Pagine correlate al Duomo di Grosseto (Prof. Ettore Zolesi):
Il Duomo di Grosseto
Storia:
Come ho già scritto, con bolla dal 9 Aprile 1138, Innocenzo II trasferiva le dignità episcopali dalla chiesa di Roselle in Grosseto e decretava che questa assumesse il nome di Città.
Il 12 Aprile 1188 Clemente III dava alla Chiesa grossetana “in eminenti sedis”, grandissimi privilegi, all’esame dei quali il Proposto Emilio Chiarini pensa che le fondamenta del Duomo fossero state poste da Gualtieri vescovo di Grosseto non più tardi dell’anno 1190.
Infatti il Vescovo Gualtieri aveva ricevuto tanta abbondanza danza di beni, di diritti, e di decime da poter con sicurezza iniziare il grande lavoro e con la speranza di vederlo presto compiuto.
Diciotto anni più tardi, il 22 novembre 1208, a Sovana, nel Palazzo dei Canonici, alla presenza di Viviano, Vescovo di quella Diocesi, a rogito di Rainiero d’Accursio, Aldobrandino Aldobrandeschi legava, all’opera della cattedrale di Grosseto la somma di dieci lire all’anno fino a che non fosse terminata la Chiesa maggiore di quella città.
Quando Grosseto ricadde in mano dei Senesi, essi sul grandioso monumento vollero lasciare la traccia del loro dominio. E cosi nel pilastro sinistro, della facciata, accanto a una formella in cui è scolpita la scala, impresa dei Malavolti, si legge la seguente iscrizione:
ANNO DOMINI MCCCXXXXIIII
TEMPORE DOMINATIONIS
NOBILIS VIRI DOMINI
PHILIPPI MALAVOLTE SECUND VICE POTESTATIS
GROSSETI, FUIT INCEPT HOC OPUS
l’anno del Signore 1294
al tempo della dominazione
del nobil uomo signor
Filippo Malavolti secondo vice potestà
di Grosseto fu cominciata quest’opera.
Questa iscrizione ci fa conoscere che nel 1294 si cominciò ad incrostare di marmi la facciata della Chiesa, essendo potestà per il Comune di Siena Filippo Malavolti, che tornava in carica per la seconda volta.
L’anno dopo, 1295, si incominciava il rivestimento marmoreo all’interno che poi rimase incompleto.
Se ne ha memoria da questa iscrizione:
HOC EST OPUS SIT INCEPTA TEMPORA POTEST
DNI. MINI MATTI
DE PICCOLOMINIS
DE SENIS POTESTATIS CIVITATIS GROSSETI
SALUT.
qui ebbe principio quest’opera al tempo
del Podestà Signor Mino di Matteo
Piccolomini
di Siena, Potestà della città di Grosseto
Salute.
. Si ha anche il nome dell’architétto del monumento nelle due seguenti lapidi:
SOXUS RUSTICHINI
DISEGNATOR CAPUT MAGISTRORUM PRIMUS.
Sozo Rustichini
disegnatore capo e primo dei maestri.
. L’altra lapide è scritta in due cerchi concentrici con sigle che dicono:
X. R. C. – T. R. E. – M. P. R.
Tra le versioni che se ne sono date, scelgo quella del Proposto Chiarini:
X (Xsozus) – R (Rustichini) – C (Costruxit) – T. R. E (Tempore) – M (Malavolte) – P (Potestatis) – R (Roseti).
Chi era Sozo Rustichini?
Poco si sa di questo architetto. Il Romagnoli lasciò scritto:
“Sozo di Pace (S. P.) Rustichini figlio del celebre Pacino, nominato nell’anno 1265 e fratello di Guidone (Romagnoli: “Biogr. Coron. M. S. XIV, anno 1331”).
” Il Tizio, a pag. 450, dice:
“Rustichini faniilia a Piocolomineis producta”.
Ciò sembrerebbe conforme al vero, e un Mino di Matteo Piccolomini si servì dell’opera del Rustichini pel nostro Duomo.
Quello che importa chiarire e stabilire come punto di partenza è che la famiglia del Rustichini fiorì nella seconda metà del 1200 e nei primi del 1300 e così ai tempi di Mino Piccolomini e del Malavolti che fecero rivestire esteriormente ed internamente di marmi il Duomo di Grosseto.
E ammesso questo» sparisce ogni contraddizione tra lo stile del monumento le iscrizioni marmoree se contraddizione vi fu, perché le notizie storielle si convalidano a vicenda e si fondono in modo tale che ne risulta chiara la verità. Purtroppo è da lamentare la perdita di tutte le notizie sul Duomo che si conservano nell’Archivio dell’Opera delle quali non si sa neanche come andarono perdute.
Dal 1295 senz’altra notizia si arriva al 1402.
Una iscrizione murata sul campanile dice che nel 1405 il provvedo uomo Domenico di Francesco da Montemerano, operaio a vita, coi beni della Chiesa e con le elemosine cercò che fosse fatto il campanile.
Il Campanile è di stile gotico senese ed è in mattoni.
Essendo stato ricostruito anni fa, tolgo dal Porciatti la descizione del campanile preesistente:
Citazione: “Il nostro campanile non è finito ed il coronamento per mancanza di denari è stato rafforzato alla meglio. Infatti le bifore e le trifore soltanto accennate mancano delle colonnette e delle rosette, la costruzione rivela un progresso costante di economie: si cominci …….. L. PORCIATTI: “Il Duomo di Grosseto”, Grosseto 1907.
Nel 1470 11 il Duomo si arricchì di uno splendido gioiello, il fonde battesimale, opera di Antonio di Ser Ghino.
Prof. Ettore Zolesi