(Brescia 1851 / Milano 1895)
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Filippini Francesco
Frequentò, da piccolo, la scuola di disegno presso la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, ed essendo la famiglia di origini modestissime, fu costretto a lavorare come commesso in una drogheria e ad impegnarsi come scrivano presso lo studio di un notaio.
Con l’aiuto di un incentivo donatogli dal Comune incominciò a studiare all’Accademia di Brera sotto l’insegnamento di Giuseppe Bertini.
Legò subito molto con il Cremona e si appassionò all’arte di Fontanesi. E dopo un viaggio a Parigi nel ’79, perennemente assillato da difficoltà economiche, pensò di lasciare per sempre l’arte del mondo pittorico, ma un sussidio concessogli per la produzione di un quadro storico, “Il Caligola morto”, lo fece indietreggiare dalle sue decisioni.
Con un soggetto di genere “Contadini intenti alla cardatura della canapa” vinse il “Premio Mylius” e, quasi contemporaneamente, ottenne il “Premio Canonica” con il “Maglio”. Conquistò numerosi premi come paesista, partecipando ad esposizioni in varie città italiane ed anche in Germania.
Suoi soggetti preferiti sono soprattutto visioni autunnali o invernali delle Prealpi e della laguna veneta, tutto composto in un gusto tipicamente lombardo di tonalità molto sottili. Sono suoi il “Vespero di novembre” (Milano, Galleria d’Arte Moderna) ed un “Autoritratto” (Brescia, Collezione Privata).
Morì anch’egli molto giovane, proprio quando la sua arte incominciava ad affermarsi sia in Patria che all’estero.
Un’opera di Filippini Francesco::