaci.
Nel 1882 (poi nel 1892 e nel 1903) il Bode confermò il proprio e deciso appoggio alla tesi del Waagen, dissolvendo i moltissimi i dubbi. Inoltre, lo stesso studioso, riuscì ad identificare la giovine donna in Ginevra Benci, nata a Firenze intorno al 1457, figlia di Amerigo Benci. L’effigiata si sposò a diciassette anni con Luigi di Bernardo di Lapo Nicolini. Si vedano gli approfondimenti sull’opera
Madonna Dreyfus
Madonna Dreyfus (forse trattasi di una riproduzione da Leonardo di Lorenzo Credi), fu realizzata intorno al 1475-1480 con tecnica a olio su tavola. L’opera misura 16,5 x 13,4 cm. e si trova alla National Gallery of Art di Washington.
Esistevano due tavolette di questa composizione. L’attribuzione a Leonardo viene tradizionalmente riferita sin dal 1469. Delle due composizioni, di Leonardo e di Lorenzo Credi, una – ma non si sa quale – è certamente considerata autografa del primo.
L’altro dipinto, attribuito al Credi, viene di solito inserito nel periodo 1475-1480 ed è considerato come una seconda versione di un originale leonardesco andato perduto.
L’opera venne documentata negli elenchi delle opere presenti a Parigi nelle collezioni di Gustave Dreyfus.
Dopo la morte di Dreyfus (1914) gli eredi decisero di venderla. Infatti nel 1930 la pregiata tavoletta passò ai mercanti Duveen Brothers, dai quali pervenne, nel 1951, a Samuel H. Kress. L’anno successivo si trovava al museo di Washington. Vai agli approfondimenti sul dipinto
L’adorazione dei magi
L’Adorazione dei magi, realizzata da Leonardo tra il 1481 ed il 1482, misura 246 x 243 cm. e attualmente si trova nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
L’opera è rimasta incompiuta e rimane ancora nello stato di abbozzo con toni giallastri e varie tendenze al bistro.
La composizione appartenne alla famiglia Benci che l’ebbe direttamente dallo stesso Leonardo quando, quest’ultimo, si trasferì (nel 1482) da Firenze a Milano (dagli scritti di Giorgio Vasari del 1568). Il famoso storico precisò anche che il dipinto era “già” stato in casa Benci; questo ci dice che l’Adorazione dei magi nel 1568 non si trovava più presso quella famiglia.
Nel 1621 l’opera apparteneva alla famiglia di Antonio de’ Medici e poi al figlio Giulio.
Dopo la morte di Giulio de’ Medici, nel 1670, il dipinto venne a far parte della collezione d’arte della Galleria Medicea (l’attuale Galleria degli Uffizi). Infatti appare catalogata nei registri del 1704 e del 1753.
Dopo una una permanenza di alcuni decenni nella villa di Castello la composizione ritornò agli Uffizi il 21 febbraio del 1794 (fonte: Poggi, “RA” 1910). Approfondimenti sul dipinto
San Gerolamo
SAN GEROLAMO è una composizione a monocromo, incompiuta, realizzata nel 1480 su tavola, misura 103 x 75 cm. e si trova nella Pinacoteca Vaticana (Roma).
Sul San Gerolamo nessuno studioso ha mai sollevato dubbi circa l’autografia dell’artista. Tuttavia non si conosce ancora con chiarezza l’iter cronologico fino al quarto decennio dell’Ottocento, quando, nel 1845, papa Pio IX lo acquistò per 2500 franchi dagli eredi di un cardinale. Quest’ultimo era l’addetto alla custodia delle opere d’arte del Vaticano.
Non ci sono documentazioni che possano aiutare i critici d’arte nello studio sulle varie caratteristiche del dipinto. Esistono comunque varie documentazioni al cui interno si parla dell’opera in esame, ma senza citazioni e/o riferimenti certi.
Una curiosa storia, quasi romanzesca, vuole che la tavola fosse stata divisa in due pezzi con misure differenti, che vennero trovati in due diverse botteghe, le quali nulla avevano a che fare con l’arte. La parte superiore del San Gerolamo, molto più grande dell’altra, faceva da pianale per lo sgabello dove si sedeva un calzolaio. Quella inferiore, invece, fungeva da coperchio per una cassetta in una bottega di rigatteria.
Si dice che il cardinale Fesh riuscì a recuperarli entrambi e li riunì, portando il San Gerolamo alle attuali dimensioni. Vai agli approfondimenti sull’opera
La Vergine delle rocce del Louvre
La Vergine delle rocce (Madonna col Bambino, San Giovannino e un angelo) fu eseguita con tecnica a olio su tavola (attualmente su tela) tra il 1483 ed il 1486, misura 198 x 123 cm. e si trova a Parigi nel Museo del Louvre.
Questa è la prima versione delle due composizioni realizzate dall’artista. Commissionata il 25 aprile 1483 dalla Confraternita dell’Immacolata Concezione, Leonardo la realizzò mentre si trovava a Milano.
Significativa è la dolcezza e l’eleganza delle figure di questo dipinto. Anche lo scenario sullo sfondo è di un’incredibile bellezza, soprattutto nella dilatazione spaziale e nella degradazione verso l’orizzonte dello scenario roccioso, forse ispiratogli da un tratto del fiume Adda, assai frequentato da Leonardo.
Esiste una seconda versione leggermente diversa della presente composizione, sempre di Leonardo, custodita alla National Gallery di Londra (rappresentata più sotto). Approfondimenti sull’opera
Salvator mundi
Il Salvator mundi è una composizione attribuita a Leonardo da Vinci, che la realizzò intorno al 1499 con tecnica a olio su tavola. L’opera misura 66 x 46 cm. ed conservata in una collezione privata.
L’attribuzione all’artista fu sottoscritta all’unanimità da quattro autorevoli studiosi di storia dell’arte a livello internazionale [cit. Panza].
Per la descrizione e la cronologia si consiglia di seguire il link (qui riportato). Si vedano gli approfondimenti sul dipinto
La Vergine delle rocce della National Gallery di Londra
Madonna col Bambino, San Giovannino e un angelo (La Vergine delle rocce), realizzata con tecnica a olio su tela tra il 1503 ed il 1506, misura 198,5 x 120 cm. ed è custodito alla National Gallery di Londra. Approfondimenti sull’opera, che si intreccia con la storia e la descrizione della Madonna delle rocce del Louvre.
Ritratto di donna con ermellino
Il Ritratto di dama con ermellino, periodo 1485-90 con tecnica a olio su tavola, misura 54 x 39 cm. e si trova a Cracovia nel Czartryski Muzeum.
Non si conosce la storia del dipinto fino alla fine del XVIII secolo, quando pervenne in donazione alla Casa Gotica dal principe Adam Czartoryski. Quest’ultimo lo aveva acquistato, non si sa bene dove (probabilmente in Francia), durante la rivoluzione del 1879. La Casa Gotica, che si trovava nel Castello di Pulany, custodiva diverse opere d’arte funzionando come una sorta di Museo privato. Isabella, moglie del principe Adam, aveva il compito della gestione della collezione.
Il Ritratto della dama con l’ermellino risulta catalogato nei registri degli archivi con l’aggiunta di un altro titolo – errato – “La belle belle Feroniere / Leonard d’Awinci”.
Intorno al 1830 tutte le opere della Casa Gotica furono trasferite a Parigi e, tra esse, anche il dipinto in esame che, intorno agli anni 1870-76, pervenne nel museo di Cracovia. Approfondimenti sull’opera.
Ritratto di Isabella d’Este
Il Ritratto di Isabella d’Este è un dipinto realizzato nel 1500 con tecnica a pastello giallo e gessetto su carta, misura 63 x 46 cm. e si trova nel Museo del Louvre a Parigi.
L’artista eseguì la presente composizione nel corso di una sua brevissima permanenza alla corte di Mantova, nel periodo in cui fuggiva da Milano.
Le linee del del profilo della figura mostrano delle perforazioni, realizzate con una sottilissima punta, per permettere un più facile trasferimento della grafica al supporto ligneo destinato alla composizione pittorica … che mai avvenne.
Fra tutti i ritratti realizzati da Leonardo (o a lui attribuiti) questo è – insieme alla Gioconda ed all’autoritratto con tecnica a sanguigna – quello meno controverso in fatto di autografia. Vai agli approfondimenti sull’opera.
Il Cenacolo (L’ultima cena)
Il Cenacolo, o L’ultima cena, è un’opera realizzata nel 1495-97 con tecnica a tempera su muro, misura 460 x 880 cm. (rispettivamente in altezza e larghezza) e si trova nel Convento di S. Maria delle Grazie a Milano.
La composizione è custodita nel refettorio del Convento di S. Maria delle Grazie a Milano e fu commissionata da Ludovico il Moro. Leonardo la realizzò intorno al 1495-97.
Il Cenacolo, che non è un affresco vero e proprio, può essere considerato come una derivazione di altre opere realizzate in precedenza da pittori dell’ambito fiorentino, come quelle di Domenico Ghirlandaio, Andrea del Castagno e Taddeo Gaddi. Qui però i vari personaggi sono disposti in maniera alquanto diversa: tre a tre. Inoltre la composizione leonardesca mostra una corrispondenza di forme architettoniche fuori dai canoni delle suddette fonti fiorentine.
Qui il delicato sfumato si fonde con una bigia atmosfera crepuscolare dove le figure, riprese con evidente agitazione, ascoltano da Gesù che uno di loro lo avrebbe tradito. Vai agli approfondimenti sull’opera.
La Gioconda (Monna Lisa)
La Gioconda fu realizzata tra il 1503 ed il 1505 con tecnica a olio su tavola, misura 77 x 53 cm. e si trova a Parigi nel museo del Louvre.
In cinque secoli, quella della Gioconda è la sola composizione pittorica (fra le opere di Leonardo) la cui paternità non sia mai stata messa in dubbio da nessuno.
Stessa cosa si può dire riguardo l’Autoritratto a sanguigna (Torino) e il ritratto di Isabella d’Este (Louvre).
La totale documentazione della Gioconda è precisa e dettagliata, anche se in alcuni piccoli dettagli non tutti gli studiosi di storia dell’arte sono d’accordo.
Dubbi invece ci sono stati sull’identità dell’effigiata, almeno fino al 2005, come vedremo nella pagina dedicata al dipinto. Vai agli approfondimenti sull’opera.
Sant’Anna, la Madonna, il Bambino e San Giovannino
“Sant’Anna, la Madonna, il Bambino e san Giovannino”, eseguita nel 1498 con tecnica a carboncino su cartoncino (lumeggiata con biacca), misura 159 x 101 cm. e si trova nella National Gallery di Londra.
Opera realizzata a carboncino lumeggiato con la biacca, a cui l’artista conferì anche delicati contrasti chiaroscurali e leggeri sfumati policromatici.
La composizione in esame e il ritratto di Isabella d’Este sono i soli cartoni rimasti integri fra quelli di cui l’artista non dava grande importanza.
Leonardo per questa composizione realizzò numerosi studi preparatori e frammenti grafici, oggi custoditi nei Musei, fra i quali due di questi conservati nel British Museum. Uno studio, dove compaiono la Vergine e Sant’Anna racchiuse in un rettangolo, proviene dalla collezione Galichon. L’altro, eseguito a matita – ma non meno pertinente alla presente composizione – raffigura una testa virile.
Altri due disegni preparatori del “ Sant’Anna, la Madonna, il Bambino e San Giovannino” si trovano al Louvre e nel Windsor Royal Library (Londra). Vai agli approfondimenti sull’opera.
Sant’Anna, la Madonna e il Bambino con l’agnello
“Sant’Anna, la Madonna e il Bambino con l’agnello”, realizzata nel 1510-13 con tecnica ad olio su tavola, misura 168 x 130 cm. e si trova nel Museo del Louvre a Parigi.
Qui il dipinto è assai più e ricco ed articolato rispetto al cartone sopra descritto, mostrando una struttura – in relazione alle figure – con schema piramidale, stagliata in uno sfondo ben dilatato in cui predominano montagne rupestri.
Il tenue cromatismo del fondo contribuisce a far emergere con forza il gruppo di figure che appaiono in primo piano: una perfetta intonazione paesaggistica con la delicata poetica espressa dai teneri sorrisi dei personaggi in essa raffigurati. Vai agli approfondimenti sull’opera.
San Giovanni Battista
Il San Giovanni Battista, eseguita intorno al 1513-16 con tecnica a olio su tavola tra il 1513 ed il 1516, misura 69 x 57 cm. e si trova nel Museo del Louvre a Parigi.
La presente composizione appartiene al periodo tardo di Leonardo, databile tra il 1513 e il 1516.
L’elegante e giovane figura, vagamente androgina, dalla pelle delicata e dalla folta capigliatura, appare come un ideale di assoluta bellezza e, contrariamente ai san Giovanni magri e sofferenti di altri artisti, si presenta florido e sorridente. Con uno sguardo misterioso si rivolge al fruitore dell’opera, mentre l’indice della mano sinistra, elevato in alto, indica la croce. Notevole è l’armonia coloristica, con delicate variazioni e soffici sfumature.
Il dipinto passò nel Seicento dai francesi al re d’Inghilterra. Più tardi lo riacquistò il cardinale Mazzarino ed attualmente si trova al Louvre. Vai agli approfondimenti sull’opera.
La belle Ferronnière
Il Ritratto di dama (o La belle Ferronnière), realizzata tra il 1490 ed il 1495 con tecnica a olio su tavola, misura 62 x 44 cm. e si trova nel Museo del Louvre a Parigi.
Per molti studiosi di storia dell’arte l’effigiata è Cecilia Gallerani, l’amante di Ludovico il Moro. L’artista la ritrasse intorno al 1490-95 o forse poco prima. L’Ermellino, che simboleggia purezza e candore, pare che alludi anche al cognome della donna. Infatti “galè”, che dal greco significa ermellino, può essere interpretato come un diminutivo di Gallerani. Inoltre il grazioso animaletto era uno dei simboli di Ludovico il Moro.
Va ricordato però che sull’effigiata vi furono per moltissimo tempo ampi dibattiti circa l’identificazione. Si pensava infatti a due donne della famiglia d’Este (Beatrice ed Isabella), a Lucrezia Crivelli (amante di Ludovico il Moro) e ad Elisabetta Gonzaga. Vai agli approfondimenti sull’opera.
Ritratto di Musicista
Il Ritratto di musicista (identificato in Franchino Gaffurio), realizzato nel 1490 con tecnica a olio su tavola, misura 44 x 32 cm. e attualmente si trova nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
La composizione in esame, che appartiene al primo periodo del soggiorno milanese dell’artista, è ancora custodita all’interno della pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Il titolo del quadro, conosciuto anche come “Ritratto di Musico”, derivò dal fatto che l’effigiato tenesse in mano un foglietto con scrittura di note musicali.
L’aspetto più significativo del dipinto è da concentrarsi sullo sguardo del giovane, dagli occhi quasi vitrei e dalle grandi pupille, fisse e fuori campo. Vai agli approfondimenti sul dipinto.
Ritratto di donna
Il Ritratto di donna (o La danna dalla reticella di perle), identificata forse in Beatrice d’Este, fu realizzata nel 1490 con tecnica a olio su tavola, misura 51 x 34 cm. e si trova nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Per le ovvie analogie (origine del supporto ligneo, dimensioni e coloristica) con il Ritratto di musicista, sopra raffigurato, questa composizione fu legata per un lunghissimo periodo al Maestro musicista Gaffuro (si veda la descrizione del dipinto precedente), diventato duca di Milano. Soltanto nel tardo Ottocento, l’effigiata fu messa in relazione a Ludovico il Moro.
A suffragare la prima tesi fu l’illustrazione del dipinto nel Musaeum che, nel 1618, la catalogò come donazione di Federico Borromeo del ritratto di una “duchessa di Milano dal mezzo in su di mano di Leonardo”.
Alcuni documenti ottocenteschi, invece, testimoniano che il presunto duca sarebbe stato un musicista non presente nella donazione, forse proveniente da ambienti romani. Vai agli approfondimenti sul dipinto.
Bacco
Il Bacco sopra raffigurato è un dipinto realizzato nel 1511-15 con tecnica ad olio su tavola (poi trasferito su tela), misura 177 x 115 cm. e si trova nel Museo del Louvre a Parigi.
La composizione di Bacco avrebbe dovuto rappresentare san Giovanni Battista e, come riportato dalle varie documentazioni, proviene con molta probabilità dalla collezione artistica di Francesco I.
Il dipinto con San Giovanni Battista apparve per la prima volta al castello di Fontainebieau e fu visto da Cassiano del Pozzo (1625) che scriveva: “… S. Giovanni nel deserto. La figura, minore di un terzo del vero, è opera delicatissima ma non piace molto perché non rende punto di devozione ne ha decoro ovvero similitudine: è assise a sedere, vi si vede sasso e verdura di paesi con aria” (Biblioteca Vaticana, ms. Barberiniano latino 5688).
Dalla descrizione si ricava che non può essere altro soggetto che quello rappresentato dal titolo dell’opera: Bacco. Vai agli approfondimenti.
Autoritratto di Leonardo
L’Autoritratto di Leonardo è un disegno realizzato intorno al 1515 con tecnica a sanguigna su carta, misura 33,5 x 21,6 cm. ed è custodito nei Musei Reali di Torino (Biblioteca Reale).
Il celebre disegno è da riferire all’ultimo periodo dell’artista e viene in genere datato intorno al 1515, quando Leonardo si trovava in Francia presso Francesco I.
Dopo la morte dell’artista (2 maggio 1519) il ritratto, insieme ai manoscritti, appunti e altri disegni leonardeschi, passò in eredità al suo collaboratore Francesco Melzi. Quest’ultimo portò la pregiata documentazione nella sua villa a Vaprio d’Adda, ai confini della provincia di Bergamo. Più tardi gli eredi del collaboratore di Leonardo sparpagliarono – non si sa dove – la collezione.
Il presente autoritratto riapparve a Milano agli inizi dell’Ottocento, quando fu riprodotto in un’incisione per un libro, scomparendo di nuovo fino al 1839. In quell’anno il collezionista di opere d’arte Giovanni Volpato lo vendeva, insieme a altre opere di Leonardo e moltissimi capolavori di altri grandi maestri, a Carlo Alberto di Savoia. Dalle collezioni Savoia pervenne poi alla Biblioteca Reale di Torino.