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Tecnica a carboncino
Questa tecnica, nella quale si impiega oltre al carboncino, il gesso, il bastoncino e la grafite, è la tecnica più antica che l’uomo conosca.
Questa risale ai tempi della preistoria, quando i primi uomini riempivano le superfici delle caverne con disegni, soprattutto animali, eseguiti con il carbone.
Con la tecnica del carboncino, le tonalità sono ottenute tramite sfregamento. In questa maniera, per ogni carboncino (sempre nero) o bastoncino colorato, si può raggiungere, in monocromia, tutta la gamma completa di chiaroscuro, in base alla pressione di sfregamento.
Il carboncino è una materia estremamente fragile e soggetta a rompersi, costituita in altissima percentuale da fusaggine.
Il carboncino nero, da solo, può consentire di ottenere una variegata serie di gamme grigie di straordinario effetto. Alcuni tipi di carboncino, data la loro natura, permettono anche di cancellare con la gomma i tratti sbagliati, di fare delle correzioni senza lasciare nessuna vecchia traccia.
Un buon carboncino deve rispondere sempre uniformemente alle esigenze dell’artista, cioè non deve avere dentro di sé sporadiche particelle più dure, che potrebbero rigare il foglio, o particelle più morbide che provocherebbero, a parità di pressione di sfregamento, macchie di chiaroscuri indesiderati.