Pittore Gerolamo Giovinone

Gerolamo Giovenone (Vercelli, intorno al 1490 – 1555)

Trittico Raspa
Sopra, un’opera dell’artista: Trittico Raspa, Trino (Vercelli), chiesa di S. Bartolomeo.

Biografia

Gerolamo Giovenone discende da una famiglia di artisti che lavoravano il legno, la cui produzione si basava soprattutto sulla realizzazione di opere di intarsio, nonché di cornici per pale d’altare e di strutture per grandi polittici.

Nacque a Vercelli intorno al 1490 e si formò presso la bottega di Giovanni Martino Spanzotti (Casale Monferrato, intorno al 1455 – Chivasso, non dopo il 1527/28), uno tra i principali esponenti di quel rinnovamento allora in atto anche nel Rinascimento piemontese.

In tale ambiente conobbe Defendente Ferrari (Chivasso, 1480/85 – Torino, 1540 circa), allievo e collaboratore del suo stesso maestro, da cui trasse quegli spunti che gli permisero di superare i primi momenti con un brillante esordio.

A questa fase è riferita la Madonna con Bambino e Santi (collezione Johnson a Filadelfia), da cui si evidenziano gli influssi Spanzotti-Ferrari (Polittico della Compagnia dei Calzolai della Cattedrale San Giovanni Battista di Torino, 1498-1504).

Allo stesso periodo appartengono anche opere come l’Adorazione dei Magi dell’Arcivescovado di Vercelli, il Trittico Raspa di Trino Vercellese e la Pala Buronzo (1514, attualmente custodita presso la Galleria Sabauda di Torino), ove – in quest’ultima – appaiono le sacre e delicate figure dei soggetti principali insieme a quelle della famiglia donatrice.

L’artista non fu statico nel portare avanti le proprie peculiarità pittoriche e cercò oltre modo di innovare il suo linguaggio orientandosi verso lo stile di Gaudenzio Ferrari (Valduggia, 1475/80 – Milano, 31 gennaio 1546), quando questi era ormai divenuto il principale punto di riferimento della pittura settentrionale, soprattutto quella piemontese e, in parte, lombarda fino a Milano.

Il Giovenone, tuttavia, non uscì mai dal suo generale schema compositivo mantenendo, soprattutto nel campo figurativo, uno stile abbastanza equilibrato e privo di invenzioni, senza mai nulla togliere al fattore espressivo: uno stile che certamente piacque alla committenza come dimostrano i prestigiosi ordinativi di quel periodo presso la sua bottega a Vercelli.

Nell’ultima fase della sua attività artistica il linguaggio pittorico di Gerolamo si allineò con quello di Bernardino Lanino, suo genero ed allievo di Gaudenzio Ferrari.

Le sue opere sono custodite in musei italiani e stranieri quali: Szépművészeti Múzeum, Budapest – Museum of Art di Philadelphia, Johnson Collection, Filadelfia – MUS’A, Sassari – National Gallery, Londra – Accademia Carrara, Bergamo – Pinacoteca di Brera, Milano – Galleria Sabauda, Torino – Museo Francesco Borgogna, Vercelli – Museo del Territorio Biellese, Biella – Museo Civico d’Arte Antica, Torino.

Alcune opere di Gerolamo Giovenone

Adorazione del Bambino, Vercelli, Museo Borgogna.

Assunzione della Vergine, Budapest, Museo delle Belle Arti.

Polittico, Collegiata di Sant’Agata (Santhià).

Pala Buronzo, Torino, Galleria Sabauda.

Deposizione, Biella, Museo del Territorio di Biella.

Trittico Raspa (foto sopra raffigurata), Trino (Vercelli), chiesa di S. Bartolomeo.

Bibliografia

Edoardo Villata, Simone Baiocco Gaudenzio Ferrari, Gerolamo Giovenone: un avvio e un percorso, anno edizione 2004, Allemandi.

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