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Pietro Lorenzetti: breve biografia
L’artista nasce a Siena intorno al 1280 e muore in questa città nel 1348.
La sua formazione artistica si compie a Siena e i suoi primi dipinti subiscono gli influssi di Duccio di Buoninsegna (il polittico per la chiesa aretina di Santa Maria della Pieve commissionato dal vescovo Tarlati), mentre le opere successive provengono tutte dal suo genio creativo ispirato all’arte gotica, che sta ormai terminando il suo proficuo ciclo trecentesco.
Pietro, nei suoi primi anni di attività artistica opera prevalentemente nel Senese, più tardi, si sposta tra Assisi e Firenze, dove rimangono alcune sue opere di notevole importanza.
In queste si rivelano, soprattutto nei valori volumetrico-spaziali, gli influssi della scuola giottesca (compresi quelli di Martini che pur si scostava dalla pittura di Giotto), come si evidenzia nel polittico della Beata Umiltà realizzato a Firenze.
La sua pittura sembra volgere verso un punto di incontro tra la l’arte fiorentina e quella senese ma, nonostante questa ricerca di conciliazione, rifiuta in modo assai evidente gli stilemi di entrambe, ormai stereotipati.
La sua opera più significativa è certamente “La Passione di Cristo”, realizzata nella Basilica Inferiore di Assisi, che comprende la “Deposizione dalla croce”, un’opera considerata dalla critica come la sua massima espressione. L’immagine stessa del Cristo richiama la cultura senese, che ha nelle sue fondamenta il germe bizantino.
Nonostante che in Pietro Lorenzetti confluiscano motivi con espressività mutata rispetto a quelli della compagine artistica del suo periodo, non si può fare altro che confermare la grande capacità espressiva della sua pittura.
Ambrogio Lorenzetti: breve biografia
Su Ambrogio ci sono poche, frammentarie e dubbie notizie. Anche la data di nascita, che si colloca in un largo lasso di anni, ma è probabile che sia nato prima della fine del Trecento.
Come il fratello, il suo luogo di nascita è Siena e la sua prima formazione artistica si compie in questa città.
Ambrogio è influenzato da Duccio di Boninsegna ma la sua pittura si distingue in modo netto e chiaro da quella di Pietro.
Pochissimi sono i punti in comune fra i due fratelli, ed in più, gli stilemi di Ambrogio sono quelli tradizionali, che Pietro rifiuta, cioè quelli della scuola giottesca, pur risentendo gli influssi della pittura senese. Addirittura il Vasari ignora, non solo che siano fratelli, ma anche una loro parentela. Mentre lo stesso Vasari gli preferisce il fratello Pietro, il Ghiberti elogia le sue capacità, considerandole più elevate di quelle di Simone Martini e riconoscendolo ”altrimenti dotto che nessuno degli altri”.
Il suo primo accreditato dipinto è la “Madonna con il Bambino” (1319), realizzato per la chiesa di Vico l’Abate in una località vicino Firenze.
Altre opere sono state realizzate da Ambrogio Lorenzetti a Firenze e nei suoi pressi, perciò questo fa presupporre una sua non saltuaria presenza in questa città: tra l’altro, nel 1327, risulta immatricolato nell’arte degli Speziali e de’ Medici, alla quale è iscritto lo stesso Giotto.
Ambrogio, dunque, opera assiduamente sia a Siena che a Firenze e spesso in compagnia del fratello Pietro. Entrambi influenzano gli artisti del loro periodo, sia in patria che fuori e la scuola senese conserverà per molto tempo la loro impronta continuando a produrne seguaci. Ambrogio morirà nel 1348, l’anno della grande pestilenza.
Poco prima, nel 1347, viene eletto membro del Consiglio dei Pacieri, un’istituzione senese che lo premiava per la sua fama di grande Maestro.
Alcune delle loro opere:
Opere di Pietro Lorenzetti
Polittico della Beata Umiltà e tredici storie della sua vita – seconda tavoletta di destra, cm. 172 x 192, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Opere di Ambrogio Lorenzetti
La città ben governata: Allegoria degli Effetti del Buon Governo in Città (1338-1339), Palazzo Pubblico di Siena, Sala dei Nove, parete di destra.
Bibliografia:
“Dizionario biografico degli italiani LXV”, Istituto dell’Enciclopedia italiana, Roma, 2005.
“Pietro e Ambrogio Lorenzetti”, Chiara Frugoni, Le Lettere, Firenze 2010.
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