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Arte rupestre:
La varietà della forma, del tema e del linguaggio esiste certamente nell’arte rupestre. Possiamo dire con certezza che l’uomo ha sempre avuto dentro di sé tutte le forme di creatività che abbiamo oggi.
Molte sono le caratteristiche da prendere in considerazione nell’arte rupestre: le rappresentazioni delle figure umane sono sempre vaghe e generalizzate, salvo qualche rara personalizzazione, mentre le vedute paesaggistiche sono semplici e toccanti, con ambienti agresti arricchiti di vegetazione di vario genere.
Nella prima foto viene rappresentato, su supporto in pietra, un ornamento con la figura di un uomo -uccello.
Nella grande maggioranza delle opere rupestri ritrovate, gli enormi animali sono sempre raffigurati senza l’uomo, mentre quelli piccoli sono sempre accompagnati da presenze umane che variano di numero.
Nelle rappresentazioni arcaiche europee gli animali grandi sono spesso bisonti e cavalli, mentre in quelle africane elefanti e giraffe.
L’arte rupestre ha origine nel Paleolitico superiore. Nel continente africano, più a sud del deserto del Sahara, in Tanzania, sono custodite, in caverne di granito e in gallerie di arenaria o su pareti laviche lisce, pitture monocromatiche gialle, nere e graffiti dei cacciatori primitivi all’opera.
A queste sono sovrapposte altre opere in policromia appartenenti ad epoche posteriori: segni ideografici e pitture, segni impressi con le mani, figure umane sporadiche e di piccole dimensioni con enormi animali – generalmente in coppia – spesso elefante e giraffa.
Altre testimonianze di questa grande arte si trovano nel Nord-Africa, allora densamente popolata, con pitture e incisioni su pareti all’aperto, ai piedi di massicci (Tibesti, Tassili), oggi purtroppo perduti in vastissimi deserti.
L’arte parietale si trova nelle zone provviste di grotte ed altri tipi di ripari: aree della Francia, Portogallo, Romania, Russia e pochissime in Italia. Si pensa che appartengano al Paleolitico superiore antico le rappresentazioni sessuali in linguaggio realistico e le sagome di animali intensamente incisi che si trovano a La Ferrassie, Castanet in Francia.
In questo tipo di pittura si impiegavano ocre di vario genere con gradazioni gialle, rosse, viola e nero di biossido di manganese, stemperati in grassi e stesi sui supporti impiegando dita, bastoncini ed anche pennelli rudimentali a pelo di animale.
Nel periodo “arcaico” iniziale comparvero bassorilievi in cui le figure animali e quelle umane erano descritte rispettando precisi canoni di stile. Nelle Americhe, si trovano testimonianze a Seminoie Canyon nel Texas in grotte e ripari piene di impronte di mani “in negativo”.
In Africa, ai primi cacciatori seguirono coltivatori primitivi di frutti spontanei, con raffigurazioni umane nell’atto di danzare, alberi, frutti e tutto ciò che si trova natura.
La fase dei cacciatori comprendente tutta la loro evoluzione, durò in Africa, a sud del Sahara, dal 5000 al 1000 a.C. circa, ed utilizzò un linguaggio “realistico e dinamico”.
Erano preferiti quasi sempre gli elefanti abbinati alle capre, e le giraffe. In Europa, ed in particolar modo nel Levante della Spagna e in Italia, si sviluppò un linguaggio pittorico naturalistico e allo stesso tempo statico, rappresentando grossi animali di chiara provenienza africana.
Nella penisola scandinava ed in Siberia, agli animali ed alle figure umane si aggiunsero mezzi di trasporto fluviale. In Australia, le raffigurazioni con disegni di copulazioni idealizzate, erano legate al proseguimento dell’opera pittorica dei coltivatori arcaici. Nel Nord America è da segnalare lo stile di “Little Arm” nello Yukon.
L’arte parietale scomparve completamente quando finì la sua funzione di comunicazione, ma tutte le sue conoscenze ed i linguaggi espressivi si trasferirono nell”arte vascolare. In Sud Africa, le pitture si trovano in caverne, alte e sotterranee, dove dovevano essere sepolti i corpi dei cacciatori-coltivatori.
Nel Nord Africa, i graffiti più antichi sono semplici tratti raffiguranti sagome in stile naturalistico di sporadiche figure umane e di animali ormai estinti o trasferitisi altrove come elefanti, rinoceronti e coccodrilli.
I graffiti più recenti rappresentano vacche, cani, pecore e capre,perché l’uomo cacciatore primitivo e coltivatore cedette il passo all’uomo dedito alla pastorizia. In Egitto, i graffiti più antichi avevano un linguaggio di carattere nettamente naturalistico con rappresentazioni di barche fluviali.
Frammenti:
L’uomo “Sapiens” ha per primo saputo progettare una figura dove prima non vi era nulla.
Le varie associazioni culturali svizzere, francesi ed italiane, tra le quali il GAC, stanno realizzando una metodica comune rivolta alla schedatura,a livello internazionale, delle Alpi Occidentali.
Le uniche opere che ci pervengono dalla preistoria sono su supporto litico.
L’arte parietale ha prevalentemente come tematica l’animale.
Nel Paleolitico la simbologia delle figure umane è assente. Compariranno nel Mesolitico.
Nel Sahara algerino ed in Spagna sono state scoperte pitture su roccia all’aperto.
Nell’età del rame le immagini hanno già la loro caratterizzazione. Nasce lo stile. Nell’età del bronzo le immagini si differenziano.
Nell’età del ferro: guerrieri armati e scene di duello.