Piero di Cosimo: La caduta di Vulcano (Hartford)
Sull’opera: “La caduta di Vulcano” è un dipinto di Piero di Cosimo (Piero di Lorenzo), realizzato con tecnica a olio su tela, misura 155 x 174 cm. ed è custodito nella Wadsworth Athenaeum a Hartford (Conn.).
Dell’opera in esame nulla si sa fino all’ultimo decennio dell’Ottocento, quando riapparve in Inghilterra – con il titolo “Ila e le ninfe” – presso la famiglia Graham, dalla quale passò più tardi alla collezione Benson.
Detto titolo era riferito alla leggenda di Virgilio (Eglogae, VI, v. 44 sgg.) che parla del giovane favorito di Ercole che venne portato via dalle naiadi nel corso della spedizione degli Argonauti e mai più riconsegnato al suo affranto amante.
Nel 1896 sia Ulmann che Berenson ritennero di attribuire la tela a Piero di Cosimo, mentre Adolfo Venturi (Studi dal vero, 1927), pur non accettando tale assegnazione – ritenendola troppo “grossolana” per Piero (1911) – cautamente la metteva in relazione con il tema di “Vulcano ed Eolo” (pagina successiva), anch’esso svolto su tela e di dimensioni quasi sovrapponibili.
Secondo Panofsky (“JWCI” 1937; 1939), il tema sarebbe quello relativo al primo episodio della leggenda di Vulcano, quando, malvisto dai celesti, fu fatto precipitare dall’Olimpo nell’isola di Lemno, dove venne accolto dagli abitanti della zona. A sostegno della tesi dello studioso è la mancanza di veemenza nel comportamento delle giovani donne, quale sarebbe stato giusto considerare nel caso di Ila, mentre la figura del giovane caduto dal cielo, che una delle fanciulle sembra voler rimettere in piedi, ha l’anca destra evidentemente spostata dalla sua sede naturale. Questa identificazione iconografica non fu favorevolmente accolta dal Gamba (“BA” 1936-37), dal Langton Douglas (1946) e dal Passavant (“K” 1968).
Anche riguardo l’assegnazione ci sono state varie controversie fra gli studiosi di storia dell’arte: la tela definita come “rozza” e “grottesca” fu rifiutata da Ffoulkes (“ASA” 1894); come troppo “grossolana” per Piero di Cosimo fu vista da Adolfo Venturi, 1911).
Per quanto riguarda la cronologia, anch’essa è variamente ipotizzata in un campo comprendente lunghissimi periodi.