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Michelangelo Buonarroti: Lunetta con Azor e Sadoc, intorno al 1508, dimensioni 340 x 650 cm., Cappella Sistina, Città del Vaticano.

La lunetta con Giacobbe e Giuseppe nella Cappella Sistina

Michelangelo Buonarroti: la lunetta di Giacobbe e Giuseppe

Michelangelo Buonarroti: Lunetta con Giacobbe e Giuseppe, intorno al 1508, dimensioni 340 x 650 cm., Cappella Sistina
Michelangelo Buonarroti: Lunetta con Giacobbe e Giuseppe, intorno al 1508, dimensioni 340 x 650 cm., Cappella Sistina, Città del Vaticano.

Pagina correlata: I dipinti di Michelangelo

Sull’affresco

La lunetta con Giacobbe e Giuseppe è un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato intorno al 1508, misura circa 340 x 650 cm. ed appartiene alla decorazione della Cappella Sistina. La composizione, insieme agli affreschi della volta, fu commissionata da papa Giulio II.

L’affresco si trova raffigurato sulla parete dell’entrata, sotto il pennacchio di Davide e Golia sul lato sinistro (procedendo verso l’altare).

Precisazione: Il fruitore dell’intera decorazione, che entra nella cappella e procede verso l’altare, per ammirare la lunetta, deve voltarsi verso l’entrata per averla in alto a destra. Vai alla pagina delle lunette.

Storia della lunetta

Nelle lunette di Michelangelo sono rappresentati gli episodi degli Antenati di Cristo, presi dal Vangelo secondo Matteo.

L’artista realizzò le composizioni sui registri superiori delle pareti contemporaneamente ai riquadri della volta della Cappella Sistina. Le due decorazioni si svolsero entrambe in due fasi lavorative comuni: Michelangelo iniziò ad affrescare procedendo dalle campate in entrata verso quelle dell’altare.

Si seguì in tal modo la stessa cronologia per i due cicli pittorici: l’intero soffitto e le quattro pareti, escluso il Giudizio Universale, che il Buonarroti eseguì nel 1541.

Anche per l’esecuzione delle lunette Michelangelo incominciò a lavorare dalle campate dell’ingresso, dipingendo le scene in ordine inverso da come sono scritte nel Vangelo. Ne deriva, in tal modo, che gli ultimi episodi scritti da Matteo corrispondono a quelli delle prime lunette, e viceversa.

Il pittore portò a termine la prima metà del soffitto e dei registri superiori delle pareti, nell’estate del 1511, lavorando su un ponteggio. Per continuare i lavori dovette smontarlo ed innalzarlo sull’altra metà. La seconda fase delle decorazioni, che non interessa la lunetta di Giacobbe e Giuseppe, iniziò nell’ottobre del 1511 ed ebbe termine un anno dopo, poco prima della vigilia di Ognissanti, quando avvenne la “scopertura” della grande decorazione.

Fra gli affreschi michelangioleschi (volta e pareti), quelli che ebbero maggiori danni da fumi furono le lunette. Dopo il restauro del 1986 il cromatismo degli affreschi ritornò, incredibilmente, all’originale splendore.

Si pensa che la lunetta con Giacobbe e Giuseppe fosse una delle prime ad essere realizzate (probabilmente la seconda).

Descrizione della lunetta

Tutte e sedici le lunette che l’artista dipinse (due sono state rimosse per dare più spazio al Giudizio universale) seguono la genealogia di Cristo, riportata dal Vangelo secondo Matteo. Giacobbe e Giuseppe, nonno e padre putativo di Cristo, erano gli antenati più diretti.

La raffigurazione si trova in alto a destra sulla parete di entrata. La finestra sotto la base è semplicemente simulata a pittura.

Il dipinto in esame è strutturato con due gruppi di figure, ripartiti nelle due metà della lunetta, intervallati dalla tabella con i nominativi dei personaggi (IACOB – IOSEPH) scritti in capitali romane. Il tabellone ha la caratteristica di essere l’unico, della serie realizzata nella prima fase dei lavori, senza i modiglioni ai lati.

La zona a sinistra

Michelangelo Buonarroti: particolare sinistro della lunetta con Giacobbe e Giuseppe, intorno al 1508
Michelangelo: particolare sinistro della lunetta con Giacobbe e Giuseppe, intorno al 1508

Giacobbe, che secondo l’interpretazione tradizionale è raffigurato nella zona di sinistra, appare completamente avvolto in un ampio mantello dai toni gialli con il volto adirato e perplesso.

Il suo viso, ripreso frontalmente e ben curato, è reso assai particolareggiato con piccoli tocchi di pennello e tratteggi, spesso incrociati, per meglio conferire carattere ed espressività.

Dietro di lui appaiono – in secondo piano, descritte in maniera più sommaria – le figure di una donna e un fanciullo.

La zona a destra

Michelangelo: particolare destro della lunetta con Giacobbe e Giuseppe, intorno al 1508
Michelangelo: particolare destro della lunetta con Giacobbe e Giuseppe, intorno al 1508

Nella zona a destra appare il gruppo dove vengono identificati Maria, Giuseppe ed il Bambin Gesù.

La donna è ripresa di profilo, con il volto verso il fruitore dell’opera, ed il busto leggermente in torsione da mostrare la schiena.

Spiccano la veste ed il mantello che la ricoprono, dai toni ricchi e variegati tendenti al rosa, ed ancor di più l’articolato copricapo di forgia esotica con vistose fasce a tricorno, ben decorate con inserti cangianti.

Il tratto del volto è ben marcato nel frontale e tende a sfumare lievemente in profondità, accordandosi con i toni più spenti delle due figure dietro di lei.

Giuseppe, ripreso in penombra, tiene il Bambino tra le braccia, mentre una fanciulletta completamente nuda, torcendo leggermente il busto, sta orientando uno specchio verso di loro. L’atteggiamento della bambina richiama forse un’allegoria della Chiesa.

I dibattiti su Giuseppe

Per quanto riguarda l’identificazione di Giuseppe, nel corso dei secoli, si sono fatte diverse interpretazioni, alcune tra le quali del tutto diverse dalla presente ipotesi. Giuseppe, per altri studiosi, sarebbe infatti l’uomo a sinistra col manto giallo, mentre Giacobbe apparirebbe a destra con la propria moglie.

Questa seconda ipotesi è certamente la meno seguita, poiché la donna è messa molto in risalto, mentre i toni rosati del suo mantello sono una caratteristica tipicamente mariana. D’altronde, anche volendo seguire queste l’identificazioni, con Giuseppe a sinistra e Maria a destra, chi dovrebbe essere l’uomo insieme a Maria? Non certamente Gioacchino, suo padre, che porterebbe fuori dal tema degli antenati di Cristo!

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