Tranquillo Cremona (Pavia 10-4-1837 / Milano 10-6-1878)
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Cremona Tranquillo
Figlio di un avvocato e fratello del matematico Luigi (considerato il fondatore della geometria algebrica), il pittore frequenta la scuola civica di Pavia ribellandosi, sin da piccolo, a quel mondo borghese al quale apparteneva.
Infatti, probabilmente, questa sua ribellione lo porterà a vivere quasi interamente una vita molto stentata, non avendo, talvolta, neanche di che nutrirsi.
Rimasto orfano giovanissimo, si stabilì a Venezia presso un fratellastro, Giuseppe, avvocato. E, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti nella città delle gondole, passò quindi a Milano dove, nel 1860, frequentò la scuola del Bertini all’Accademia di Brera.
Pittore crepuscolare, non affermato ancora nella sua più intima essenza, il Cremona iniziò la sua attività dipingendo tele ispirate al malinconico sentimentalismo dell’Hayez su temi storici e patetici, come “Visita degli amanti alla tomba di Giulietta” (Milano, Galleria d’Arte Moderna) e “Marco Polo presentato al Gran Khan”, un’opera di indiscussa preziosità cromatica sottile.
Con il “Falconiere”(Milano, Galleria d’Arte Moderna) e soprattutto con “I due cugini” (Roma, Galleria nazionale d’Arte Moderna), esposti a Torino nel 1870, l’artista inaugurò la sua caratteristica maniera, raggiungendo preziose conquiste dai massimi risultati, continuati poi, per tutta la vita.
Dipinse anche acquerelli in epoca successiva, sempre realizzati in pieno sole ed integranti, con la loro evanescente luminosità, il panorama più vero della pittura cremoniana: “High-life” (Milano, Galleria d’Arte Moderna).
Nelle tele soprattutto, si riscontrano temi romantici resi con una maniera pittorica dove il colorismo si fa sempre più meditato e complesso, ed a poco a poco, pervenendo alle più sottili ed esatte armonie cromatiche, tutto pare dissolversi e divenire evanescente.
Tra le sue opere più note, che gli procurarono grande successo, ricordiamo: “Amor materno”(Milano, Galleria d’Arte Moderna), “Melodia” (Milano, Collezione Rossello), “Silenzio amoroso” (Roma, Galleria nazionale d’Arte Moderna), “L’edera” (Torino, Galleria d’Arte Moderna), “In ascolto” (Torino, Collezione Privata).
Celeberrimi ritratti del Cremona rimangono quello della Signora Deschamps e “Ritratto dell’avv. P. A. Curti” (Milano, Collezione Privata).
Anche per il Cremona, il Bignami non mancò di esprimersi in maniera molto lodevole: “…il suo nome diventò una bandiera sotto la quale si schierarono i giovani insofferenti delle viete formule accademiche e morì mentre intorno alle sue opere ancora durava aspra battaglia fra denigratori accaniti ed ammiratori entusiasti”.