Il giallo, insieme all’azzurro ed i rosso (colori base), è uno dei colori più importanti. Nell’ordine della scala cromatica, la sua posizione viene immediatamente dopo il bianco.
Il giallo, considerato un colore “caldo”, è piacevole ed è indicato per ottenere grandi effetti di luminosità, di contrasto e, di conseguenza, di ombra di calda intonazione, quando viene mescolato con i rossi.
Il ranciato (arancione) è un colore intermedio tra il rosso ed il giallo.
Moltissimi sono i tipi di giallo che si trovano oggi in commercio e li possiamo dividere in tre grandi categorie e cioè:
1) Gialli minerali di origine naturale (terre gialle ed ocre gialle);
2) Gialli minerali trattati artificialmente (gialli di cromo, gialli di cadmio, di cobalto, di zinco, di Marte, di Napoli, di barite, ed altri meno importanti);
3) Gialli vegetali, naturali e sintetici come il giallo indiano, la gomma gutta, le stille di grano, naftoli, lacche gialle, auranine.
PIGMENTI GIALLI MINERALI NATURALI
Ocre e terre gialle
Derivano da terre argillose di giacimenti che si trovano in diverse zone europee come la Spagna, la Francia, l’ Italia, l’ Irlanda, l’Inghilterra, ecc. In tutte le “terre” è presente l’ossido di ferro.
Queste hanno una tendenza cromatica principale che corrisponde al giallo con le più disparate tonalità, più o meno calde, con una più o meno intensa variabilità verso il brunastro, a seconda della quantità di ossido di ferro in esse contenuto.
A seconda della scrupolosità avuta durante il trattamento delle terre, soprattutto nei lavaggi, si avrà un prodotto più o meno raffinato.
Per la “tavolozza del pittore”, le ocre sono colori indispensabili per diversi motivi, tra i quali accenniamo i due più importanti, come la possibilità di poter essere mescolate indistintamente con tutti i colori e di avere una ottima solidità.
Le ocre sono conosciute con diverse denominazioni, a seconda della loro provenienza e del tipo di lavorazione a cui sono state sottoposte. L’ocra rossa, l’ocra gialla, l’ocra dorata, l’ocra romana ed altre ancora.
Anche la terra di Siena naturale (ossido di ferro), potrebbe essere catalogata nei gialli minerali naturali, ma a causa della sua tinta, che tende al tono del legno di noce laccato, viene annoverata nella serie dei bruni.
Sia le ocre che le terre vengono testate mettendo la loro polvere nell’alcool, se l’alcol non si colora, significa che le terre sono effettivamente naturali. Generalmente, per aumentare lo splendore, alle ocre vengono aggiunte le aneline.
Tutte contengono ossido di ferro idrato e silicati argillosi. Oggi, come nel passato, questi pigmenti hanno vastissimo impiego in molte tecniche della pittura, soprattutto per la loro forte resistenza agli agenti atmosferici e chimici. Se l’argilla d’origine contiene un’alta quantità di ossido di ferro, la sua tendenza verso la gamma più calda viene accentuata ed abbiamo il “Bolo rosso”.
Le terre colorate vengono trattate su lastre di ferro arroventato con fiamma diretta, e quello che ne deriva, sono le cosiddette ocre bruciate, le cui gradazioni tonali variano, come detto sopra, a seconda dell’ossido di ferro in esse contenuto, ma anche in dipendenza della temperatura di bruciatura.
L’ossido idrato di ferro, con il calore perde acqua e si trasforma in ossido di ferro, con gradazioni che tendono dal rossastro al violetto.
I COLORI GIALLI MINERALI ARTIFICIALI
Il colore Giallo di cadmio. Il giallo di cadmio è composto da solfuri di cadmio. Questo colore è solidissimo.
Può essere mescolato con gli azzurri per generare dei verdi con importanti caratteristiche di lucentezza, con il vermiglione ed il carminio e le lacche di garanza per ottenere ranciati di grande effetto, ma bisogna fare attenzione a mescolarlo con giuste proporzioni alla lacca, perché potrebbe annerire con il passare del tempo.
Per quanto riguarda la combinazione con i bianchi, i gialli di cadmio possono essere mescolati con sicurezza e tranquillità soltanto con il bianco di zinco.
Con il bianco d’argento avviene una combinazione chimica che tende ad annerire. I gialli di cadmio sono generalmente di quattro tipi: giallo di cadmio limone, giallo di cadmio chiaro, medio e scuro .
Questi, sono tutti colori molto resistenti e solidi, tuttavia occorre studiarli bene singolarmente, almeno per quanto riguarda il loro comportamento alla mescolanza nella tavolozza.
Il giallo di cadmio chiaro tende a modificare le tinte se viene mescolato alla terra d’ombra, alla terra di Siena bruciata, al blu di Prussia, al rosso indiano, al violetto di cobalto e al nero d’avorio.
Il giallo di cadmio scuro tende ad alterare le tinte ottenute mescolandolo con la terra di Siena bruciata e il blu di Prussia.
Il giallo limone è un pigmento ottenuto, in lavorazione, dalla mescolanza di cadmio di zinco e di zolfo e la sua preparazione richiede grande attenzione, perché la stabilità del colore dipende esclusivamente dalla giusta quantità di cadmio.
Questo colore è interessante per la sua principale caratteristica di chiara e delicata luminosità. È uno dei pochi gialli che si può mescolare tranquillamente con il verde Veronese, ma occorre tenere presente che è pericoloso mescolarlo in abbondanti dosi con il blu di Prussia.
Bisogna anche ricordare che, essendo un solfuro, può essere mescolato con tranquillità soltanto al bianco di zinco, come del resto tutti i pigmenti derivati dai cadmi.
Con i gialli di cadmio ed il verde smeraldo si possono generare delle meravigliose e ricche scale cromatiche di verdi. Non occorre riempire la tavolozza con tanti tipi di giallo, per giunta anche molto costosi, perché è sufficiente avere il “medio” per formare una vastissima gamma di verdi, che potrebbero essere resi più soavi con l’aggiunta di un pizzico di bianco.
I verdi ottenuti sono molto più resistenti degli altri usati da soli o mescolati con altri colori, e quelli ai quali è stato aggiunto il bianco, hanno una maggiore stabilità, cioè tengono fermo il verde smeraldo che tenderebbe a prendere il sopravvento sul giallo.
Il colore Giallo di cromo
Il giallo di cromo, è così denominato, perché contiene cromato di piombo. Nei di giallo di cromo si distinguono le seguenti gradazioni: giallo di cromo chiaro, medio e scuro.
Nonostante il loro considerevole potere coprente, questi gialli hanno una solidità certamente inferiore a quella dei gialli contenenti il cadmio. Non hanno una buona resistenza agli effetti della luce e tendono ad alterarsi nel tempo; in entrambi i casi c’è la tendenza ad annerire.
Possono essere mescolati con il blu di Prussia per ottenere bellissime gamme verdi, ma perdono ulteriore resistenza e solidità. Non vanno mescolati con il bianco d’argento perché tendono a scurire.
La tonalità relativa all’arancio è l’unica che concede una buona stabilità, soprattutto se mescolata con i bianchi (escluso naturalmente quello d’argento). In complesso è sconsigliato l’uso dei gialli di cromo; è bene rimpiazzarli con i gialli di cadmio, che offrono una solidità maggiore sotto tutti i punti di vista, ma con il difetto di avere un prezzo abbastanza considerevole.
Il colore Giallo di zinco
Questo pigmento contiene cromato basico di zinco. Il suo potere coprente è scarso e la sua tinta non ha la potenza dei gialli di cromo né quella dei gialli di cadmio.
Mescolandolo con i colori blu, soprattutto con quello di Parigi, si riesce ad avere una ricchissima gamma di verdi di zinco con caratteristiche di freschezza, ma di tonalità un po’ troppo tendente al freddo.
È un colore che non ha molto impiego perché i suoi difetti sono superiori alle sue limitatissime qualità pittoriche.
Il colore Giallo Napoli
Il giallo di Napoli è un pigmento concepito e prodotto in laboratorio e contiene diverse sostanze, tra le quali, le più importanti sono il carbonato di piombo, il sale ammoniacale e l’antimoniato di piombo.
Quest’ultimo è il suo elemento di base. Se le dosi degli elementi impiegati sono giuste, il prodotto pronto per l’uso ha una sufficiente fissità. Il giallo Napoli è facilmente reperibile in tutte le botteghe di belle arti, in varie tonalità, che sono sempre calde, delicate e luminose.
Le loro gamme cromatiche sono interessanti, soprattutto per il carnato femminile e per i vari effetti di luce. Questo giallo, che può essere mescolato indistintamente con tutti i bianchi, non si può mescolare con colori contenenti il ferro, come le terre e le ocre in generale.
Occorre fare molta attenzione che non vada a contatto con strumenti di lavoro in materiale ferroso, come ad esempio le spatole di ferro e di acciaio, perché si rischia di innescare combinazioni chimiche che potrebbero renderlo verdognolo. Onde evitare questo, l’artista può riprodursi facilmente un giallo Napoli di più alta qualità e con meno problemi, mescolando bianco di zinco, giallo di cadmio e ocra gialla.
Il colore Giallo di Marte (Ossido idrato di ferro e di alluminio)
Nonostante le sue tendenze al bruno, questo colore è annoverato tra i gialli. La sua tonalità è tra la terra di Siena naturale e la terra di Siena bruciata.
A seconda della durata del procedimento di calcinazione, si possono ottenere svariate tendenze di Marte, che vanno dall’arancio al bruno, al rosso e al violetto; tutti colori ad altissima solidità, che può essere ulteriormente rinforzata aggiungendoci i bianchi.
Il colore Giallo di cobalto (o aureolina)
È un doppio idrato di cobalto e di potassio e la sua qualità dipende dalla scrupolosità con cui viene eseguito il suo procedimento di preparazione.
Il giallo di cobalto, quando è secco, ha un colore limone e, macinato all’olio, si presenta come un giallo che ha conformità di carattere con le spighe di grano e le lacche gialle.
L’unico giallo cobalto che si consiglia di impiegare nella tavolozza è quello chiaro, mentre gli altri hanno evidenti problemi di fissità. Mescolato con il verde smeraldo si ottengono verdi assai resistenti. È inalterabile al tempo ed alla sollecitazione degli agenti ossidanti.
Il colore Giallo di barite
La sostanza base di questo colore è il cromato di barite. Mescolato con altri colori risulta neutro ma ha una buona stabilità.
Il giallo di questo pigmento è un giallo alquanto sbiadito e di scarso potere coprente. Si può certamente farne a meno.
Il colore Giallo di stronziana (Cromato di stronzio)
Questo colore, in generale porta dentro di sé tutti i difetti del giallo di cromo, senza averne però le qualità pittoriche. È un pigmento di origine inorganica, minerale e sintetica.
Il suo primo procedimento è stato effettuato nell’Ottocento e ha come sostanza di base un cromato di stronzio. Il giallo di stronziana ha un buon potere coprente e può essere utilizzato nelle principali tecniche pittoriche, compresa quella a olio. Si consiglia di impiegare confezioni con buoni marchi di qualità.
Il colore Rosso di Saturno o minio (Ossido di piombo)
È un giallo con forte tendenza al rosso e di grande intensità. Può essere impiegato per creare ottimi effetti di vari ed accesi tramonti.
Bisogna fare molta attenzione ad impastarlo con colori con i quali è incompatibile.
Questi colori sono molti, tra i quali i più importanti sono la terra di Siena naturale e quella bruciata, il rosso indiano, il giallo di cadmio chiaro, il blu ceruleo, il blu di Prussia, l’oltremare, il bianco d’argento, il violetto di cobalto, di piombo e quello di zinco. Si potrebbe continuare ed è quindi consigliabile escluderlo dalla tavolozza.
Il colore Giallo indiano
Il giallo indiano, un colore naturale alquanto misterioso, proviene dall’India ed ha una bella gradazione dorata, calda, molto luminosa e trasparente.
Riguardo i procedimenti per ottenere questo giallo, esistono opinioni diverse: alcuni asseriscono che la sostanza di base venga ricavata da una secrezione intestinale fossilizzata di un pachiderma o di cammello, altri dicono che si tratti di estratto di un albero saturo di magnesia, altri addirittura di urina di vacca nutrita prevalentemente con foglie di mango, altri ancora parlano di una miscela chimica con allume di potassio, sali di ammonio, solfato di magnesio, che subisce altri trattamenti.
Non è possibile oggi reperire questo tipo di giallo in commercio come prodotto naturale, soprattutto per il suo prezzo, che è elevatissimo. La sua imitazione artificiale si può trovare in molti negozi ed è utilissimo per fare le velature sui cromatismi verdi in generale, e soprattutto sui verdi nei primi piani. Mescolato con il blu di Prussia genera tinte forti che non è possibile ottenere con altri colori..
Lacche gialle
Le lacche, come è ormai risaputo, sono tutte trasparenti. In esse la sostanza colorante è fissata su materia inerte e talvolta combinata sinteticamente. La sostanza più impiegata è l’idrato di alluminio. La quantità di tipi di lacche gialle nella tecnica della pittura a olio è molto limitata.
Lacca gialla – È un pigmento che deriva dal catrame. Ha una buona solidità e rispetto alle altre lacche è la migliore, ma ha la caratteristica negativa, come quasi tutte le lacche, di impiegare un lungo periodo per la completa essiccazione. Una lacca gialla di preparazione normale, stesa su una comunissima tela e senza l’aiuto di essiccanti, impiega circa 40 giorni per essiccare totalmente.
Gomma gutta – Questo pigmento è la secrezione di una pianta della famiglia Garcinie (Guttaferra). In commercio si presenta sotto forma di piccolissimi frammenti informi. Ha un bellissimo colore giallo – arancione di grandissimo effetto pittorico e assai trasparente. È molto alterabile agli effetti della luce e si raccomanda quindi di toglierlo dalla tavolozza.
Stille di grano – Questo pigmento si presenta come un colore che offre una scarsissima resistenza alla luce, e come tale, è sconsigliato. La sua essenza si trova in una pianta appartenente alla famiglia del Ramnus, che cresce principalmente in Spagna, ma si trova anche in altre regioni d’Europa. Questa sostanza, la “ramnigina”, viene unita con altre sostanze come la soda, il catrame, ecc… e con l’aggiunta finale di allume.