Cristoforo De Predis, miniaturista italiano affetto da sordità.
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Sull’artista
Cristoforo De Predis nacque a Milano intorno al 1446 da Leonardo De Predis e Margherita Giussani. È considerato il più celebre della sua famiglia, composta anche da altri artisti, fra cui segnaliamo il fratellastro Giovanni Ambrogio, che lavorò come allievo presso la bottega di Leonardo da Vinci.
Il pittore, sordomuto dalla nascita, è passato alla storia come uno fra i più significativi esecutori italiani di opere in miniatura. Con quella inabilità sensoriale Cristoforo ebbe rapporti piuttosto distensivi, che mai lo portarono a vergognarsene. A tal proposito si ricorda che in più occasioni l’artista ribadì nel modo più naturale l’esistenza del proprio handcap.
Le notizie biografiche e della vita artistica del De Predis arrivano ai nostri giorni assai scarne e frammentate, mentre nulla sappiamo sulla sua formazione. Tuttavia, si pensa che abbia frequentato qualche artista nel campo delle miniature e che, certamente, in breve tempo divenne celebre presso gli ambienti più facoltosi della Lombardia, a cui seguirono importanti committenze. Per la famiglia dei Borromeo, infatti, l’artista – insieme al fratellastro Giovanni Ambrogio – realizzò, tra il 1471 ed il 1474, miniature per alcuni offizioli.
Il fratello, dopo avere imparato da lui l’arte miniaturistica, continuò da ritrattista a lavorare presso gli Sforza e, quindi, come già sopra accennato a frequentare come allievo la bottega di Leonardo.
Le opere di Cristoforo
Quattro opere fondamentali vengono considerate autografe dell’artista e cioè:
Il Libro d’Ore Borromeo, anno 1471. L’opera contenente le miniature, commissionata dai Borromeo, è custodita nella Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Le Storie di San Gioachino, Sant’Anna, di Maria Vergine, di Gesù, del Battista e della fine del mondo (anno 1476). Le piccole raffigurazioni, commissionate da Galeazzo Maria Sforza, si trovano nella Biblioteca nazionale di Torino.
Il Messale della Madonna del Monte presso Varese, commissionato dal vescovo Marliani e realizzato nel 1476, si trova nel Museo del Santuario della Madonna del Sacro Monte di Varese.
Un Corale, commissionato da Galeazzo Maria Sforza, andato perduto, di cui arrivano ai nostri giorni soltanto alcuni frammenti. Questi ultimi sono custoditi nella National Gallery di Londra (Collezione Wallace).
Altre opere, sebbene senza firma, sono a lui attribuite insieme a vari corali. Fra tutte spicca il codice De Sphaera, attualmente custodito a Modena nella Biblioteca Estense universitaria.
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