Glossario (da plinto a rastremazione)
Plinto: Elemento architettonico a forma di parallelepipedo che si trova sotto le colonne. Il plinto veniva impiegato nel periodo classico per aumentare in verticale lo slancio delle colonne corinzie.
Pluteo: Il termine indica una balaustra a lastre (o parete) rettangolari massicce, talvolta in metallo – più spesso in marmo, pietra o legno – che suddivide l’edificio (in genere gli interni di chiese paleocristiane e medievali, in particolare il presbiterio dalla cantoria) in due parti. Il pluteo talvolta si presenta ornato da cornici in rilievo, altre volte arricchito da motivi geometrici o figurativi.
Podio: Con tale termine si indica il basamento di un tempio italico che, a differenza del crepidoma classico – poco elevato dal suolo e raggiungibile con tre gradini – era molto rialzato ed accessibile tramite una scala.
Polifora: Finestra, molto usata nell’architettura del periodo medievale, costituita da più di una colonnina di sostegno per gli archi, che la ripartivano in più “fori” (bifora con una colonnina e due archi, trifora con due colonnine e tre archi, quadrifora con tre colonnine e quattro archi, ecc.).
Polittico: Talvolta un rilievo, ma più spesso una rappresentazione pittorica costituita da più tavole (due per il dittico, tre per il trittico, ecc.) solitamente incernierate fra loro in modo da renderle richiudibili le une sulle altre o, in casi più articolati, a forma di altarino o di qualcos’altro con pitture interne ed esterne. Anche una pala d’altare, quando è composta di più riquadri (in genere cinque) viene considerata un polittico.
Portale: Struttura architettonica con cui viene creato il sistema trilitico (due piedritti ed un architrave). Il termine “portale” viene impiegato anche per indicare l’accesso di un edificio o di un qualsiasi spazio urbano.
Portico: Spazio coperto, generalmente aperto al pubblico, a piano terra degli edifici, accessibile in lungo ed in largo dalle strade prospicienti.
Predella: Parte integrante di una pala d’altare o di un polittico in genere, suddivisa in più riquadri (formelle), dipinti o in rilievo, raffiguranti episodi con lo stesso tema del pannello soprastante.
Presbiterio: Lo spazio di una chiesa, solitamente ricavato nella zona absidale, destinato al clero.
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Pronao (o podromo): Pronao, che letteralmente significa “davanti al tempio”, è uno spazio aperto del tempio greco e romano, di fronte alla cella templare. Il termine viene utilizzato anche per indicare gli spazi aperti o colonnati che si trovano davanti agli edifici religiosi.
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Propilei: Il termine, che dal greco significa “posto davanti alla porta”, indica l’ingresso monumentale dell’Acropoli di Atene. Oggi viene esteso anche all’entrata monumentale di un tempio o santuario classico.
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Proscenio: Il proscenio in un teatro classico indica lo spazio compreso fra l’arco scenico e la ribalta, ovvero la parte del palcoscenico leggermente curvato che dà verso la platea. In passato veniva indicato con il termine francese “avant-scène”.
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Prospetto: Indicava le aree esterne di un fabbricato. Oggi, per estensione, può essere riferito anche al disegno delle facciate di un edificio.
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Prostilo: Tipologia di un antico tempio la cui facciata principale ha una sola fila di colonne.
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Protiro: Elemento architettonico decorativo di un portale di chiese paleocristiane, romaniche e gotiche. Il protiro è costituito da un breve avancorpo sporgente, sostenuto da più colonne, a protezione dell’ingresso della chiesa.
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Protome: Il termine, che dal greco significa “parte anteriore, busto”, è un elemento architettonico o pittorico, decorativo, raffigurante una testa d’uomo o di animale. Veniva generalmente impiegato come ornamento di frontoni, cornici, mensole, ecc.
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Pulpito (ambone o pergamo): È una tribuna rialzata dal suolo all’interno della chiesa. Viene impiegata per le letture evangeliche.
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Pulvino: Indica l’elemento a forma di piramide tronca che raccorda il capitello e l’imposta dell’arco quando le colonne hanno un diametro inferiore al muro che sorreggono. Impiegato nell’architettura medievale e bizantina; alcuni esempi si possono trovare anche in quella paleocristiana del ravennate.
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Puntasecca: La punta secca è, tra l’altro, il nome del bulino impiegato per questo tipo di incisione. La tecnica consiste nell’incidere – provocando solchi, graffi, righi, raspature, sollevando piccole sbavature mediante l’impiego del bulino di acciaio – la matrice che può essere di zinco o di rame, nella misura dovuta, in modo che la parte bulinata possa trattenere l’inchiostro che verrà depositato sulla carta, con l’aiuto della pressione del torchio.
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Punzone: Attrezzo d’acciaio temperato, che si utilizza manualmente oppure per mezzo di una punzonatrice, costituito da un’asticella la cui estremità è stata configurata per poter imprimere un particolare segno, generalmente convenzionale (numero, lettera, ecc.), su una generica superficie: cartoncino, lastre metalliche, legno, cuoio, monete, medaglie, ed altro.
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Quadratura: Rappresentazione pittorica, in genere realizzata con tecnica ad affresco come fondo scenografico, per simulare una prospettiva architettonica reale.
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Quadrifora: Finestra assai in voga nel periodo medioevale costituita da quattro archi sorretti da tre colonnine (si veda anche il termine polifora).
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Quadriportico: È un cortile con porticato che corre sui quattro lati di un edificio. Generalmente si trova come spazio antistante alle chiese del periodo paleocristiano e medievale.
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Rastremazione: Indica il cambio di spessore lungo una stessa colonna. Se quest’ultima restringe la propria sezione in salita è detta “rastremata verso l’alto”, viceversa è “rastremata verso l’alto”.
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