Michelangelo Buonarroti: particolare della creazione di Adamo
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La creazione di Adamo
La Creazione di Adamo è un affresco di Michelangelo Buonarroti realizzato intorno al 1511 e misura 280 x 570 centimetri. L’opera, che commissionò Papa Giulio II, fa parte della decorazione della volta della Cappella Sistina, nella città del Vaticano. Quella in esame, oggetto di numerosissime citazioni, mostra l’episodio più noto della volta della Sistina, la cui raffigurazione viene spesso usata per celebrare l’arte universale.
“Dio creò l’uomo a sua immagine; /a immagine di Dio lo creò” (Genesi 1, 27).
Dalle Vite di Giorgio Vasari
[Nella] creazione di Adamo, [Michelangelo] ha figurato Dio portato da un gruppo di Angioli ignudi e di tenera età, i quali par che sostenghino non solo una figura, ma tutto il peso del mondo, apparente tale mediante la venerabilissima maiestà di quello [Dio] e la maniera del moto, nel quale con un braccio cigne alcuni putti, quasi che egli si sostenga, e con l’altro porge la mano destra a uno Adamo, figurato di bellezza, di attitudine e di dintorni di qualità che e’ par fatto di nuovo dal sommo e primo suo creatore più tosto che dal pennello e disegno d’uno uomo tale”
La storia del dipinto
Nella realizzazione dei dipinti sulla volta della Cappella Sistina, il Buonarroti iniziò dalle campate prossime all’ingresso. La porta di entrata alla cappella veniva aperta in occasione della settimana santa per delle solenni riunioni con la presenza del pontefice ed il suo seguito. Era prevista anche una processione che dall’entrata si spingeva fino alla campata sopra l’altare.
Nel mezzo del lavoro di decorazione nella volta della Sistina, il ponteggio della prima metà fu smontato nel 1510. Lo ricostruirono nell’altra metà della cappella intorno all’autunno dell’anno successivo. La Creazione di Adamo si considera quindi appartenente alla prima fase del secondo blocco.
Nella raffigurazione in esame si evidenzia, come già detto nelle pagine del Diluvio e del Peccato originale, come le figure aumentassero di grandezza e monumentalità, semplificandosi nella struttura compositiva in una gestualità più essenziale, decisa e fluida. Tutto questo perché l’inizio della decorazione avvenne con gli assistenti, che dopo un brevissimo periodo lo stesso Michelangelo li fece radiare.
L’artista per portare a termine la composizione impiegò sedici giorni, iniziando nella zona a destra, ove è raffigurato il gruppo dell’Eterno con gli angeli. In questa parte il trasferimento del disegno dal cartone alla volta venne eseguito tramite “spolvero”. La tunica, invece, Michelangelo la incise direttamente sull’intonaco. La figura di Adamo il pittore la realizzò nella seconda fase, dopo un accuratissimo studio, e ne incise il disegno direttamente sulla volta.
Gli apprezzamenti per l’opera
Gli apprezzamenti per la scena della Creazione di Adamo furono unanimi fin dall’epoca della prima apparizione al pubblico. Gli studiosi di storia dell’arte contemporanei di Michelangelo, in particolare, mettevano in evidenza la concretizzazione di uno fra i più alti valori dell’epoca rinascimentale, quello cioè della dignità umana, creata “a immagine e somiglianza” di Dio.
Descrizione
La tematica è desunta dal Genesi (I 26). La scena della Creazione di Adamo ha come punto focale il contatto fra il Creatore ed Adamo attraverso le dita dalle quali si trasmette il soffio della vita. Dio, raffigurato avvolto in un manto e sostenuto da undici angeli in volo, si protrae verso l’uomo raffigurato come un atleta in riposo. La bellezza di Adamo conferma gli scritti dell’Antico Testamento, che riportano la creazione dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio.
Il gesto creatore nel corso del tempo ha polarizzato in modo alquanto evidente l’attenzione degli esegeti. A tal proposito il Condivi scorgeva in esso intenzioni normative da parte del Creatore, mentre il pittore Henry Fuseli, nel 1801, vedeva nell’accostarsi delle dita come un contatto elettrico dal quale scaturiva la vita. Anche per quanto riguarda gli undici angeli vi fu una lunga serie di identificazioni esoteriche: tra queste – per dirne una soltanto – quella dell’angelo abbracciato al Creatore, supposto appartenere al sesso femminile ed identificato in Eva (Richter, 1875; ed altri ancora).
Su un luminosissimo sfondo, quasi completamente uniformato, che simboleggia l’alba del mondo, appare la figura, slanciata e muscolosa di Adamo. Egli poggiando su un pendio erboso, al limite di un abisso, tende il braccio sinistro verso l’Eterno che, avvolto in un limbo angelico, lo raggiunge in volo.
Dio, come da tradizione iconografica, è circondato da un gruppo di angeli, che qui Michelangelo rappresenta in figure reali (undici per l’esattezza), invece degli stereotipati cherubini e serafini. Gli angeli che attorniano l’Eterno appaiono come atti a mantenere il nimbo ad una costante distanza da esso. Spiccano i contrasti luministici, che amplificano la corposità e la nitidezza delle due sbalzanti figure principali.
Concludendo
Grandiosa è l’invenzione simbolica degli indici alzati nelle mani protese, che raffigurano l’imminentissimo contatto tra Adamo e il Divino (che mai avverrà): una significativa metafora, quella della scintilla vitale. Tale gesto, secondo alcuni studiosi di storia dell’arte, fu ispirato dall’Annunciazione di Cestello di Botticelli.
Il momento così immortalato, quello prima del contatto di Adamo con l’Eterno, incominciò subito ad acquistare un valore universale. Il trepidante contatto, che non avviene e mai avverrà, è certamente intellegibile. Secondo una logica comune le due dita non si toccano per ribadire l’impossibilità dell’uomo a raggiungere la perfezione divina.
Curiosità
Esiste una riproduzione della Creazione di Adamo realizzata dentro il mappamondo di una monetina da un centesimo di euro. L’autore è Stefano Busonero residente Porto Santo Stefano. La copia, eseguita con tecnica ad olio, è contenuta entro un diametro di 6,6 mm.