Pagine correlate all’arte classica italica: Pagina 3 Arte classica italica – Pagina 4 Arte vascolare italiana – Pagina 5 Sviluppi dell’arte classica italiana – Pagina 6 Spazio unitario arte classica italiana – Pagina 7 Arte di Paestum e Cuna – Pittura classica greca.
La nascita della della pittura vascolare in Italia meridionale
Subito a ridosso del periodo arcaico, l’arte vascolare della nostra penisola conosce una considerevole pausa. Questa viene sentita soprattutto nelle colonie greche del meridione, interessando anche la Sicilia dove gli scambi culturali sono stati attivi per secoli, e facendosi sentire in gran parte della stessa Grecia.
La produzione della ceramica decorata sembra cessare quasi del tutto. In compenso, rimane attivissima la produzione attica e la sua esportazione verso i paesi confinanti ed i paesi più o meno ellenizzati nel corso di tutto il V secolo a.C.
I nostri artisti della ceramica, per il motivo sopra accennato hanno a loro disposizione i modelli dell’arte attica, tra i quali si evidenziano, nel campo del vascolare, quelli di dimensioni più vaste che si prestano meglio alla composizione di carattere pittorico. Interessanti testimonianze ci giungono da Cuma: la lekythos ariballica di Esone, e da Ruvo (Apulia) come i crateri di Talo e Pronomo.
I modelli provenienti dalla regione attica non sono i soli a contribuire alla nascita ed allo sviluppo dell’arte vascolare italiota: moltissimi sono gli artisti ateniesi che si spostano nelle regioni dell’Italia meridionale a partire dal 443 a. C., che corrisponde alla fondazione di Turi, patrocinata da Atene. Qualche tempo dopo, verso gli anni 435 – 430 a.C., un cospicuo numero di coloni greci, prevalentemente ateniesi, giunge a Napoli e dintorni: probabilmente tra questi c’è un consistente numero di artigiani che lasciano la Grecia per la caduta della produzione artistica ateniese legata alla ceramica.
Questa ondata di immigrazione si spinge anche in Etruria favorendo ben presto il rapido sviluppo di un mercato più vasto, quindi con prezzi più competitivi della stessa sofferente produzione ateniese.
Taranto diventa un importante centro nevralgico ed altre nuove “città fabbrica” vengono fondate, come ad esempio quella di Eraclea in Lucania. Si istituiscono nuove scuole, prevalentemente influenzate dalla cultura greca, ma non mancano altre formazioni a carattere più differenziato come quelle della campana Apulia e della siciliana Poseidonia. Taranto rimane fino al 380 a.C. il centro più importante per la sua strategica posizione che favorisce sia gli scambi, sia l’immigrazione di artisti greci con immissione di nuova linfa vitale nel settore della ceramica artistica.
Come sopra accennato, l’influenza artistica prevalente esercitata nella nostra penisola è quella degli ateniesi che si ispirano alla tradizione del classicismo di Polignoto, ma questa trova subito degli ostacoli con i nascenti centri, come Apulia e Poseidonia, a carattere più tradizionale. Ben presto l’arte italiota conoscerà profondi ed autonomi sviluppi.
L’influenza dello stile fiorito dell’arte greca ha una potenza tale da diffondersi a macchia d’olio in tutto il bacino del Mediterraneo, ed oltre. L’importante scuola lucana subisce in pieno gli effetti delle varie correnti di questo nuovo linguaggio, ma i suoi pittori riescono a non farsi tentare troppo della trappola degli eccessi manieristici.
Anche la scuola tarantina, un po’ più esposta agli influssi provenienti dalla Grecia, riesce ad integrare bene lo stile fiorito con il linguaggio tradizionale, e quindi a realizzare opere di alto valore. Gli artisti vascolari italioti sembrano prediligere le ampie superfici per le grandi tematiche, in prevalenza quelle ispirate dal repertorio teatrale attico.
Uno dei più grandi e caratteristici artisti della scuola lucana è il “Pittore di Amico” (fine del IV secolo a.C.), che riesce ad interpretare in maniera eccezionale queste vaste ed articolate tendenze. La sua decorazione nell’Idria di Bari, rappresentante il suicidio di Canace, è presa dall’Eolo di Euripide, una tragedia scritta nel periodo a lui contemporaneo. Nonostante la tormentosa tematica ed il movimento drammatico della scena, le espressioni dei volti non risultano enfatizzate e le figure, poste in un unico piano appartengono ad una struttura compositiva alquanto equilibrata.
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