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Stile di Renoir
Una pittura luminosa e di forte emotività
Le tele di Renoir sono famose per la vigorosa e vibrante luminosità, nonché per il cromatismo solido e corposo.
L’artista con la sua maestria riesce a mettere a fuoco lo stato emotivo dei suoi personaggi in situazioni di profonda intimità.
Gli inizi dell’attività e la pittura impressionista
Inizia la sua attività sin dalla giovane età dipingendo su stoffe e decorando ventagli e porcellane. Frequenta l’atelier del pittore Gleyre dove conosce Monet e Sisley.
Intorno al 1865 la sua pittura già si può considerare pienamente impressionista. La figura femminile, soprattutto quella nuda, è uno dei soggetti primari della sua produzione artistica.
Nel suo caratteristico linguaggio pittorico – fatto di libere, veloci e decise pennellate – Renoir cura anche i particolari senza però sminuire il risalto dei soggetti principali. Questi ultimi si fondono delicatamente nei vari piani secondo un’armoniosa e progressiva dilatazione spaziale. Inoltre in essi si evidenzia fluidità e morbidezza, che fanno dell’opera una piena e viva soddisfazione dell’animo.
I primi influssi: Delacroix, Corot, Courbet, Manet e Boucher
I suoi primi dipinti, sempre e comunque luminosi e vibranti, evidenziano influssi coloristici di Delacroix e Corot.
Renoir nei primi anni della sua carriera artistica è molto interessato alla pittura realistica di Courbet e Manet. Anche dopo i suoi primi esordi, infatti, Renoir mantiene ancora per un certo periodo l’abitudine di integrare la propria coloristica con il nero, che adopera nelle zone in ombra o, comunque, sure.
Un altro artista assai ammirato da Renoir è François Boucher con la sua cultura accademica di origine romana (soggiorno a Roma) e veneziana (contatti con Sebastiano Ricci).
La Diana Cacciatrice
Un’evidente testimonianza del forte influsso realistico sul giovane artista è la Diana, realizzata nel 1867, una figura mitologica attentamente elaborata in studio e artificiosamente inserita in una paesaggistica immaginaria. Trattasi tuttavia di un lavoro studentesco ove già si intravede la forza espressiva nel conferire sensualità alla figura femminile.
Renoir è il pittore che, dopo Monet, riesce meglio a rappresentare la poetica dell’Impressionismo.
Intorno alla fine del decennio 1860-1870, lavorando all’aria aperta (en plein air) insieme al suo amico Monet, Renoir si rende conto che anche le parti in ombra hanno ricche gamme cromatiche, assai lontane dal quel convenzionale marrone annerito. Scopre anche che tali gradazioni derivavano pure dal colore riflesso dagli oggetti dell’ambiente in dipendenza della forza della luce solare.
La Grenouillère e Il Bal au Moulin de la Galette
Lavorando spesso insieme all’amico, molte tele dei due artisti possono essere confuse come paternità autografica (si veda, per l’appunto, la Grenouillère di Monet).
Fra i capolavori di questo periodo non possiamo non ricordare la “Grenouillère” e il “Bal au Moulin de la Galette”. Qui, come in altre sue opere, le immagini vengono create direttamente dalla variazione cromatica che rappresenta la luce attraverso una miriade di rifrazioni e riflessi. Si compongono così immagini inconsuete ma di grande fascino e valore artistico.
Quando Renoir dipinge coglie i naturali eventi quotidiani con passione e grande maestria. Nel Bal au Moulin de la Galette, capolavoro della pittura impressionista, l’artista riesce a centrare il bersaglio puntando in un momento di vita parigina nella creazione di un ambiente felice e spensierato.
Qui Renoir rende assai vibrante, dinamico e vivace il movimento che anima le figure nelle conversazioni di gruppo e nella danza. L’assenza di una struttura lineare è pressoché totale, per cui sono le variazioni cromatiche che rendono il movimento attraverso giustapposizioni ed accostamenti di vario colore. Non esiste in questa tela un soggetto principale, mentre le coppie danzanti, insieme ai vari gruppi di persone in conversazione, contribuiscono a creare quella dilatazione spaziale, rafforzata soprattutto dalla variazione del colore.
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