Vincenzo Civerchio (Crema, 1470 circa – Crema, 1544)
Breve biografia di Vincenzo Civerchio
Attivo fra Brescia, Crema e territori ad esse limitrofi, il Civerchio era un importante esponente della scuola bresciana.
La sua pittura che, come quella di Floriano Ferramola (480 circa – 1528) fu influenzata dal Foppa (1427 circa – 1515 circa), ebbe significative ripercussioni sulla nuova generazione di pittori tra cui spiccano Alessandro Bonvicino detto il Moretto (1498 circa – 1554), il Romanino (1484 circa – 1566 circa) e Giovanni Gerolamo Savoldo (1480 circa – post 1548).
Civerchio integrò il suo stile studiando anche le stampe dei pittori nordici, come già altri artisti coevi dell’Italia Settentrionale lo stavano facendo sin dai primi decenni del XVI secolo, pur non si scostandosi dalla maniera milanese.
A tal proposito il Longhi si spingeva a considerare la coppia Ferramola-Civerchio come pedissequa conservatrice delle peculiarità “lombarde” derivate dalle influenze del Foppa, del Bramantino e del Bergognone. L’artista in esame, conosciuto per le ante dell’organo nel Duomo di Crema, era anche un valido intagliatore.
Le opere più significative del Civerchio
Un piccolo pannello, riferito al 1504, attualmente custodito nella National Gallery of Art di Washington.
San Rocco, riferito al primo decennio del Cinquecento, nei musei Civici di Crema, nel quale si evidenziano palesi richiami leonardeschi.
La Deposizione, firmata e datata 1504, con sant’Alessandro, Adamo e san Paolo in S. Alessandro a Brescia.
Polittico di San Nicola da Tolentino (foto sopra), realizzato nel 1485 in collaborazione con Francesco Napoletano (1470 ca. – 1501), già nella chiesa di San Barnaba ed attualmente custodito nella Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia [Passamani, p.31].
Natività con santa Caterina d’Alessandria a Milano (derivata dalle incisioni di Dürer), conservata nella Pinacoteca di Brera, riferibile al primo decennio del Cinquecento.
Affreschi nella Chiesa di Santa Maria dei Campi di Travagliato.