Cenni biografici su Pontormo
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(Più dettagli sulla biografia e vita artistica del Pontormo)
Jacopo Carrucci, detto il Pontormo, nasce da Bartolomeo di Martino Carrucci il 24 (25) maggio del 1494 ad Empoli. La sua infanzia è duramente segnata dalla perdita di entrambi i genitori che lo lasciano orfano all’età di 10 anni.
Pontormo viene preso in custodia dalla nonna che, qualche anno più tardi, dopo avergli dato un’istruzione di base lo manda a Firenze, dove rimarrà per tutta la sua esistenza.
Della sua primissima formazione artistica ci sono poche e frammentarie documentazioni. È probabile che abbia avuto contatti con Leonardo da Vinci e che abbia lavorato come assistente nelle botteghe di Piero di Cosimo, Fra’ Bartolomeo e Mariotto Albertinelli. Si sa per certo che sia stato, negli anni successivi, allievo di Andrea del Sarto, dal quale subisce l’influenza maggiore: è in questo periodo che Pontormo riesce ad armonizzare gli studi sullo sfumato leonardesco, a rinnovare la classicità di Raffaello e la solidità delle forme michelangiolesche. A diciannove anni già si rende indipendente ed inizia a realizzare opere su committenza.
Qualche anno più tardi, tra il 1517 e il 1518, il suo Maestro lo vuole con sé, insieme a Francesco Granacci ed a Francesco Bacchiacca, per la decorazione della Camera Nuziale di Francesco Borgherini. Con il suo grande talento, riesce a mettersi in vista negli ambienti più elevati della pittura, e sia Michelangelo che Raffaello, riconoscendone le qualità, prevedono una sua brillante carriera artistica.
Pontormo però, non è affatto compreso nelle sue spericolate avventure sperimentali nate dal suo carattere melanconico, bizzarro, schivo e propenso all’isolamento fisico, ed anche un po’ influenzate dalla sua omosessualità. È comunque un pittore figurativo – ritrattista, che insieme ad altri, reagisce al puro classicismo attraverso un’inestinguibile creatività.
Tra il 1519 ed il 1521 Pontormo affresca la villa dei Medici a Poggio a Caiano. Il lavoro soddisfa a pieno i committenti, tanto che lo prendono sotto la loro custodia.
La sua carriera artistica, sempre in ambito fiorentino, prosegue comunque molto attivamente e, nonostante la sua particolare stravaganza, detestata anche dal Vasari che scrive di un Pontormo peggiorato nel suo stile, nel 1525 viene invitato a partecipare attivamente all’Accademia del Disegno.
Nell’anno che segue, realizza nella chiesa di Santa Felicita, gli affreschi alla Cappella Capponi e la Pala che raffigura il “Trasporto di Cristo al Sepolcro”.
Finalmente, grazie ai lavori su commissione, arriva una discreta liquidità e Pontormo riesce a comprarsi una casa e ad aprire una bottega d’arte. Dal 1536 affresca, sempre per i Medici, la villa di Castello, un lavoro durato cinque anni che lo ha portato anche all’isolamento più profondo: vive per tutto il periodo rinchiuso dietro un tramezzo precario fatto di legno.
L’ultimo suo grande e lungo lavoro, interrotto al decimo anno per la sua morte e proseguito da Bronzino, è quello della decorazione nella chiesa di San Lorenzo (chiesa padronale dei Medici), che è andato completamente perduto. Insieme a queste opere anche molte altre, eseguite negli ultimi venti anni della sua vita, sono andate distrutte o parzialmente distrutte.
Morirà tra il 31 dicembre del 1556 e l’1 gennaio del 1557; si sa per certo che è stato sepolto, nella chiesa della Santissima Annunziata, il 2 gennaio del 1557.
Bibliografia: “Pontormo, Rosso Fiorentino”, Elisabetta Marchetti, Letta, Scala, Firenze 1994.